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Il patrimonio di una formazione integrale e di alta qualità

28 ottobre 2021

Il patrimonio di una formazione integrale e di alta qualità

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In Cattolica, oltre a un titolo di studio, a una preparazione altamente qualificata, gli alumni Sofia e Pierluigi Dima hanno acquisito una formazione integrale, frutto del progetto educativo dell’Ateneo. È per questo che hanno desiderato che anche il loro figlio studiasse in una università che assicura una formazione di alto profilo scientifico, culturale e spirituale, perché per preparare i professionisti di domani è necessario formare tutta la persona.  Tra ricordi, incontri e luoghi rimasti nel cuore la famiglia Dima racconta la gratitudine per la loro università e l’orgoglio di appartenere alla Community Alumni.


La testimonianza di Pierluigi Dima e sua moglie Sofia Cavaliere, alumni rispettivamente della Facoltà di GiurisprudenzaEconomia, è una vera e propria dichiarazione di gratitudine nei confronti dell’Università Cattolica. Perché in Cattolica da studenti, Sofia e Pierluigi, hanno trovato un luogo dove studio, ricerca, formazione, Fede interagiscono e si sviluppano insieme. Perché in Cattolica, oltre a un titolo di studio, a una preparazione altamente qualificata, gli alumni Sofia e Pierluigi hanno acquisito una formazione integrale, frutto del progetto educativo dell’Ateneo che ha una visione della persona come unità indivisibile, costituita da intelletto, volontà, emozioni, relazionalità e spiritualità. Una formazione integrale che ha l'obiettivo di sviluppare tutte le sfaccettature della persona, le sue abilità e competenze in modo armonico, completo e progressivo.  «Io sono originaria di San Vito dei Normanni - in provincia di Brindisi - e ho scelto di trasferirmi a Milano per frequentare l’Università Cattolica perché desideravo coniugare formazione universitaria e formazione di fede, dopo aver ricevuto in famiglia un’educazione cattolica ed essere cresciuta nella mia parrocchia nell’ambito dell’Azione Cattolica» racconta Sofia, che sottolinea inoltre come «l’Università Cattolica per me sia stata una scelta molto consapevole e orientata alla formazione integrale della persona, come la definiva il fondatore dell’Ateneo Padre Gemelli, soprattutto scegliendo una Facoltà come Economia il mio intento era proprio quello di ritrovare una università nella quale si potesse coniugare la parte formativa con quella umana e di fede».

«È un grande patrimonio quello che mi porto dentro» afferma invece Pierluigi, ripensando ai suoi anni di studi in Largo Gemelli e alla sua crescita culturale ricevuta grazie agli incontri importanti con docenti e figure istituzionali che sono state veri e propri punti di riferimento. Se Sofia infatti cita Luigi Manzolini, professore di Organizzazione aziendale e relatore della sua tesi in Processi di cambiamento organizzativo nel settore bancario: analisi di un caso di una banca privata, con cui si è laureata il 16 ottobre 1996, Pierluigi oltre al professor Alberto Liva, con cui si è laureato discutendo una tesi dal titolo J. Pothier, trattato del contratto di vendita, ricorda con grande stima i professori Angelo Giarda, Enrico De Mita, e come lezioni fondamentali di vita gli insegnamenti del giurista Piero Schlesinger – «che infondeva fiducia ed entusiasmo in noi studenti, dicendoci che saremmo stati la futura classe dirigente del Paese» – e del penalista Federico Stella, «uomo di elevata sensibilità e attenzione verso il prossimo».

Un articolo di

Graziana Gabbianelli

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Ma c’è un luogo in Cattolica a cui sono particolarmente legati Sofia e Pierluigi ed è il Centro Pastorale: una comunità in cui si sono sentiti accolti e che ha rappresentato sempre un punto di riferimento cruciale, prezioso e utile soprattutto per gli studenti, come loro, fuori sede. È grazie all’incontro con persone come l’assistente ecclesiastico generale monsignor Carlo Ghidelli, gli assistenti spirituali padre Francesco Giuliani, padre Enzo Viscardi, don Ampelio Crema e la dottoressa Sara Gaudio - sempre disponibili al dialogo e al confronto - che sia Pierluigi che Sofia hanno vissuto gli anni di studi universitari come occasione e opportunità di crescita umana e spirituale. «Ho condiviso molte esperienze di formazione teologica – ricorda Sofia -; durante il mio primo anno di corso in Cattolica ho partecipato alla Giornata mondiale della gioventù a Czestochowa, e poi ogni anno partecipavo alle Settimane teologiche che mi sono rimaste particolarmente nel cuore, mentre settimanalmente frequentavo gli incontri di formazione e lectio divina con Monsignor Ghidelli».


