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Gestione del rischio, perché non basta un unico “format”

22 aprile 2021

Gestione del rischio, perché non basta un unico “format”

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Sismico, idrogeologico, vulcanico e, come i recenti fatti di cronaca hanno evidenziato, anche pandemico. È il rischio costante cui è sottoposto il territorio italiano, al centro di un vivace dibattito pubblico, oggi specialmente concentrato dal punto di vista sanitario che qualcuno vorrebbe nuovamente centralizzare.

Ma il territorio cambia, al cospetto sia di spinte centraliste che della necessità di autonomie locali, e per questo si rende sempre più necessaria una politica di governance che riguardi la società a 360°.

È stata avviata all’insegna di questa consapevolezza, la prima edizione del Master dell’Alta Scuola dell’Ambiente in Governance dell’ambiente per l’ecologia integrale. Rischio climatico, adattamento, formazione, dalla cui lezione inaugurale è emersa la strettissima connessione con l’attualità e il legame concreto con territorio e società, sia a livello locale che nazionale.

«Il dibattito sulla gestione del rischio, con annesse soluzioni da fornire, esisteva ben prima dell’avvento della pandemia» ha tenuto a ribadire Fabrizio Curcio, Capo dipartimento Protezione Civile della Presidenza Consiglio dei Ministri, intervenuto per l’occasione ed introdotto dai saluti del Delegato rettorale ASA Pierluigi Malavasi.

«L’errore di fondo è considerare le questioni ambientali come prettamente tecniche, quando invece - al netto di valutazioni tecniche necessarie - l’approccio corretto è una governance più generale, un progetto di gestione quotidiana del fenomeno. Per farlo sono bene accette politiche nazionali che dettino la linea d’azione generale, ma non dobbiamo dimenticare come la parte attuativa debba trovare sostanza a contatto coi territori specifici che, come ben sappiamo, in Italia sono assai diversificati per geografia e rapporto con Istituzioni» ha notato Curcio.

La strategia per gestire il rischio? «Non può essere un format comune a tutti. Serve costanza nazionale ma declinata esaltando le realtà territoriali» chiude Curcio.

E proprio sulle specificità territoriali, si è concentrato l’intervento del Sindaco di Brescia Emilio Del Bono, che ha puntualmente notato come «Nelle città serve pianificare per affrontare le fragilità ma le pianificazioni, per risultare efficaci, devono essere realistiche nei tempi e nei costi. Per farlo occorrono figure professionali ad hoc, con conoscenze multiple e trasversali che questo Master è in grado di formare».

Brescia è infatti una città, con annessa provincia, storicamente vocata all’industria che oggi si trova a governare il fenomeno inverso della de-industrializzazione, con la presenza di aree dismesse e zona abbandonate. «Dall’altro lato necessitiamo di elaborare nuovi equilibri di sostenibilità per quei siti produttivi ancora attivi che devono trovare il modo di convivere con l’abitato» ha precisato Del Bono.

Protezione, gestione, rischio sono quindi i tre concetti-chiave sui cui verte la programmazione del Master, sviscerati nell’intervento del Direttore di ASA e Delegato del Rettore per il coordinamento della ricerca sui temi della sostenibilità, Roberto Zoboli.

«Un intreccio sfidante, in cui l’impennata della domanda di protezione rivolta a Stati e aziende da parte delle persone ha evidenziato come il rischio faccia da sfondo a tutto. C’è bisogno di strategie di gestione multilivello, multi-contesto e multi-competenza che tengano conto del rischio ambientale, energetico, finanziario» ha precisato Zoboli.

Un concetto, quello di rischio, che aveva già destato l’attenzione dell’Ateneo in tempi non sospetti pre pandemia, già a partire dal 2019 con la presentazione della Ricerca biennale strategica d’Ateneo che tracciava i “Rischi globali e approcci multidisciplinari per le strategie di sviluppo umano integrale”. «Il rischio maggiore è quello climatico poiché minaccia la nostra stessa esistenza, quelli politico ed economico meno; in generale la cultura della prevenzione è stata a lungo trascurata» ha concluso Zoboli.

Un articolo di

Bianca Martinelli

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