Ma tale concezione deve fare i conti con la difficoltà a cercare casa a Milano. È quanto ha evidenziato Pierfrancesco Maran, assessore alla Casa e Piano Quartieri del Comune di Milano: «Milano anno dopo anno è diventata città più giovane, in dieci anni è cresciuta del 15% a fronte di un Paese con dati negativi. La stanza o il monolocale costano e ciò rende difficile la realizzazione dei sogni di autonomia, frustra le aspettative generazionali dei giovani tra 25 e 35 anni. C’è un incremento di giovani che possono vivere a Milano “costi quel che costi” ma quando finisce l’età della gioventù, in cui sono sostenuti dalle famiglie, si fa fatica a trovare una casa a causa di stipendi che sono più bassi di città con cui ci compariamo all’estero». Collegato al problema della casa e del vivere a Milano c’è l’aspetto del pendolarismo, più accettato in anni passati, oggi meno proponibile «perché gli studenti sono meno propensi a fare sacrifici, ci tengono alla qualità della vita e poi vogliono vivere uno stile di vita urbana in cui si interseca l’esperienza universitaria per vivere la città con tutte le sue proposte». Perciò, sul caro-affitti e sulla relativa “protesta delle tende”, l’assessore ha fatto presente che dopo la pandemia la città si è ripopolata e lo Stato sugli affitti guadagna 3 miliardi di cedolare secca che può investire, pur tenendo presenti i tempi lunghi dell’urbanistica.
Quello della casa è un problema che tocca non solo gli studenti ma anche il ceto medio che combatte con l’aumento del costo della vita a parità di stipendio, come ha affermato Mauro Migliavacca, professore di Sociologia dei processi economici e del lavoro all’Università di Genova e tra i curatori e del volume, per il quale la casa è un indicatore sensibile in tema di disuguaglianze.
Al webinar ha portato la sua testimonianza uno dei protagonisti della protesta delle tende, lo studente Lorenzo Ricetti Rodriguez, II anno di Scienze linguistiche. «Si è trattato di dar voce alle nostre preoccupazioni. La protesta è iniziata con Ilaria, la prima ragazza che ha posto la sua tenda in piazza Leonardo da Vinci. Non voleva creare un movimento, ma inevitabilmente questi momenti condivisi hanno creato unione e abbiamo sperimentato l’importanza della comunità con pranzi sociali, scambio di vestiti, ecc. Abbiamo sperimentato l’orizzontalità del movimento: nessuno è più forte rispetto agli altri».
Una possibile soluzione, ha concluso l’assessore Maran, è quella di creare a livello nazionale un fondo di sostegno agli affitti e, a Milano, promuovere un canone concordato sotto i valori di mercato, non tanto per far abbassare gli affitti ma per non farli salire.