NEWS | Parola del giorno

Effatà

12 febbraio 2021

Effatà

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parola del giorno

Vangelo di Marco (Mc 7, 31-37)

Nel territorio dei lontani e dei pagani, l’incontro di Gesù con il sordomuto fa accadere la guarigione che ogni uomo attende quando sono compromessi gli organi dell’udito e della parola, fondamentali per la vita di relazione e immagini eloquenti della stessa fede.
Senza il clamore della folla, nel segreto di un incontro che non teme di esibire la fisicità del corpo per rimodellare un orecchio che sappia ascoltare e una lingua che possa riconoscere l’opera di Dio, Gesù sperimenta nella sua persona la fatica di ridonare agli uomini una vita nuova. Il suo gemito doloroso e angustiato è solo l’anticipo del grande grido emesso dall’alto della croce. Esprime lo sforzo di vincere la resistenza della sordità, che impedisce di ascoltare la Parola che salva, e il nodo della lingua, che imprigiona la capacità di rispondere.
La Parola, conservata nel suo suono arcaico, Effatà, cioè «apriti!» (Mc 7,34), traduce questo sforzo che comunica la vita e dà ragione di quello che dà valore alla vita: poter ascoltare la Parola che ci restituisce alla bellezza e al gusto della vita comune.

Un articolo di

Pierdavide Guenzi

Docente di Teologia

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Su iniziativa di S. E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del Centro pastorale pubblichiamo brevi testi evocativi, a partire dal Vangelo del giorno, per aiutare la riflessione e la preghiera in questo periodo così complesso a causa della crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus.

Scriveranno teologi, assistenti pastorali e professori. I testi saranno letti in un podcast e accompagnati da un’immagine scelta in rete.

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