Venendo dagli impegni di parrocchia e dalla vita in oratorio era stato quasi naturale per la giovane Simona proseguire il suo percorso formativo in una università confessionale anche se decisivo fu, anche qui, l’intervento di un professore, quello di latino e greco del suo liceo che la orientò in Cattolica: «In particolare verso la Facoltà di Lettere e filosofia, per studiare Lettere classiche con docenti altamente qualificati in discipline che mai avevo sentito nominare, quali Paleografia, Latino medievale, Filologia medievale e umanistica, in pratica lo studio degli antichi manoscritti per capire meglio la trasmissione dei testi in latino e in volgare lungo in secoli». Se oggi Simona insegna Paleografia latina è sicuramente dovuto all’incontro e al confronto, in Cattolica, con docenti che sapevano insegnare molto di più della loro semplice lezione. È seguendo pertanto l’esempio dei professori che più ammirava, che più l’hanno interessata a materie prima poco note e soprattutto appassionata allo studio di queste materie che Simona ha deciso di intraprendere la propria carriera accademica.
Alla Cattolica la prof. Simona deve anche quello che lei definisce «da sempre il periodo più bello della mia vita». Subito dopo essersi laureata, grazie agli scambi culturali che l’università gestiva con altri atenei all’estero, ottenne una borsa di studio per l’università Cattolica di Leuven in Belgio: «Ne approfittai per vedere i manoscritti di mezza Europa, un periodo splendido, un vero cammeo di libertà, ero una ragazza spensierata in corsa verso la sua libertà. Per queste esperienze, per queste sensazioni, per queste opportunità provo una profonda gratitudine per la mia università, per una istituzione che vedo quotidianamente, non avvertendo quasi i continui, impercettibili, cambiamenti».
Un sentimento di gratitudine si ritrova anche nelle parole di Alessandro, il fratello di Simona (nella foto a destra nei chiostri con la figlia Sara) che motiva la sua scelta di immatricolarsi alla Facoltà di Economia perché negli anni ’80 la Cattolica era «molto quotata per i suoi docenti, riconosciuti accademicamente a livello internazionale» e perché «essersi laureato nell’Ateneo del Sacro Cuore costituiva un ottimo biglietto da visita, se non la garanzia, di un rapido e sicuro inserimento presso banche o aziende accreditate».
L’ alumnus Alessandro - che si è laureato nel 1983 discutendo una tesi dal titolo Lo sviluppo internazionale delle imprese minori e il ruolo delle banche con come relatore Walter Giorgio Scott, docente di marketing – racconta «quanto l’austero professor Scott, inizialmente molto distaccato» si rivelò il docente che più l’affascinò «tanto da voler elaborare la tesi con lui, una tesi che per via del suo argomento mi ha permesso di avvicinarmi al mondo delle banche e della finanza e ha reso il mio percorso formativo perfetto per inserirmi nel mondo del lavoro». Tra i tanti ricordi che riaffiorano in Alessandro se ripensa ai suoi anni da studente in Largo Gemelli – dagli impegnativi corsi ed esami di Economia e Diritto privato a quelli obbligatori di Introduzione alla Teologia, che allora erano denominati Morale, dalle rette forse un po’ alte ma ampiamente compensate dagli ottimi servizi offerti come la biblioteca, la mensa e le aule studio – emerge nitidamente la consapevolezza che studiare e laurearsi in Cattolica ha significato aver conseguito: «Un alto livello di formazione, un notevole bagaglio culturale e soprattutto il sentirsi accompagnato nel mondo professionale con le migliori referenze curriculari».