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L'eredità storica e le nuove sfide della Nato

14 maggio 2024

L'eredità storica e le nuove sfide della Nato

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In coincidenza con il settantacinquesimo anniversario della fondazione dell’Alleanza Atlantica, avvenuta il 4 aprile 1949, la Facoltà di Scienze politiche e sociali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha organizzato la XII edizione del Convegno di studi volto ad analizzare “Eredità storica e nuove sfide” per la stessa Alleanza. Tale iniziativa si inscrive in una tradizione solida di studi sulla NATO, protrattasi per quattro decenni, come ricordato dal preside della Facoltà Guido Merzoni in apertura dei lavori, e animata dal professor Massimo de Leonardis e dai suoi allievi, che oggi continuano a coltivare il medesimo filone di ricerca.

Come ricordato nell’introduzione dall’Ambasciatore Francesco Maria Talò, Rappresentante Permanente d’Italia al Consiglio Atlantico, 2019-2022, e Consigliere del Ministro della Difesa, «raramente un’alleanza militare ha mantenuto la sua rilevanza per così tanto tempo». Per mantenere l’Alleanza in salute, tuttavia, ha ricordato che è necessario l’impegno quotidiano, specialmente ora alla luce dell’evoluzione del quadro internazionale.

L’Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, Capo di Stato Maggiore della Difesa, ha sottolineato nella sua prolusione che l’Alleanza, con i suoi 32 membri, si conferma come un elemento solido dopo 75 anni, durante i quali più di quattro generazioni di uomini e donne hanno vissuto in pace, testimoniando la vittoria della NATO durante la guerra fredda. Come ricordato dall’Ammiraglio, la NATO non ha mai perso un membro e il segreto di ciò è racchiuso nell’articolo 5 del Trattato di Washington, che prevede l’intervento reciproco in caso di aggressione a uno o più membri dell’Alleanza. Rispetto alle alleanze militari del passato, «i fondatori della NATO hanno dimostrato una straordinaria lungimiranza nel preservare l’unità dell’Alleanza a tutti i costi, grazie a una visione incentrata sulla protezione dei diritti umani e dello stato di diritto, e da un’etica volta a difendere i valori liberali e democratici».

Nel corso della prima sessione, il professor Massimo de Leonardis ha sottolineato come dopo l’aggressione russa all’Ucraina la guerra convenzionale sia tornata in Europa. Questo deve portare i Paesi alleati a colmare le differenze reciproche: «La NATO deve impegnarsi a mantenere la sua supremazia, ma è anche essenziale coordinarsi con altre Nazioni e stimolare l’industria della difesa affinché rimanga sempre pronta ad affrontare le future sfide».

«Durante i 75 anni della NATO l’Italia – ha affermato nella sua prolusione l’Ambasciatore Marco Peronaci, Rappresentante Permanente d’Italia al Consiglio Atlantico – ha costantemente contribuito all’Alleanza Atlantica con idee e risorse per la sua postura, dimostrandosi un attore ed alleato solido ed affidabile». L’Ambasciatore Peronaci ha anche aggiunto che l’Italia rimane un alleato di spicco giocando un ruolo importantissimo nelle relazioni tra gli Stati del Nord America e l’Europa, contribuendo a tutte le missioni NATO. In vista del Summit di Washington l’Italia potrà ampliare l’importanza del concetto di Mediterraneo allargato, con l’obiettivo di creare nelle strutture NATO istituzioni ad hoc.

Nel corso delle sessioni pomeridiana del convegno, in cui sono intervenuti accademici, diplomatici, militari e professioni, è stato posto un maggiore accento sulle innovazioni introdotte dal nuovo concetto strategico della NATO, approvato a Madrid nel giugno 2022. Particolare attenzione è stata dedicata al crescente ruolo della Cina e i suoi rapporti con l’Alleanza Atlantica, ai contributi forniti dall'Italia alla NATO sul fianco Est e nelle problematiche oltremare, e alle prospettive future dei rapporti transatlantici.

Il convegno è stato reso possibile grazie all’impegno del comitato scientifico, composto da Massimo de Leonardis, Mireno Berrettini, Gianluca Pastori e Davide Borsani, e di quello del comitato organizzativo, composto da Daniela Archetti e Simone Zuccarelli. Infine, il convegno ha avuto il patrocinio conferito dal Comitato Atlantico Italiano e dal NATO Rapid Deployable Corps, e ha ricevuto il supporto della NATO Public Diplomacy Division.

Un articolo di

Dino Sabovic

Dottorando Dip. di Scienze politiche - Università Cattolica

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