NEWS | Roma

Fiocchetto Lilla, perché da soli non si può

09 maggio 2024

Fiocchetto Lilla, perché da soli non si può

Condividi su:

È stato un incontro non solo sentito e partecipato, ma desiderato da tutte e tutti le studentesse e gli studenti dei Collegi del Campus di Roma dell'Università Cattolica quello che si è tenuto il 7 maggio nel Centro Congressi della Sede, dal titolo “Malattie del comportamento alimentare”, con la partecipazione di Stefano Tavilla e Micaela Bozzolasco, fondatori della Fondazione “Fiocchetto Lilla”, e Laura Dalla Ragione, psichiatra e docente all’Università Campus Bio-medico di Roma, moderati da Viviana DAloiso, giornalista del quotidiano Avvenire, e introdotti da Edoardo Grossule, coordinatore del ciclo di incontri del progetto di Ateneo Avvenire in Campus.

L’incontro, alla presenza del Direttore Generale di Avvenire Alessandro Belloli, si inserisce nel progetto “Avvenire in Campus” che, dallo scorso mese di ottobre, coinvolge anche i quattro collegi della Sede di Roma in incontri comuni con firme illustri del quotidiano e personalità del mondo dell’informazione e dell’attualità e che, attraverso la lettura individuale del quotidiano grazie ad un abbonamento digitale riservato a ogni studente, propone un percorso educativo e culturale che favorisce nei più giovani una lettura “guidata”, per dedicare tempo e spazio all’approfondimento e al ragionamento sui temi più vivi e importanti dell’attualità.

«Per cercare di uscire da queste malattie è fondamentale chiedere aiuto – ha esordito Stefano Tavilla nel suo intervento – La scomparsa di mia figlia, il 15 marzo 2011, mi ha posto davanti a una scelta di vita che mi imponeva una sopravvivenza: ho scelto di creare qualcosa di costruttivo, che ora è la Fondazione “Fiocchetto Lilla”, per chi si sarebbe trovato ad affrontare questi problemi, oggi sempre più attuali».

«Sono stata malata per più di vent’anni – ha testimoniato Micaela Bozzolasco – La prima cosa che la mia famiglia notò all’inizio fu il cambiamento del mio sguardo. Ma ancora non era presente nemmeno in me l’idea che fosse una malattia, pensavo solo che fossero gli altri a non capirmi. Da allora ho intrapreso un viaggio verso quella persona che non ero più riuscita a essere e alla quale desideravo ritornare».

Secondo la definizione del Ministero della Salute, i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA) sono «patologie complesse caratterizzate da un disfunzionale comportamento alimentare e da un'eccessiva preoccupazione per il peso con alterata percezione dell’immagine corporea. Tali aspetti, inoltre, sono spesso correlati a bassi livelli di autostima». È dunque un tema diffuso e sensibile, particolarmente per le giovani generazioni, per il loro sviluppo psico-fisico e per le loro relazioni familiari, amicali e sociali.

«Nessuno è anoressico, obeso, bulimico: tutte queste persone sono affette da una malattia – ha detto Laura Dalla Ragione – Se una persona viene colpita da una malattia -  e parliamo di malattia, non di disturbi - che riguarda la forma corporea, si viene giudicati: esiste un problema culturale grande. Come altrettanto grande è in queste persone il problema della dispercezione corporea: la cura inizia proprio con la persuasione della propria malattia che parte dalla mente e colpisce il corpo. E non è il peso, non sono i numeri gli unici indicatori della patologia: è l’ossessione, il pensiero quotidiano continuo sul problema che ne determina la gravità».

L’incontro si è snodato attraverso testimonianze, esperienze, domande delle studentesse e degli studenti, creando un dialogo partecipato e continuo che i protagonisti hanno chiuso con messaggi di esortazione e di speranza.


«Non si guarisce da queste malattie se non esiste un percorso terapeutico completo – ha concluso Stefano Tavilla – Non basta la scomparsa dei sintomi, debbono esserci strumenti e presidi adeguati; ora sono aumentati i casi, ma non ancora i supporti di cura, soprattutto a livello di medicina ambulatoriale territoriale e della formazione e attività delle prime figure mediche di riferimento per le famiglie: i medici di base e i pediatri di libera scelta».

«Queste sono patologie complesse, multifattoriali e di rapida diffusione – ha aggiunto Laura Dalla Ragione – Se non vengono curate, possono diventare persistenti e molto gravi, ma se ci si cura si può guarire davvero».

