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Il problema della casa a Milano e l’autonomia dei giovani

29 giugno 2023

Il problema della casa a Milano e l’autonomia dei giovani

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È la più articolata analisi della condizione giovanile in Italia, come ha affermato all’inizio del webinar Roberto Fontolan della Comunicazione dell’Istituto Toniolo: è contenuta nel volume “La condizione giovanile in Italia, Rapporto Giovani 2023 (Ed. Il Mulino)” - a cura dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, ente fondatore dell’Università Cattolica - realizzato con il sostegno di Fondazione Cariplo e in collaborazione con Ipsos, presentato durante il webinar di lunedì 26 giugno sui canali social dell’Università Cattolica e dell’Istituto Toniolo.

A inquadrare i grandi temi del rapporto è stato Alessandro Rosina, docente di Demografia e Statistica sociale in Università Cattolica e coordinatore dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo: «Da più di dieci anni è uno strumento privilegiato per conoscere la condizione giovanile, con dati concreti e indagini di approfondimento. Si coglie la realtà che cambia nello sguardo dei giovani». Attuali e rilevanti i temi trattati, tra cui il rapporto scuola-lavoro, la partecipazione sociale e politica, le scelte dei giovani, i loro progetti di vita quali soggetti attivi nella realtà in cui vivono. Questo rapporto è caratterizzato dall’approfondimento sul conflitto in Ucraina, sul cambiamento climatico e il riscaldamento globale al fine di capire la posizione dei giovani e il loro desiderio di essere attivi, di poter contare, di avere interlocutori autorevoli e di voler diventare autonomi.

Proprio nell’ambito all’autonomia si colloca il problema della casa. È recentissima la vicenda che ha occupato le cronache delle ultime settimane circa gli studenti accampati nelle tende per protestare contro il caro affitti. Il Rapporto Giovani esamina la concezione e i significati attribuiti dalle nuove generazioni all’abitare, aspetto cruciale nell’autonomia dei giovani nella vita adulta, evidenziando continuità e discontinuità con la visione tradizionale delle generazioni precedenti e rilevando similarità e differenza rispetto ai coetanei degli altri Paesi.

Ma quale è il senso e la prospettiva della casa per i giovani? Una sintesi è stata tracciata da Rita Bichi, docente di Sociologia generale in Università Cattolica e componente dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, confrontando i dati di una indagine che ha coinvolto cinque Paese europei: Italia, Spagna, Francia, Germania e Gran Bretagna. «C’è un modello mediterraneo che propone uno slittamento dell’uscita della casa della famiglia di origine. Dai 18 ai 34 anni in Italia i giovani vivono con la famiglia di origine. Chi vive in affitto sono i più poveri: le fasce di popolazione giovani, gli stranieri, le famiglie numerose. La casa rappresenta un bene rifugio ma tanti giovani non si pongono il problema dell’acquisto. Si stanno ridisegnando gli stili di vita, compresa l’uscita dalla città per rivedere i ritmi della vita quotidiana, come la pandemia ha anticipato. La casa è vista anche come una scelta provvisoria legata ai servizi e ai bisogni che si vengono a costituire nel tempo della vita, quindi, non un acquisto per sempre ma si potrà cambiare durante la vita. Ultima tendenza è il fatto che i giovani la considerano come spazio di condivisione, anche dell’affitto, al fine di avere maggiori disponibilità economiche per soddisfare altre esigenze».


Ma tale concezione deve fare i conti con la difficoltà a cercare casa a Milano. È quanto ha evidenziato Pierfrancesco Maran, assessore alla Casa e Piano Quartieri del Comune di Milano: «Milano anno dopo anno è diventata città più giovane, in dieci anni è cresciuta del 15% a fronte di un Paese con dati negativi. La stanza o il monolocale costano e ciò rende difficile la realizzazione dei sogni di autonomia, frustra le aspettative generazionali dei giovani tra 25 e 35 anni. C’è un incremento di giovani che possono vivere a Milano “costi quel che costi” ma quando finisce l’età della gioventù, in cui sono sostenuti dalle famiglie, si fa fatica a trovare una casa a causa di stipendi che sono più bassi di città con cui ci compariamo all’estero». Collegato al problema della casa e del vivere a Milano c’è l’aspetto del pendolarismo, più accettato in anni passati, oggi meno proponibile «perché gli studenti sono meno propensi a fare sacrifici, ci tengono alla qualità della vita e poi vogliono vivere uno stile di vita urbana in cui si interseca l’esperienza universitaria per vivere la città con tutte le sue proposte». Perciò, sul caro-affitti e sulla relativa “protesta delle tende”, l’assessore ha fatto presente che dopo la pandemia la città si è ripopolata e lo Stato sugli affitti guadagna 3 miliardi di cedolare secca che può investire, pur tenendo presenti i tempi lunghi dell’urbanistica.

Quello della casa è un problema che tocca non solo gli studenti ma anche il ceto medio che combatte con l’aumento del costo della vita a parità di stipendio, come ha affermato Mauro Migliavacca, professore di Sociologia dei processi economici e del lavoro all’Università di Genova e tra i curatori e del volume, per il quale la casa è un indicatore sensibile in tema di disuguaglianze.

Al webinar ha portato la sua testimonianza uno dei protagonisti della protesta delle tende, lo studente Lorenzo Ricetti Rodriguez, II anno di Scienze linguistiche. «Si è trattato di dar voce alle nostre preoccupazioni. La protesta è iniziata con Ilaria, la prima ragazza che ha posto la sua tenda in piazza Leonardo da Vinci. Non voleva creare un movimento, ma inevitabilmente questi momenti condivisi hanno creato unione e abbiamo sperimentato l’importanza della comunità con pranzi sociali, scambio di vestiti, ecc. Abbiamo sperimentato l’orizzontalità del movimento: nessuno è più forte rispetto agli altri».

Una possibile soluzione, ha concluso l’assessore Maran, è quella di creare a livello nazionale un fondo di sostegno agli affitti e, a Milano, promuovere un canone concordato sotto i valori di mercato, non tanto per far abbassare gli affitti ma per non farli salire.

Un articolo di

Agostino Picicco

Agostino Picicco

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