Una Parola contro la paura

Vangelo di Marco (Mc 16,1-7)

Da un anno l’umanità tutta, anche quella che abita la parte fortunata del mondo, si trova immersa in una notte senza stelle. La pandemia, come ricordava il Papa nella sua Benedizione Urbi et Orbi del 27 marzo 2020, ha smascherato le menzogne della nostra epoca, i falsi discorsi – non ultimo quello del capitalismo contemporaneo – sui quali avevamo fondato le nostre certezze. E invece proprio questi sono i discorsi che uccidono, alimentando la megalomania dell’uomo di oggi, che vuole essere padrone di un pianeta in cui è solo un ospite, e producendo segregazione, con un odio per l’alterità che prima di tutto ci abita. In questa epoca di insicurezza e rancore, segnata da miti di autogenerazione ampiamente sostenuti da una certa versione della scienza, occorre rimettere in circolo la speranza, ma anche il coraggio di rischiare. Abbiamo bisogno di una Parola che ci risvegli e ci aiuti a prendere a braccetto la nostra paura. Una Parola da cui lasciarci provocare, e dunque anche chiamare all’azione. Come scriveva Hannah Arendt, gli esseri umani sono “nati per incominciare”.