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Walter Giorgio Scott, il marketing come missione
A lungo docente nella facoltà di Economia dell’Università Cattolica, è scomparso nella notte tra il 26 e il 27 gennaio
| Roberta Sebastiani
07 aprile 2023
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Lo scorso 28 marzo, prematuramente (era nata nel 1964) e, per molti, inaspettatamente, si è spenta Maria Rosa Antognazza, storica della filosofia di fama internazionale e persona di rara umanità. Dal 2010 era Professor of Philosophy presso il Dipartimento di Filosofia del King’s College London, del quale, per altro, era stata a capo dal 2011 al 2015. Il suo legame con l’Università Cattolica risale ai tempi della sua formazione universitaria; nel 1987, infatti, si era laureata in Filosofia della religione con Giuseppe Cristaldi, discutendo una tesi dal titolo Il rapporto tra Cristologia e Dialettica negli Scritti Teologici Giovanili di Hegel. Annotazioni Semantico/Ermeneutiche. Il suo rapporto con l’Università Cattolica, ad ogni modo, non verrà mai meno nel corso degli anni. Nel gennaio 2021, per esempio, partecipa ad un convegno internazionale organizzato da Savina Raynaud, Elena Rapetti e Nicoletta Scotti sul concetto di materia e le sue correlazioni semantiche con un intervento dal titolo Primary Matter, Primitive Passive Power, and Creaturely Limitation in Leibniz. Inoltre, agli inizi del mese scorso, benché provata, era riuscita a inviare il suo curriculum scientifico per rinnovare la sua presenza nel direttivo del Dottorato in “Studi Umanistici. Tradizione e Contemporaneità” della Facoltà di Lettere e Filosofia. Faceva parte anche del Comitato scientifico internazionale della Rivista di Filosofia Neo-Scolastica.
Quella di Maria Rosa Antognazza, seppur breve, è una carriera accademica intensa, costruita su una non comune passione per la ricerca, su una formazione molto solida soprattutto nell’ambito della filosofia moderna e in maniera particolare su Leibniz e su riconoscimenti internazionali molto importanti che ne renderanno noto il nome in tutta la comunità scientifica. Dopo aver insegnato a scuola per un certo lasso di tempo, vince il dottorato in filosofia all’Università Cattolica e, sotto la guida di Mario Sina, inizia a lavorare su Leibniz. L’incontro con il filosofo tedesco è folgorante, a tal punto che in una intervista del 21 maggio 2022 la studiosa afferma: “Non ho scelto Leibniz, Leibniz mi ha scelto” (https://intellectualhistory.net/interviews/maria-rosa-antognazza).
Nel 1993 è a Wolfenbüttel, dove presso la Herzog August Bibliothek svolge un periodo di ricerca, approfondendo ulteriormente la tematica delle polemiche trinitarie in relazione ad alcuni manoscritti inediti leibniziani. Il rapporto tra filosofia e teologia in epoca moderna costituirà una fase importante degli studi di Maria Rosa Antognazza, la quale, nel 1991, aveva già pubblicato un articolo dal titolo, Inediti leibniziani sulle polemiche trinitarie («Rivista di Filosofia Neo-Scolastica», LXXXIII, 1991, 4, pp. 525-550). Il tema delle polemiche trinitarie, per altro, delineerà l’orizzonte di ricerca anche per indagare, in epoca moderna, uno dei nodi storico-teorici nevralgici della tradizione del pensiero cattolico, il concetto di persona. Del 1996, infatti, è il saggio Leibniz e il concetto di persona nelle polemiche trinitarie inglesi, pubblicato nel volume curato da Virgilio Melchiorre, L’idea di persona, uscito per i tipi di Vita e Pensiero. Sulla relazione tra filosofia e teologia insiste anche l’articolo Hofmann-Streit: il dibattito sul rapporto tra filosofia e teologia all'Università di Helmstedt («Rivista di Filosofia Neo-Scolastica», LXXXVIII, 1996, 3, pp. 390-420).