«Ho capito di essere guarita quando un giorno mi sono accorta che camminavo di nuovo con lo sguardo in alto e quando, una mattina, nella mia mente c’era finalmente il silenzio e non più i pensieri e le ossessioni continue – ha concluso Micaela Bozzolasco – Si può guarire, si guarisce da queste malattie, anche dopo anni. Non da soli, da soli non si può, ma si guarisce completamente».

«Parlare di disturbi del comportamento alimentare non solo può giovare direttamente a chi ne soffre, che sia attraverso la presa di coscienza del disturbo o per mezzo della conoscenza di altri ragazzi che combattono la stessa battaglia, ma ha un ruolo decisivo nel determinare il contributo indiretto, fondamentale affinché la catena venga spezzata per sempre – ha commentato Elisabetta, studentessa del Collegio “San Luca - A. Barelli”, insieme alle numerose studentesse e studenti che hanno partecipato all’incontro - È necessario che tutti noi, consapevolmente, entriamo all’interno del vortice, non certo per soccombere, ma per prendere per mano e portare in salvo coloro che vorticosamente sono trascinati verso l’occhio del ciclone. È necessario conoscere, parlare con chi ha visto il mostro “in faccia” e l’ha sconfitto, ma anche con coloro che purtroppo hanno perso figli, nipoti e amici e oggi possono solo ricordare e parlare dei propri cari strappati per sempre da questa vita».

Fondazione “Fiocchetto Lilla”

«Stare insieme, comunicare, non sottovalutare i campanelli d’allarme del disagio: queste sono state le parole chiave di questo incontro, un’occasione utile per noi collegiali che abbiamo richiesto di approfondire questa problematica sempre più diffusa e che ci tocca da vicino. – ha aggiunto Laura, studentessa del Collegio “Ker Maria” - Abbiamo avuto l’opportunità di dialogare e di ascoltare gli interventi dei fondatori della Fondazione Fiocchetto Lilla che ci hanno portato le loro testimonianze in prima persona, insieme alla psichiatra che ha esplorato gli aspetti che possono influenzare e determinare i disturbi del comportamento alimentare, venendo incontro alle nostre domande e riflessioni su un tema che ci tocca in prima persona».

Gli incontri del progetto “Avvenire in Campus” nella sede di Roma

«Il Progetto Avvenire in Campus affronta temi cruciali con coraggio e sensibilità e si fa faro di speranza nel panorama mediatico contemporaneo, portando avanti una missione ambiziosa e necessaria: affrontare temi quotidiani spesso trascurati, ma di vitale importanza – ha commentato Pietro, studente del Collegio “San Damiano” a margine dell’incontro - In particolare, negli ultimi due incontri, ha gettato luce su due argomenti delicati e cruciali: la lotta alla mafia e i disturbi alimentari. La mafia, con la sua presenza pervasiva e subdola, si intreccia con le vite di molte comunità lasciando dietro di sé un'impronta di violenza e paura. I disturbi alimentari, una sfida che spesso rimane nell’ombra della società e che questo incontro ha reso comprensibile per cercare di rompere questo tabù. A mio parere, il progetto riesce a dare voce a temi spesso trascurati con coraggio e sensibilità. La sua efficacia risiede nel modo in cui riesce a coinvolgere gli studenti, creando consapevolezza e stimolando riflessioni profonde su temi fondamentali».

Avvenire in Campus: la sfida culturale dell’informazione 

«Cosa sono per noi gli incontri del progetto Avvenire in Campus? Il progetto è sinonimo di informazione attraverso un approccio che sia culturalmente vicino e "leggero" anche per noi giovani adulti – ha aggiunto Edoardo, studente del Collegio “Nuovo Joanneum” - Rappresenta la possibilità di apprendere ciò che accade nel mondo intorno a noi, caratterizzata però dall'opportunità di sentirsi protetti dal contesto in cui si ricevono queste informazioni. Questo terzo incontro ci offre l'opportunità di discutere di una delle problematiche più diffuse nei giovani, in particolare nelle giovani donne, ovvero quella delle malattie del comportamento alimentare. Questi eventi raggiungono anche noi, ci permettono di rallentare le nostre frenetiche vite e riportarci a questa realtà nella quali viviamo, ma non sempre informati».

Un mondo senza mafia? È possibile 

Un articolo di

Federica Mancinelli

Federica Mancinelli

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti