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La lezione dei grandi maestri e il fascino immutato della Cattolica

29 febbraio 2024

La lezione dei grandi maestri e il fascino immutato della Cattolica

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Anni di studio, di conoscenza, di incontri importanti con docenti che hanno smosso passioni e fatto nascere nuovi interessi. Ma anche anni di belle amicizie sono stati quelli vissuti in Cattolica da Simona, Alessandro e Sara Gavinelli. Tre alumni che hanno studiato in tre corsi di laurea differenti nell’università che reputavano più qualificata, più corrispondente ai lori ideali di vita e maggiormente in grado di dare loro una formazione completa per il proprio futuro professionale. È forte, pertanto, il senso di gratitudine verso il loro Ateneo e il legame con la grande Community Alumni.


Aver studiato in Cattolica è un’esperienza che porti con te per tutta la vita. È questo che sostanzialmente traspare dai ricordi e dalle parole di Simona, Alessandro e Sara Gavinelli.

I primi due sono fratelli, lei si è laureata in Lettere antiche e oggi insegna Paleografia latina nell’Ateneo del Sacro Cuore, lui è dottore in Economia e commercio e oggi lavora in banca. Poi c’è Sara, figlia di Alessandro, che dopo aver conseguito la triennale in Lettere moderne, sta proseguendo la sua formazione con una laurea magistrale in Comunicazione per l’impresa, i media e le organizzazioni complesse.

Tre percorsi di studio differenti ma accomunati dal fatto di essere stati tutti promotori di nuovi interessi, inaspettate passioni, importanti occasioni di crescita e opportunità verso il mondo del lavoro. «I miei professori di riferimento – eccellenze come Giuseppe Billanovich e Mirella Ferrari – avevano potenziato il mio ingenuo amore per lo studio, lo slancio idealistico di poter contribuire a incrementare la cultura con la ricerca senza dimenticare, una volta entrata nel quadro dei docenti dell’Università Cattolica, l’attenzione umana verso gli studenti» afferma infatti Simona che confessa come neanche poteva immaginare che l’incontro con tali maestri avrebbe cambiato il suo destino: «Quei professori diventarono le guide per la mia tesi di laurea – dedicata a un manoscritto scolastico carolingio in scrittura irlandese – e per il mio dottorato di ricerca incentrato invece sulle Elegantiae di Lorenzo Valla».

Un articolo di

Graziana Gabbianelli

Graziana Gabbianelli

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Simona Gavinelli


Venendo dagli impegni di parrocchia e dalla vita in oratorio era stato quasi naturale per la giovane Simona proseguire il suo percorso formativo in una università confessionale anche se decisivo fu, anche qui, l’intervento di un professore, quello di latino e greco del suo liceo che la orientò in Cattolica: «In particolare verso la Facoltà di Lettere e filosofia, per studiare Lettere classiche con docenti altamente qualificati in discipline che mai avevo sentito nominare, quali Paleografia, Latino medievale, Filologia medievale e umanistica, in pratica lo studio degli antichi manoscritti per capire meglio la trasmissione dei testi in latino e in volgare lungo in secoli». Se oggi Simona insegna Paleografia latina è sicuramente dovuto all’incontro e al confronto, in Cattolica, con docenti che sapevano insegnare molto di più della loro semplice lezione. È seguendo pertanto l’esempio dei professori che più ammirava, che più l’hanno interessata a materie prima poco note e soprattutto appassionata allo studio di queste materie che Simona ha deciso di intraprendere la propria carriera accademica.

Alla Cattolica la prof. Simona deve anche quello che lei definisce «da sempre il periodo più bello della mia vita». Subito dopo essersi laureata, grazie agli scambi culturali che l’università gestiva con altri atenei all’estero, ottenne una borsa di studio per l’università Cattolica di Leuven in Belgio: «Ne approfittai per vedere i manoscritti di mezza Europa, un periodo splendido, un vero cammeo di libertà, ero una ragazza spensierata in corsa verso la sua libertà. Per queste esperienze, per queste sensazioni, per queste opportunità provo una profonda gratitudine per la mia università, per una istituzione che vedo quotidianamente, non avvertendo quasi i continui, impercettibili, cambiamenti».

Un sentimento di gratitudine si ritrova anche nelle parole di Alessandro, il fratello di Simona (nella foto a destra nei chiostri con la figlia Sara) che motiva la sua scelta di immatricolarsi alla Facoltà di Economia perché negli anni ’80 la Cattolica era «molto quotata per i suoi docenti, riconosciuti accademicamente a livello internazionale» e perché «essersi laureato nell’Ateneo del Sacro Cuore costituiva un ottimo biglietto da visita, se non la garanzia, di un rapido e sicuro inserimento presso banche o aziende accreditate».

L’ alumnus Alessandro - che si è laureato nel 1983 discutendo una tesi dal titolo Lo sviluppo internazionale delle imprese minori e il ruolo delle banche con come relatore Walter Giorgio Scott, docente di marketing – racconta «quanto l’austero professor Scott, inizialmente molto distaccato» si rivelò il docente che più l’affascinò «tanto da voler elaborare la tesi con lui, una tesi che per via del suo argomento mi ha permesso di avvicinarmi al mondo delle banche e della finanza e ha reso il mio percorso formativo perfetto per inserirmi nel mondo del lavoro». Tra i tanti ricordi che riaffiorano in Alessandro se ripensa ai suoi anni da studente in Largo Gemelli – dagli impegnativi corsi ed esami di Economia e Diritto privato a quelli obbligatori di Introduzione alla Teologia, che allora erano denominati Morale, dalle rette forse un po’ alte ma ampiamente compensate dagli ottimi servizi offerti come la biblioteca, la mensa e le aule studio – emerge nitidamente la consapevolezza che studiare e laurearsi in Cattolica ha significato aver conseguito: «Un alto livello di formazione, un notevole bagaglio culturale e soprattutto il sentirsi accompagnato nel mondo professionale con le migliori referenze curriculari».