La questione della relazione tra filosofia e la teologia nel pensiero di Leibniz diviene centrale nella tesi di dottorato, pubblicata nel 1999 con il titolo Trinità e Incarnazione: il rapporto tra filosofia e teologia rivelata nel pensiero di Leibniz (Vita e pensiero, 1999) e tradotta poi in inglese nel 2007 con il titolo: Leibniz on the Trinity and the Incarnation: reason and revelation in the Seventeenth Century (Yale University Press). L’angolazione tematica, originale e per nulla comune, con la quale Antognazza indaga il pensiero leibniziano, da un lato le consente di aprire una strada innovativa rispetto all’idea di un Leibniz proto-deista e, dall’altro, riesce, anche sulla scorta degli studi storico-filosofici che in Cattolica erano portati avanti da Mario Sina, ad approcciare la storia del pensiero del XVII secolo attraverso prospettive inedite e poco studiate.
Alla figura e al pensiero di Leibniz Antognazza dedicherà tutta la vita. Il volume del 2009 Leibniz - An Intellectual Biography, successivamente tradotto in italiano per Hoepli, ottiene un successo raro per un testo filosofico, tanto da meritare, nel 2010, il premio Pfizer. La tesi portante di questo libro consiste nel rinvenire nella filosofia leibniziana l’interesse per un tema unitario e persistente: la riforma e lo sviluppo delle scienze in vista di un miglioramento della condizione umana, in vista della felicità dell’umanità. Si tratta di un Leibniz che, al di là della sua poliedricità d’interessi, palesa come nucleo centrale del suo pensiero l’interesse per l’umano e per il suo destino. Secondo quest’ottica, Antognazza lavora anche all’Oxford Handbook of Leibniz di cui è la curatrice, edito nel 2013 per Oxford University Press. Significativa la scelta del suo tema: Ecclesiology, Ecumenism, and Toleration. La decisione di affrontare il tema dei rapporti tra ragione e fede, tra filosofia e teologia è, come ho cercato di mettere in luce, fin dal principio il suo leitmotiv scientifico e non è affatto contingente; essa, infatti, si coniuga con quanto Antognazza vive in prima persona, nella quotidianità di una fede profonda e concreta, come per altro ha testimoniato il marito Howard Hotson nel corso delle esequie funebri, affermando che la fede ha portato la umile e operosa ‘formichina’ – come Maria Rosa si definiva – alla straordinaria forza di riuscire a fare tutto quello che ha fatto.
La produzione scientifica di Antognazza, in fondo, ha tenuto spesso conto di tematiche di natura teologica e religiosa, come testimonia, per esempio, anche la scelta di introdurre l’edizione che Jean Le Clerc fece del De veritate religionis christianae di Grozio (Liberty Fund, 2012).
Nel 2019-2020 vince il Mind Senior Research Fellowship per lavorare al volume intitolato Thinking with Assent: Renewing a Traditional Account of Knowledge and Belief (forthcoming with Oxford University Press), al quale, secondo la testimonianza del marito, si è dedicata fino agli ultimi istanti. Si tratta di un lavoro preceduto da alcuni scritti di carattere epistemologico, nei quali, tuttavia, rimane centrale la questione del rapporto fede e ragione, un rapporto al quale Antognazza dedica alcuni testi importanti come The Distinction in Kind between Knowledge and Belief del 2020 («Proceedings of the Aristotelian Society», pp. 277-308) e Knowledge and Religious Belief, del 2021 («Think», pp. 39-53). Nei lavori più recenti, a testimonianza del mai esaurito dialogo con la filosofia dell’Università Cattolica, Antognazza riprende, citandola, Sofia Vanni Rovighi; lo si può vedere, ad esempio, in Subject, Object, and Knowledge as First-Person del 2021(«Grazer Philosophische Studien») e in Intuitive cognition in the Latin medieval tradition del 2023 («British Journal for the History of Philosophy»).
Nel 2022 viene eletta all’Academia Europaea. È stata presidente della British Society for the Philosophy of Religion (2019-2022), Chair of the British Society for the History of Philosophy e Trustee of The Royal Institute of Philosophy. Sin dagli inizi è stata socia stimata ed amata della Sodalitas Leibnitiana, nella quale, per due mandati, è stata anche membro del Direttivo.
Molto altro si potrebbe dire sul profilo scientifico di Antognazza e molto altro certamente verrà detto. A noi rimane l’esempio: l’esempio di un lavoro e di un impegno scientifico originali, intelligenti e resi comprensibili a tutti. Un lavoro che affonda le sue radici in una fede autentica, volta all’amore per il prossimo e alla inesauribile ricerca del vero. Spetta a noi e ai più giovani proseguirne la via, tenendone viva, in questo modo, la memoria.
Un articolo di
Direttore del Dipartimento di Filosofia - Università Cattolica