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La dignità dell’uomo, una questione da approfondire

17 giugno 2022

La dignità dell’uomo, una questione da approfondire

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Approfondire il tema della “dignità” umana con il contributo della scienza biblica. È l’obiettivo che si è posto il ciclo di seminari “A immagine e somiglianza” con l’incontro “Dignità. Quando l’uomo può dirsi umano”. Un ciclo di riflessioni nato dalla collaborazione tra l’Università Cattolica - rappresentata dalla facoltà di Giurisprudenza, dal Dipartimento di Scienze giuridiche e dalla cattedra di Filosofia del diritto -, la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e l’Università del Piemonte Orientale per esplorare percorsi scientifici di riflessione in prospettiva interdisciplinare. E che, dopo l’attenzione dedicata alla “fraternità”, continua la sua esplorazione puntando l’obiettivo sul concetto di dignità.

«La questione della dignità ha una natura trasversale, costituisce crocevia antropologico con analisi a più livelli che riguardano l’ambito giuridico, teologico e filosofico, con un particolare riguardo alle radici biblico-teologiche in un orizzonte complessivo che si protende anche ad altri ambiti, come l’intelligenza artificiale, la dimensione etica e quella della vita pubblica», ha detto il preside della facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica Stefano Solimano, introducendo il primo incontro che si è svolto il 13 giugno.

Si tratta «non solo di un ciclo di incontri che si apre» ma di «un punto di arrivo su un percorso in cui le tematiche della fraternità e della dignità non sono in rapporto di successione ma di reciproca implicazione dato che la fraternità presuppone e custodisce la dignità dell’uomo», ha fatto eco il preside della facoltà Teologica Settentrionale, don Massimo Epis. E ha aggiunto: «La dignità, infatti, non si afferma per contrapposizione né per accostamento ma prende forma e si realizza nell’esercizio della prossimità».

Il dibattito è entrato nel vivo con l’intervento di don Massimiliano Scandroglio, della facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, con all’attivo studi sull’Antico Testamento e sulla letteratura profetica, che ha indagato la dignità dell’uomo secondo la prospettiva biblica. Commentando nel suo valore simbolico il primo capitolo della Genesi, in particolare il versetto in cui l’uomo è creato a immagine e somiglianza di Dio, ha parlato di valore della storia ferita dal male e dal peccato ma abitata dalla misericordia di Dio, indentificata come la pace piena e definitiva: «L’uomo è immagine di Dio, in quanto interlocutore di Dio. È Dio che rivolge la parola alla sua creatura. Il profeta biblico è colui che grazie alla divina ispirazione interpreta la storia, la custodisce e la trasmette con il diretto coinvolgimento della sua intelligenza e il suo carisma personale. La storia non è cornice alla dignità ma è luogo in cui si plasma l’azione offerta per grazia».

La seconda relazione è stata affidata alla biblista Laura Invernizzi, docente di Teologia dell’Università Cattolica e della facoltà Teologica di Milano, che ha commentato il quarto capitolo del libro della Genesi, dove l’omicidio di Abele da parte di Caino è posto in una cornice di grazia che non svuota la storia ma la pone di fronte alla possibilità di un perdono. «Il tema è quello della violenza e della relazione con il violento. Attraverso la narrazione di tale omicidio si scandagliano i meandri del cuore umano con la sua conflittualità. Emerge la malvagità intrinseca di Caino, ma la sua dignità c’è. Anche Caino è interlocutore di Dio, questo omicidio non è l’ultima parola nella storia di questo fratello. Dio torna da lui, non lo accusa e non lo rimprovera, ma lo interroga e lo spinge a parlare».

Alle due relazioni hanno fatto seguito alcune “risonanze” programmate, iniziate con quella di monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, il quale ha evidenziato l’importanza di tali seminari di approfondimento per cogliere la ricchezza dei testi biblici in chiave antropologica. «Nell’umano si riflette il divino, e nell’umano si rivela il mistero di Dio. La Genesi è un testo attuale che offre spunti fondamentali per il nostro tempo. L’approfondimento biblico apre alla riflessione teologica e fornisce strumenti che hanno la scientificità della sapienza per ritrovare il valore e il senso della dignità».

I successivi contributi di don Sergio Ubbiali, della facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, di Paolo Heritier, dell’Università del Piemonte Orientale, e di Giovanni Bombelli, dell’Università Cattolica, hanno posto domande e stimolato un dialogo con i relatori sugli aspetti più tecnici delle relazioni. Per Ubbiali, il profeta arriva in ritardo perché Dio è già arrivato e il profeta prepara alla sua nuova venuta. Heritier nel rapporto tra dignità e profezia ha evidenziato l’esistenza di una prospettiva individualistica e personalista anche nella formazione politica e della democrazia, e il valore espressivo della dignità che contribuisce alla codificazione del collettivo: c’è un cammino dell’umanità che grazie al profeta si è messo in moto. Bombelli ha ricostruito il concetto di dignità, che è un prodotto del Novecento e costituisce un nucleo duro che richiede di essere declinato. «Pertanto l’uomo può dirsi umano quando si muove tra immanenza e trascendenza».

 

 

 

Un articolo di

Agostino Picicco

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