A quarant’anni esatti dalla firma della Legge 222 del 1985 che ha inaugurato il sistema di finanziamento pubblico alla Chiesa Cattolica attraverso l’8x1000, poi esteso alle altre confessioni religiose che hanno stipulato intese con lo Stato, il convegno di studi “La Chiesa al servizio della società” ha portato nel campus di Piacenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore docenti ed esperti di Diritto canonico e di Diritto ecclesiastico da tutta l’Italia. E lo ha fatto il un momento particolarmente importante, all’indomani dell’elezione al soglio pontificio del Cardinale Robert Francis Prevost. Due giorni di lavori, ideati da Antonio Chizzoniti, ordinario di Diritto canonico e di Diritto ecclesiastico nella Facoltà di Economia e Giurisprudenza, insieme ad Anna Gianfreda e a Giulia Mazzoni, nei quali sono stati coinvolti anche molti giovani studenti del campus piacentino.
«È stata un’occasione unica riuscire ad ascoltare, dalla voce diretta dei protagonisti che l’hanno creata, come si è sviluppata una norma nata per l’ordinamento italiano che ha influenzato la Chiesa universale» spiega il professor Chizzoniti. «La Legge 222 del 1985 nasce infatti con l’occhio all’Italia, ma i suoi contenuti hanno finito per attuare il Codice di Diritto canonico del 1983 che riguardano tutta la Chiesa». Del resto, come sottolinea Anna Gianfreda, docente di Diritto canonico e di Diritto ecclesiastico, «la possibilità per la Chiesa cattolica italiana e per le altre confessioni di avere dei flussi finanziari pubblici consente loro di porsi al servizio della società», perché «attraverso i canali dell’8x1000 tanto la Chiesa cattolica quanto le altre confessioni religiose svolgono una serie di azioni a sostegno non solo del culto ma anche di altri enti che operano per il bene della società».
Nel suo saluto, Antonella Sciarrone Alibrandi, giudice della Corte Costituzionale, già sottosegretario del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede, ha notato che «è molto bello che questa iniziativa si tenga proprio all’Università Cattolica, che è sempre stato un luogo nel quale le discipline ecclesiasticistiche e canonistiche rivestono un ruolo molto importante, in una dimensione dialogica tra loro e con gli studiosi degli altri atenei, ma anche in un’ottica interdisciplinare con le altre materie di studio. Studiare questa legge è importante anche in prospettiva futura, perché ci sono molti temi che possono aprire nuovi modi di guardare alle relazioni tra Stato e Chiesa nel pieno rispetto del principio di laicità previsto dal nostro ordinamento» ha spiegato la professoressa Sciarrone Alibrandi. «E poi non può non colpire che siamo all’indomani dell’habemus papam. Ero a Roma, al suono delle campane ho potuto recarmi in piazza San Pietro, ed è stata un’emozione indicibile».