
News | Parola del giorno
Il mattino di Pasqua
Sulla scena che apre i racconti della risurrezione nel Vangelo di Giovanni si susseguono diversi personaggi. Maria di Màgdala è la prima a recarsi al sepolcro.
| Bernardino Pessani
18 marzo 2021
Condividi su:
Vangelo di Giovanni (Gv 5,31-47)
Inviato e messo a morte, Gesù non ottiene alcuna gloria. Noi, come i suoi contemporanei, dubitiamo di Lui, della testimonianza vera delle sue opere e della Scrittura, mettiamo in dubbio il Padre celeste. Di quale padre e testimonianza stiamo parlando? Di un Padre che non ha paura del "contagio" umano e di una testimonianza che, non di rado, rifiutiamo: «Il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me» (Gv 5,37).
Ma è il padre del figlio prodigo che fa festa perché il figlio è tornato ed è sano e salvo. È il Padre che si rallegra della nostra conversione e di quella della sorella e del fratello, perduti e ritrovati. È il Padre della misericordia. È il Padre la cui testimonianza di accoglienza e perdono forma la fraternità. Ed è una testimonianza che apre alla libertà. La libertà dell'adesione, senza celare la possibilità del sospetto, del rifiuto e del tradimento.
È una testimonianza educativa, senza se e senza ma. È una testimonianza di lode e di gratitudine rivolta al Padre. Una testimonianza di fede: «Il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me» (Gv 5,37).
Un articolo di
Docente di Pedagogia
Su iniziativa di S. E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del Centro pastorale pubblichiamo brevi testi evocativi, a partire dal Vangelo del giorno, per aiutare la riflessione e la preghiera in questo periodo così complesso a causa della crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus.
Scriveranno teologi, assistenti pastorali e professori. I testi saranno letti in un podcast e accompagnati da un’immagine scelta in rete.