L’Italia è un sogno che ritorna incessantemente, ricordava la poetessa Anna Achmatova. «In Francia quel sogno è oggi pratica concreta: l’italiano è una lingua-ponte che connette eredità e futuro, identità e cooperazione» e, proprio per questo, «investire sull’italiano significa coltivare un bene comune europeo capace di generare conoscenza, cittadinanza culturale e sviluppo condiviso». A dirlo è Maria Teresa Zanola, docente di Linguistica francese e direttrice scientifica dell'Osservatorio di terminologie e politiche linguistiche – OTPL dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, nella cornice del Consolato Generale d’Italia in Francia. Dove la community Alumni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con il Consolato Generale stesso e con l’Accademia della Crusca, di cui la professoressa Zanola è accademica corrispondente, ha promosso giovedì 23 ottobre un incontro dedicato al ruolo della lingua italiana come strumento di dialogo interculturale, creativo e professionale tra Italia e Francia.
L’evento, organizzato nell’ambito della XXV Settimana della Lingua italiana nel mondo dedicata al tema “Italofonia: la lingua oltre i confini” sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, si è intitolato “L’Italie est un rêve... L’italiano in Francia, una passione d’arte, cultura e professionalità”. «Gli italiani nel mondo sono ormai più di 7 milioni, con un bacino di italofonia dai potenziali immensi» ha detto all’Ansa Jacopo Albergoni, Console Generale d’Italia a Parigi. «Attraverso il confronto tra esperienze nel campo delle arti applicate, delle professioni creative e delle tecnologie d'impresa, questa iniziativa intende valorizzare l'italiano come lingua che supera i confini geografici e continua a generare significati, innovazione e opportunità nel tessuto culturale francese».
Riprendendo le osservazioni sviluppate nel suo contributo al volume realizzato quest’anno dall’Accademia della Crusca, la professoressa Zanola, in dialogo con Stefano Montefiori, corrispondente da Parigi del Corriere della Sera, dopo i saluti del Console Jacopo Albergoni, ha ricordato che «investire sull’italiano è una responsabilità congiunta di scuole, università, istituzioni e imprese. Solo in questo modo la passione potrà alimentare pratiche linguistiche ricche di cultura e la tradizione si potrà trasformare in altre nuove professionalità».