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L’educazione al tempo delle tecnologie digitali e dell’Intelligenza Artificiale

16 giugno 2025

L’educazione al tempo delle tecnologie digitali e dell’Intelligenza Artificiale

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È possibile educare con l’Intelligenza Artificiale? Oppure educare all’Intelligenza Artificiale? Oppure ancora educare proprio la stessa Intelligenza Artificiale? 

E se tutti i problemi che questa pone nascessero più banalmente proprio dal suo nome? Se fosse stata chiamata “machine learning” tante questioni non si sarebbero poste nell’assillo del confronto con l’intelligenza umana.

Sono solo alcune delle tante suggestioni emerse nel seminario che si è svolto venerdì 13 giugno, organizzato dalla Facoltà di Scienze della formazione, dal Dipartimento di Psicologia e dal Corso di dottorato in Scienze della persona e della formazione.

La relazione tra educazione e nuove tecnologie rischia di essere oggetto di reazioni polarizzate: da un lato si vorrebbe delegare alla tecnologia un compito propriamente umano come quello dell’educare e di risolvere i problemi, dall’altro ci si accosta con sospetto e sfiducia. «Ma – ha osservato Domenico Simeone, preside della Facoltà di Scienze della formazione – non si può abdicare alla responsabilità educativa in quanto occorre conoscere le tecnologie digitali e l’Intelligenza Artificiale per coglierne i rischi che ogni innovazione porta con sé. Vietarla è una scorciatoia non utile e dimostra l’incapacità a educare». Per questo, rivolgendosi ai dottorandi, li ha invitati a fare ricerca (anche avvalendosi della tecnologia) per verificare responsabilmente alcuni compiti educativi in relazione alle questioni etiche che ne derivano.

Ne ha sviluppato il concetto Antonella Marchetti, coordinatrice del dottorato in Scienze della persona e della formazione e direttrice del dipartimento di Psicologia, che ha citato papa Francesco: «Tra tecnofobie e tecnofilie, la differenza la fa la sapienza del cuore. E l’Università Cattolica è luogo ideale per coltivare questi temi, come sta facendo già da diversi anni».

Entrando nel vivo dell’incontro è stato Alfonso Molina, direttore scientifico della Fondazione Mondo Digitale, ad offrire concreti spunti di educazione applicata alle tecnologie digitali sulla base della visione educativa della Fondazione e dei progetti posti in essere che ha illustrato. «Innovazione, istruzione, inclusione e valori fondamentali, costituiscono le quattro dimensioni dei nostri progetti destinati a portare benefici e vantaggi a tutte le persone, grazie a un ecosistema personale che porta alla realizzazione della persona. C’è bisogno di una nuova educazione che nutra il pensiero e il senso del fare rete».

Gli impatti dell’Intelligenza Artificiale sui sistemi educativi, con particolare riferimento a quanto accade in Regione Lombardia, sono stati svolti da Stefano Pasta, ricercatore di Didattica e pedagogia speciale, che ha contribuito alla redazione delle linee guida di Regione Lombardia. Andando a definire con rigore l’Intelligenza Artificiale, ha affermato che si tratta «dell’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività. Il problema non è condividere il mondo con una macchina più intelligente, ma con una macchina più intelligente di noi, che non rappresenta il mondo, ma lo comprende in modo molto diverso.
Così l’Intelligenza Artificiale rettamente intesa può diventare supporto per l’insegnamento delle materie scolastiche, oggetto di riflessione pedagogica, alleata nella costruzione di competenze e per la didattica speciale».

Dagli interventi e dal dibattito che ne è seguito è emersa, al tempo dell’Intelligenza Artificiale, la primaria importanza di educare al pensiero critico: è questa la sfida etica e antropologica alla base della riflessione odierna.
 

Un articolo di

Agostino Picicco

Agostino Picicco

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