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Il contagio buono della testimonianza

03 maggio 2021

Il contagio buono della testimonianza

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Un dialogo on line informale e semplice, vivace e personale. Avere l’occasione di interloquire con la professoressa Antonella Sciarrone Alibrandi, un “decano” del nostro Ateneo, ha suscitato l’interesse di tanti ragazzi e fatto emergere numerosi spunti di riflessione.

L’incontro,  che si è tenuto il 27 aprile nell’ambito del ciclo promosso dal collegio Nuovo Joanneum “Un’intervista a…”, ha toccato argomenti importanti, tra cui le sfide da affrontare per i cattolici di oggi, anche alla luce della pandemia che ha fatto emergere in maniera dirompente tutti i contrasti e le fragilità del nostro tessuto economico-sociale. Come ribadito dalla professoressa, è più che mai vivo il richiamo del cattolico, nel mondo odierno, a ricucire le ferite sociali e personali, lavorando e mettendosi al servizio del prossimo, seguendo la direzione tracciata da Papa Francesco per il cambiamento del paradigma economico-sociale, al fine di rimettere al centro la vita umana e la sua dignità. Rispondendo a uno studente, la professoressa Sciarrone ha detto che, per noi ragazzi, la responsabilità di farsi carico dei bisogni dell’altro deve partire da azioni semplici, come stare vicini alle persone in difficoltà o che soffrono la solitudine in questo momento particolare, che è anche il fondamento per costruire un buon esempio per gli altri: “Niente è più contagioso della buona testimonianza”.

La prorettrice ha parlato dei cambiamenti della nostra Università nel corso degli anni: complice anche il progresso informatico-digitale, il rapporto tra studenti e professori si è reso meno distaccato e l’ambiente universitario è diventato più “vivibile” per gli studenti rispetto a quando lei stessa frequentava la sede di Milano nei primi anni ‘80.

Numerose le domande dei ragazzi riguardo al mondo dei collegi e dell’Università, spesso con un occhio al futuro, anche nell’ottica del contesto pandemico che ha cambiato profondamente le modalità di relazione e l’insegnamento all’interno degli atenei. La professoressa ha sottolineato l’importanza dei collegi per la formazione degli studenti, definendo l’esperienza comunitaria di collegio come “esperienza universitaria al cubo”: un’espressione che ha senza dubbio colto nel segno, trovando l’approvazione dei numerosi collegiali collegati.

I collegi, pur nelle loro differenze, sono legati da un filo comune: da un lato il fatto di essere una fucina di idee e progetti, dall’altro il fatto di generare relazioni autentiche, ancor più preziose in un momento in cui a molti studenti sono preclusi momenti d’incontro e di socialità.  Ma la stessa Università, come ricordato giustamente dalla presidente di EDUCatt, è una realtà viva: non solo luogo in cui si realizza la trasmissione delle conoscenze dai professori agli studenti, ma anche e soprattutto luogo di comunità e relazione. A tal proposito la Prorettrice ha voluto raccontare la sua esperienza come docente di Diritto, riferendo in particolare del modo in cui, soprattutto grazie agli studenti, ogni anno accademico sia diverso da quello precedente, rappresentando un’esperienza unica e irripetibile per studenti e professori.

In relazione poi al Centenario dell’Ateneo e ripercorrendo la giornata dell’Inaugurazione dell’anno accademico, è emerso dal dialogo l’importante ruolo che la Cattolica ha avuto nel formare personalità di spicco della società civile del nostro Paese, in virtù della capacità di esprimere principi e valori saldi in un contesto sociale senza dubbio mutevole nel corso degli anni.

Non sono poi mancate alcune domande personali da parte dei ragazzi alle quali la professoressa Sciarrone ha risposto raccontando alcune fasi significative della sua vita: dal ruolo importante che l’oratorio ha svolto nella sua formazione fino agli insegnamenti cui si ispira, sempre sottolineando l’importanza della dimensione dell’ascolto e del dialogo, rifacendosi anche al motto di Don Milani: “I care”.

Sollecitata dalla domanda finale di uno studente, la professoressa ha raccontato di alcuni incontri che hanno segnato la sua vita: in primis quello con Silvia Vegetti Finzi, psicologa e accademica italiana che ha influito profondamente sul suo percorso professionale, poi Don Luigi Verdi, fondatore della Fraternità di Romena, e Paolo Grossi, ex presidente della Corte Costituzionale.

Ciò che senza dubbio ha lasciato il segno in questo incontro formativo, oltre alla sentita partecipazione di tutti noi collegiali e ai numerosi temi toccati, è stato il clima familiare e cordiale in cui si è svolto, che esprime molto bene l’obiettivo dell’Università Cattolica di creare una comunità accademica che sia veramente e profondamente umana.

Un articolo di

Giorgio Cannetti

Collegio Nuovo Joanneum

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