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Da Piacenza al cuore dell'Europa: il viaggio degli studenti di Scienze agrarie

13 luglio 2023

Da Piacenza al cuore dell'Europa: il viaggio degli studenti di Scienze agrarie

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«Una scommessa, prima di tutto in noi stessi, ma anche il modo migliore per concludere il nostro percorso universitario». Con questo spirito diciassette studenti della Facoltà di Scienze Agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica sono partiti dal piazzale del campus di Piacenza per un viaggio di studio tra Germania, Olanda, Belgio, Francia e Svizzera. Un vero e proprio tour tra alcune delle eccellenze europee del settore, ideato con intraprendenza dagli studenti. «L’idea è nata in classe, durante una lezione del professor Gabriele Canali», racconta Lorenzo Cremonesi, piacentino di Caorso, mentre sta ultimando la sua tesi di laurea magistrale sui nuovi approcci e le nuove tecniche per contabilizzare i crediti di carbonio nel terreno. «Noi ci siamo fatti prendere dall’entusiasmo e abbiamo iniziato a vagliare tutte le possibilità per organizzare un viaggio coerente con il nostro corso di studi, integrando i diversi profili del corso di laurea magistrale in Agricoltura sostenibile e di precisione, affidandoci ai contatti che ci hanno fornito quattro docenti che ci hanno accompagnato in questa bellissima avventura». 

Così, insieme a Gabriele Canali, Ettore Capri, Tito Caffi e Antonio Gallo, gli studenti hanno visitato il BASF Agricultural Center di Limburgerhof, la Aeres University of Applied Sciences a Dronten, l’azienda Enza Zaden a Enkhuizen, la Biologisch Dynamisch Landbouwbedrijf Gaos a Swifterbant, la Commissione europea e Copa-Cogeca a Bruxelles, l’Université Catholique de Lille, Ferme du Vinage a Roncq e Agroscope a Changins. «La cosa che mi ha colpito di più è la diversa percezione e la visione altamente imprenditoriale che questi Paesi hanno del settore agroalimentare, soprattutto nelle aziende più grandi», racconta Francesco Pelusi, arrivato al Collegio Sant’Isidoro dell’Università Cattolica da Ortona, 35 km a est di Chieti, e pronto a laurearsi con una tesi sulla gestione del suolo per lo sviluppo di tecniche che conferiscano resilienza idrica al vigneto. «Mi riferisco soprattutto all’attenzione nei confronti dei dipendenti e alle strategie per lo sviluppo della loro creatività: abbiamo visto perfino spazi per curare progetti di ricerca di intesse personale all’interno delle aziende».

«La Facoltà ha accettato immediatamente, con entusiasmo, la proposta degli studenti di ripristinare la visita didattica già in essere negli anni Settanta e Ottanta» spiega il preside Marco Trevisan. «Questa esperienza rimarrà impressa nei ricordi che gli studenti avranno della loro carriera universitaria, e contribuirà a migliorare la loro visione del mondo del lavoro. Penso che, se vi saranno le condizioni, sia un’esperienza da ripetere ogni anno». Grazie al sostegno del Consorzio Agrario Terrepadane, di Corteva Agriscience e della Fondazione Invernizzi, gli studenti hanno potuto disegnare un tour tra Università, multinazionali e istituzioni che in sei giorni li ha portati nel cuore d’Europa.

Oltre a Lorenzo e a Francesco, hanno partecipato Marco Maiocchi, Nicolaj Franceschi, Luca Nassi, Federica Fulcini, Sofia Russo, Antonio Ronda, Francesco Spinelli, Manuele Ragazzi, Luca De Rossi, Vincenzo Polizzi, Niccolò Pellegrini, Filippo Bisagni, Gabriele Codazzi, Stefano Madonini e Lorenzo Cantarelli. «Ci piacerebbe che in futuro il viaggio di studio all’estero potesse diventare un elemento distintivo a chiusura del percorso di studi», dicono gli studenti. E mentre il loro percorso universitario sta per compiersi, sono certi che «nella mente rimarranno impresse per molto tempo le distese infinite di tulipani che si perdono all’orizzonte, e le scommesse dai sedili del pullman sulle razze bovine incontrate lungo la strada». Perché, se «il percorso di laurea triennale è stato entusiasmante, ricco di emozioni e di tribolazioni», nel biennio della laurea magistrale «abbiamo finalmente vissuto l’università a 360 gradi, con un rapporto diretto con i professori che ci ha portato a sentirci davvero parte attiva dell’università».

Un articolo di

Francesco Berlucchi

Francesco Berlucchi

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