Hanno il potere dei fucili ma il vuoto negli occhi. Basta farsi descrivere un bambino-soldato per capire cos’è la Repubblica Democratica del Congo oggi. Il paese in cui hanno perso la vita l’ambasciatore italiano Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci è enorme, sconvolto da una guerra che si trascina da decenni, è il secondo paese più povero al mondo nonostante le sue immense risorse e la popolazione locale ha una cultura per certi versi molto lontana dalla nostra che a volte crea muri per chi arriva da fuori con l’intenzione di dare una mano: «Io vivo qui da 18 anni e ci sono ancora aspetti e loro usanze che non capisco» conferma Monica Corna.
Monica è la Rappresentante nel paese del VIS, Ong nata nel 1986 su ispirazione del Centro Nazionale Opere Salesiane e partner del Centro di Ateneo per la Solidarietà Internazionale per il Charity Work Program dell’Università. In Repubblica Democratica del Congo le attività principali dell'organizzazione sono la protezione dell’infanzia, programmi di educazione e formazione professionale e il rafforzamento delle organizzazioni della società civile e degli altri attori di sviluppo.
Il suo arrivo a Goma, principale città dell’Est del paese e sede della missione Onu MONUSCO, è avvenuto poco dopo una tremenda eruzione nel gennaio del 2002: «Sembrava di essere finiti all’inferno. Nonostante la lava fosse solida i piedi scottavano, le strade erano chiuse e il commercio inesistente. La città era completamente sconnessa dal resto del paese, che è grosso otto volte l’Italia. Per raggiungere la capitale Kinshasa bisognava attraversare il confine con il Rwanda e prendere un aereo».