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La cura del "noi" antidoto all'individualismo

22 gennaio 2024

La cura del "noi" antidoto all'individualismo

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La ricetta del “noi” è l’antidoto all’individualismo dominante e offre gli strumenti per affrontare le incalzanti sfide sociali ed ecclesiali. Tale ricetta - declinata in sei parole: “Attraversare. Visioni. Processi. Sete. Germogli. La città che sale” - è proposta nel libro “Verso Noi. Prendersi cura della vita di tutti” (Editrice Ave) da Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana - e in tale veste componente del consiglio d’amministrazione dell’Università Cattolica - nonché docente di Statistica economica alla Lumsa di Palermo. Quella che offre Notarstefano è una lettura della realtà caratterizzata da fragilità, crisi, transizioni e timori, giungendo alla conclusione che nessuno si salva da solo e che sono fondamentali nuovi stili di vita orientati a solidarietà, compassione, partecipazione e impegno. Insomma, una riflessione laica destinata a un più vasto pubblico per ragionare sul futuro del nostro pianeta in chiave sostenibile.

Il volume è stato presentato mercoledì 17 gennaio nella Sala Negri da Oleggio dall’autore e da monsignor Claudio Giuliodori, che si è detto «doppiamente contento» perché nella duplice veste di assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica e dell’Azione Cattolica. A moderare l’incontro e a interrogare i due relatori è stato il giornalista Gianni Borsa.

In apertura dei lavori monsignor Giuliodori, che ha portato il saluto del rettore Franco Anelli impegnato fuori sede, ha ricordato il legame tra l’Azione Cattolica e l’Ateneo: il secondo non sarebbe esistito senza la prima, grazie all’impegno e alla promozione della beata Armida Barelli. Ha altresì rilevato che «nonostante tante cose siano cambiate nella società e nella chiesa, c’è sempre una radice comune fatta di collaborazione, impegno generoso e gratitudine».

Il professor Notarstefano ha confidato che, in un tempo in cui tutti scrivono, diventa rischioso fermare il pensiero, e così si è proposto di condividere ad alta voce riflessioni frutto di “incontri vortiginosi”, con l’intento di continuare la conversazione tramite lo scritto. «Viviamo un momento di grande complessità caratterizzato da una visione parziale e difficoltosa ma non rinunciamo a interpretare e accogliere come un dono il nostro presente. La lettura dei segni dei tempi non è una analisi sociologica ma la capacità di leggere questa realtà che ci interpella e chiede la nostra conversione al cambiamento». E ancora: «In un’epoca di transizione abbiamo bisogno del cambiamento di stili di vita nelle situazioni in cui la vita sociale si struttura, vivendo la nostra “scelta religiosa” come scelta di profondità e costruendo percorsi di animazione civica».

A tal proposito monsignor Giuliodori ha affermato che «la cura della spiritualità è la sfida contemporanea in un mondo individualista» e ha indicato nella sinodalità «la categoria portante che ci permette di attraversare questo tempo cogliendone le potenzialità e sviluppandole, camminando insieme perché camminare autonomamente è semplice ma l’impegno è quello di stare nella diocesi e nelle parrocchie come compagni di viaggi di altre realtà, diventando fermento tra altre realtà aggregative».

Al termine dell’incontro, cui hanno assistito rappresentanti di varie realtà dell’Università, i soci dell’Azione Cattolica ambrosiana e di altre diocesi lombarde, il presidente Notarstefano compiacendosi per i volti amici presenti e in quanto tale esempio concreto di un’associazione vissuta come una «rete di amicizie», ha annunciato che in occasione dell’apertura della XVIII Assemblea nazionale, il prossimo 25 aprile, l’Azione Cattolica Italiana si troverà in piazza San Pietro insieme con Papa Francesco per ascoltare la sua parola e fare festa insieme: un modo “sinodale” per continuare a rendere la propria testimonianza laicale nella chiesa e nella società.

Un articolo di

Agostino Picicco

Agostino Picicco

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