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L’uomo, il pastore, il Santo: Giovanni Paolo II e la Chiesa dei giovani

12 ottobre 2021

L’uomo, il pastore, il Santo: Giovanni Paolo II e la Chiesa dei giovani

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Mentre i giovani della Chiesa cattolica si preparano alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù, che si terrà nel 2023 a Lisbona, la Fondazione Giovanni Paolo II per la Gioventù - nata per sostenere le attività della Sezione “Giovani” dell’attuale Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita ed eretta in persona giuridica pubblica nel 1991 dal presidente del Pontificio Consiglio per i Laici – ha pubblicato in questi giorni un numero straordinario della rivista “World Youth Day magazine” dedicato a San Giovanni Paolo II, in ricordo delle Giornate Mondiali della Gioventù (GMG), promosse per la prima volta su sua iniziativa nel 1985.

Pubblichiamo l’editoriale di S. E. Mons. Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, direttore responsabile della rivista, coordinatore dei giovani italiani alla GMG di Czestochowa del 1991 e poi responsabile per la C.E.I. di molte Giornate Mondiali, soprattutto nell’ambito della comunicazione sociale.

 

Nell’omelia durante la Messa per il centenario della nascita di San Giovanni Paolo II, Papa Francesco partendo dal versetto “Il Signore ha visitato il suo popolo” (Lc 7,16) affermava: «cento anni fa il Signore ha visitato il suo popolo. Ha inviato un uomo, lo ha preparato per fare il vescovo e guidare la Chiesa» (Omelia, 18 maggio 2020).

In San Giovanni Paolo II abbiamo potuto vedere l’uomo, il pastore e il Santo plasmati da Dio per compiere la missione di introdurre la Chiesa nel terzo millennio. Una personalità talmente poliedrica e ricca da poter invitare tutti ad aprirsi al mistero di Dio, come ha fatto fin dall’inizio del suo pontificato: «aprite, anzi spalancate le porte a Cristo!».

Si è fatto compagno di viaggio di tutti, ma ha voluto attorno a sé soprattutto i giovani. Ha scommesso su di loro. Ha voluto guardare il futuro con i loro occhi, affrontare i drammi dell’umanità con le loro speranze, annunciare il Vangelo con il loro coraggio. Ha saputo fare chiasso con loro a ogni latitudine della Terra, un chiasso che Roma e il mondo non dimenticheranno mai, come ebbe a dire in occasione della grande GMG del 2000.

Con Giovanni Paolo II la Chiesa ha dato credito ai giovani, si è messa in gioco con loro e li ha investiti di responsabilità. Una seminagione lunga e appassionata che ha prodotto frutti meravigliosi e ha lasciato un segno indelebile nella vita della Chiesa. Coltivazione che si è prolungata nei pontificati di Benedetto XVI e, ora, di Francesco che ha voluto dedicare loro un Sinodo e l’Esortazione Christus vivit (25 marzo 2019).

Non finiremo mai di esprimere la nostra riconoscenza al Papa dei giovani ma nello stesso tempo non potremo più esimerci dal lavorare per e con la gioventù perché Giovanni Paolo II ci ha insegnato che cosa significa guardarli e soprattutto amarli come ha fatto Gesù: “fissatolo, lo amò” (Mc 10,21).

Photo credit "Fondazione Giovanni Paolo II per la Gioventù"

Un articolo di

S. E. Mons. Claudio Giuliodori

S. E. Mons. Claudio Giuliodori

Assistente Ecclesiastico generale dell'Università Cattolica

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