Pierluigi rammenta invece il suo impegno per la Consulta diocesana pastorale universitaria e il Consiglio pastorale dell’Ateneo, impegno che gli ha permesso di incontrare personalità di rilievo come Oscar Luigi Scalfaro e Giuseppe Dossetti e, al tempo stesso, di acquisire un metodo, un approccio, improntato al rigore e all’onestà, che si è declinato e ha sempre orientato il suo percorso professionale. Pierluigi - che oggi con sua moglie si occupa di gestione immobiliare e ha lavorato in una importante multinazionale - dal 2011 al 2016, è stato assessore alle Politiche per la casa presso il comune di San Giuliano Milanese. Nel 2014, ricoprendo tale incarico, ha ricevuto il premio Pio La Torre – Sezione Buone pratiche amministrative per il suo operato finalizzato al recupero dei beni confiscati, presenti sul territorio comunale, in risposta alla elevata emergenza abitativa. Dietro la proposta e la firma di una delibera portata avanti dall’alumnus Pierluigi si coglie la capacità di contribuire concretamente alla diffusione di una cultura della legalità democratica e della cittadinanza responsabile, nonché si rispecchiano nitidamente quei valori e quelle nozioni apprese, studiate, condivise in Università Cattolica.

Guardandosi indietro e ripensando alle tante interessanti lezioni dei professori, all’impegno e agli sforzi sostenuti per ogni esame, ma soprattutto alle molte iniziative culturali e spirituali a cui hanno partecipato, sia Sofia che Pierluigi comprendono che tutto ha avuto la sua importanza e il suo senso. Come il loro incontro casuale al Centro Pastorale, a cui ha fatto seguito un progetto di vita insieme. È stato proprio monsignor Ghidelli a celebrare il loro matrimonio e sempre lui ha battezzato il loro primogenito Gabriele, che si è immatricolato quest’anno alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica.


Sicuramente sulla scelta di Gabriele ha influito il giudizio e il ricordo, più che positivo, dei genitori alumni Unicatt. Se mamma Sofia infatti spera che possa anche lui vivere da studente un’esperienza formativa completa, come è stata per lei, nell’Ateneo di Largo Gemelli; papà Pierluigi ha caldeggiato la scelta per la sicurezza di poter avere una formazione di alto profilo scientifico, culturale e spirituale, perché per preparare i professionisti di domani è necessario formare tutta la persona.

A tutto questo si aggiunge - fa presente lo stesso Gabriele – l’entusiasmo a dir poco contagioso con cui l’alumnus Pierluigi ha scortato la futura matricola in un tour tra le bellezze architettoniche dei chiostri bramanteschi e i tesori nascosti dell’Ateneo: come la Cripta e la Cappella del Sacro Cuore. Sono alte quindi le aspettative della matricola Gabriele che comunque ha maturato la sua decisione sulla base anche del fatto che la Facoltà di Giurisprudenza della Cattolica è tra le più prestigiose per tradizione, employability e per i valori che conserva e trasmette ai suoi studenti”.

«Entrando a far parte di un Università così grande e autorevole mi aspetto un ambiente stimolante, a trecentosessanta gradi, ricco di nuove esperienze di vita oltre che di studio – confida Gabriele -, mi aspetto di incontrare docenti, saggi e sapienti, che mi possano far crescere dal punto di vista didattico e umano. Sono pronto a stringere nuove amicizie con miei compagni di corso, con cui spero di condividere obiettivi e avventure».

Di tutte queste aspettative Gabriele spiega che ne ha ricevuto come un assaggio durante l’iniziativa del Welcome day rivolto alle matricole di Giurisprudenza, in cui ha ascoltato il discorso del Rettore, di alcuni professori e dei rappresentanti degli studenti. «Dalle loro parole ho trattenuto molti concetti, ma in particolare ho colto l’importanza del concetto di futuro.  Noi studenti della Cattolica siamo il futuro dell’Italia ma non solo, dell’Europa e del mondo come lo erano i nostri predecessori». E qui il pensiero di Giovanni va ai suoi genitori, che non molti anni prima erano al suo medesimo punto di partenza e da lì hanno proprio iniziato a costruire il loro futuro. Allo stesso modo Gabriele, in Cattolica, auspica di riuscire a costruire, sulle basi solide di una formazione completa, il proprio domani.

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