Ben-Hur, A Tale of the Christ, girato a Roma tra il 1924 e il 1925, fu una produzione colossale, costata tra i 4 e i 5 milioni di dollari di allora. Il film ebbe una lavorazione assai travagliata, segnata da fermi e ripartenze e anche da conflitti e incidenti sul set. Il progetto era stato incardinato a Roma da Samuel Goldwyn, prima dell’acquisizione della sua casa da parte di Marcus Loew, e varato con produttore, regista e star principali differenti. Ma l’inconcludenza di quella squadra indusse Loew a rinnovare tutto. Egli avrebbe voluto spostare la produzione negli stabilimenti di Culver City, ma i nuovi responsabili della produzione MGM, Louis B. Mayer e Irving Thalberg, lo convinsero a rimanere a Roma. Così Loew venne personalmente in Italia, nel 1924, per sollevare tutto il vecchio gruppo di lavoro ed insediare il nuovo, compresi il regista Fred Niblo e la star principale Ramon Novarro. Non poteva immaginare, però, quante difficoltà quel set avrebbe vissuto…
Il primo episodio fu lo scontro tra il personale di produzione, che aveva partecipato alla manifestazione di tributo alla salma di Matteotti, e le camicie nere che, per ritorsione, organizzarono una spedizione punitiva agli studi della Cines, dove si girava il film.
Un secondo grave scontro, sempre di natura politica, avvenne durante le riprese della battaglia navale tra i romani e i pirati macedoni. Le comparse che impersonavano i primi furono reclutate presso il sindacato dei fasci mentre quelle che impersonavano i pirati vennero prese dal sindacato socialista. Un’accortezza politica che si trasformò in un clamoroso boomerang: lo scontro tra le due fazioni fu autentico e violentissimo, al punto che si registrarono dei morti. La sequenza della gara delle quadrighe fu poi funestata da numerosi incidenti ai cavalli e ai conducenti dei carri. Tutto questo rallentò le riprese e fece aumentare molto i costi.
Per recuperare tempo, Thalberg autorizzò eccezionalmente che si iniziasse il montaggio del film a Roma, mentre si andava completando lo shooting. Due esperte montatrici italiane, Irene Coletta e Renata Bernabei, ebbero in questa operazione un ruolo di rilievo.
Il film ebbe anche problemi con la censura italiana, perché ‘denigrava la romanità’. Uscirà da noi solo nel 1931 e con non pochi aggiustamenti. L’esito fu comunque fenomenale, in tutto il mondo. In tempi in cui un film di successo incassava un milione di dollari nel mercato americano e 500.000 dollari in quello internazionale, Ben-Hur ne incassò rispettivamente 4,3 e 5 milioni (record, quest’utimo, che rimase imbattuto per 25 anni, fino al Quo Vadis? di LeRoy).