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Il filo del tempo tra l'Io e il Noi

07 ottobre 2022

Il filo del tempo tra l'Io e il Noi

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Oltre che per il centenario di Marcel Proust, il 2022 resterà nella storia letteraria francese per il sedicesimo Premio Nobel per la Letteratura che corona ancora una volta uno dei suoi scrittori. Si tratta della prima donna francese a ricevere il premio dell’Accademia svedese, una scrittrice nota e apprezzata anche in Italia: Annie Ernaux.

Nata nel 1940 in un piccolo borgo della Normandia, Ernaux cresce in un ambiente modesto: i genitori gestiscono un caffè à Yvetot, con annessa rivendita di alimentari. Un percorso scolastico brillante le permetterà però di passare i concorsi dell’insegnamento e di diventare professoressa di lettere. Lei stessa si definirà una “transfuga” dal punto di vista della classe sociale, e molti dei suoi romanzi riflettono sui compromessi che tale condizione richiede: per esempio La Place [Il posto] (1983, vincitore del premio Renaudot) dedicato alla figura del padre, che viene ricostruita a partire dal giorno della sua morte, o ancora Une Femme [Una donna] (1988), incentrato sulla vita della madre. Non è un caso, dunque, che la stessa Ernaux abbia sempre dialogato in maniera esplicita con le teorie del sociologo Pierre Bourdieu.

Con Les Années [Gli anni], pubblicato da Gallimard nel 2008 e che è probabilmente il suo romanzo più compiuto, essa rinnova completamente il genere dell’autobiografia passando da un io (il je onnipresente in molta letteratura d’oltralpe) a una “auto-socio-biografia”, come lei stessa l’ha definita. Partendo dal secondo dopoguerra fino al Duemila, Ernaux ricostruisce letterariamente non solo la propria vita, ma il destino di una generazione e forse di un’intera nazione, passando da un “elle”, in cui oggettivizza la propria esperienza, a un “nous” o a un ancor più generico “on” (il si impersonale in francese). In questo io che si fa corale, la sua scrittura è volutamente priva di ornamenti, tagliente “come un coltello” o “piatta”, e si nutre famelicamente dell’apporto delle immagini: la fotografia, il fotogramma di un film, l’affiche di una pubblicità vista in Tv sono istanti del tempo – personale e collettivo – che Ernaux traduce sulla pagina in un movimento sincopato, dove la prosa sembra quasi spezzarsi in versetti e diventare una formula rituale per carpire qualcosa al flusso del tempo, prima che “il dizionario accumulato dalla culla al letto di morte venga eliminato”.

A riprova di ciò, il volume “Quarto”, edito da Gallimard nel 2011 che raccoglie la maggior parte dei suoi scritti, si intitola Écrire la vie [Scrivere la vita]: non la mia vita, ma semplicemente la vita, con i suoi contenuti spesso discordanti, che sono esperienze di tutti ma che sono vissuti in modo diversissimo.

L’esigenza della scrittura per Ernaux è quella di esplorare costantemente lo sbigottimento di fronte al reale, per metterne in luce le motivazioni sociali, politiche, di genere che, nello scorrere del tempo, definiscono l’io nei suoi rapporti con l’altro, come prova anche il successo – non privo di polemiche – del film L’événement -La scelta di Anne premiato a Venezia l’anno scorso: un film che, come il libro omonimo L’evento, si ispira alla storia vera della Ernaux, che negli anni Sessanta sceglie di interrompere una gravidanza indesiderata, prima della Legge Veil che nel 1975 legalizzò l’aborto. Il tempo, dunque, su cui Marcel Proust ha costruito la sua vertiginosa e imperfetta cattedrale di parole con la Recherche, diventa nei testi di Ernaux un possente reagente della sua scrittura: “La memoria non si ferma mai. Mette sullo stesso piano i vivi e i morti, gli esseri reali e quelli immaginari, il sogno e la storia”.

La Francia resta nonostante tutto il Paese della letteratura, legata a chi è capace di rinnovare la lingua e la tradizione che l’ha nutrita. In Italia, è anche grazie al coraggio e all’acribia di casi editrici medie o medio-piccole, come L’Orma che ha pubblicato quasi tutti i romanzi di Ernaux, che possiamo scoprire e apprezzare questi scrittori.

Un articolo di

Davide Vago

Davide Vago

professore Letteratura francese - facoltà di scienze linguistiche e letterature straniere

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