Foto di gruppo del terzo anno di corso di Lettere antiche Unicatt. Si riconoscono Giuseppe Billanovich (secondo in basso da sx) e Mirella Ferrari (quinta in basso da sx)


Per entrambi i fratelli Gavinelli un altro fattore importante che ha arricchito, indubbiamente, i loro anni da studenti universitari sono state le amicizie, strette tra i chiostri bramanteschi e le aule dell’Ateneo di Largo Gemelli. «Amicizie importanti animate da grande solidarietà nell’affrontare le fatiche e le difficoltà dello studio e degli esami» osserva Alessandro mentre l’alumna Simona - rievocando il piacere «di incontrare e attardarsi tra i chiostri con gli amici per scambiarsi gli appunti delle lezioni o per darsi l’appuntamento per il pranzo in mensa o la merenda al bar o anche solo per spettegolare un po’» -  sottolinea il valore di quelle amicizie tra i compagni di corso, benché non fossero prive di rivalità e di emulazione «per vedere chi di noi potesse riuscire a rimanere in università, seguendo l’esempio dei docenti che più stimavamo».

Alla luce di queste positive esperienze di studio e di vita appare quasi scontata e naturale che anche Sara, rispettivamente figlia e nipote degli alumni Alessandro e Simona, abbia deciso di immatricolarsi e studiare in Cattolica. In realtà Sara racconta che l’Università Cattolica l’aveva attratta, quanto respinta, proprio in virtù del fatto che «era stata l’università in cui mio padre si era laureato in Economia e Commercio, garantendosi subito una professione ben retribuita, e altrettanto sua sorella, mia zia, che si era laureata in Lettere antiche perché le piaceva insegnare, e poi proprio lì era rimasta come docente di Paleografia latina, una materia davvero molto lontana dai miei interessi. Inoltre, a me non è mai piaciuta l’idea di insegnare, così come non riuscivo ad immaginare di seguire le orme di mio padre nella vita di bancario».

Ma poi alla fine la scelta di Sara è stata per la Facoltà di Lettere e filosofia in Cattolica, colpita dagli «ambienti, gli spazi ben curati e confortevoli» ma soprattutto per la possibilità di «costruire un percorso di studi all’interno di una buona offerta formativa» dove, via via, ha avvertito «l’attrattiva per il settore della comunicazione, in particolare per il linguaggio cinematografico». Un percorso di studio che l’alumna Sara racconta di aver voluto vivere pienamente: “anche come occasione di maturazione personale ho voluto e cercato di vivere a pieno la mia vita universitaria, non solo frequentando i corsi (a proposito, che sofferenza i mesi di pandemia in DAD) ma anche fermandomi a studiare nelle aule e negli spazi messi a disposizione, condividendo il mio tempo e le mie esperienze con tanti altri studenti, godendo di una stimolante quotidianità occupata dallo studio, ma anche di una rete di amicizie in costante espansione».

Sara Gavinelli


Come era stato per suo padre e per sua zia, anche Sara valuta come una preziosa opportunità di apprendimento e crescita personale l’incontro avuto con docenti che le hanno permesso di acquisire una visione più ampia del proprio campo di studio e di sviluppare nuovi interessi. Tra questi sicuramente il professor Andrea Chimento, che in qualità di relatore della sua tesi intitolata: Paolo Sorrentino in viaggio verso la Grande Bellezza: introspezione di un sentimento deluso le ha fornito «metodo di lavoro e capacità critica potenziando, contemporaneamente, curiosità culturali e tendenze introspettive». Un ricordo speciale Sara lo riserva anche per il professor Marco Rizzi di Letteratura cristiana antica, apprezzandolo per «il suo interesse che verteva sulla passione per la materia piuttosto che sulla valutazione dei contenuti».

Conclusa positivamente l’anno scorso la triennale, Sara ha riconfermato la sua scelta per la Cattolica decidendo di iscriversi alla laurea magistrale in Comunicazione per l’impresa, i media e le organizzazioni complesse (CIMO): «Grazie al contributo dei miei professori non ho avuto dubbi nel procedere con i miei studi nella stessa direzione, per affinare le mie capacità critiche in attesa di un interessante sbocco professionale, che ancora non immagino, ma verso cui mi avvio trascinata dall’entusiasmo e dalla competenza di tanti docenti».

Formare professionisti in grado di affrontare le sfide e di cogliere le opportunità che emergono dal mondo del lavoro in costante divenire, così come la formazione di personalità consapevoli del proprio valore e in grado di comprendere, criticamente, i cambiamenti della società circostante sono le finalità, ieri come oggi, di ogni percorso di studi. Lo esprime chiaramente la professoressa Simona quando - attraversando i chiostri della sede milanese o l’ingresso del palazzo storico di via Trieste della Cattolica dove insegna – dice che spesso le viene da pensare che «malgrado le difficoltà e le fatiche quotidiane, resta sempre molto edificante e appagante potersi impegnare per realizzare percorsi di studio finalizzati ad aprire i giovani alla vita vera e all’impegno lavorativo».

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