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La filosofia e l'intelligenza artificiale

20 novembre 2024

La filosofia e l'intelligenza artificiale

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Il terzo giovedì di novembre l’UNESCO celebra, ogni anno, la Giornata Mondiale della Filosofia per ricordare il valore della filosofia nello sviluppo del pensiero umano. La prima Giornata mondiale della filosofia fu celebrata nel 2002, in occasione dell’edizione 2024 e nell’intento di rendere omaggio alla più complessa ed affascinante delle discipline, il Dipartimento di Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha promosso un incontro dedicato al tema: La filosofia e l’intelligenza artificiale. Presenta l’evento, approfondendo il tema, la professoressa Paola Muller, docente di Storia della filosofia medievale alla Facoltà di Lettere e filosofia e presidente SFI Lombardia.


In occasione della "Giornata mondiale della filosofia", il Dipartimento di Filosofia dell’Università Cattolica, con la sezione lombarda della Società Filosofica Italiana, ha organizzato un incontro per esplorare una delle sfide più stimolanti del nostro tempo: il rapporto tra filosofia e intelligenza artificiale.

Il 30 novembre 2022, un agente artificiale chiamato ChatGPT è stato reso per la prima volta accessibile al pubblico. In soli due mesi, la sua base utenti è cresciuta del 10.000%, e oggi, a distanza di due anni, oltre 180 milioni di persone interagiscono settimanalmente con questo strumento. Ma al di là dell'impressionante crescita e dell'entusiasmo per un nuovo mezzo di gestione delle informazioni, rimane una domanda cruciale: che cosa significa tutto questo per noi?

Con Alessandro Giordani, docente di Logica ed epistemologia dell’Università Cattolica, approfondiremo il fenomeno ChatGPT come esempio emblematico di un'intelligenza artificiale che non è solo un potente strumento per gestire informazioni o rispondere a domande complesse. È un simbolo di un'era in cui l’intelligenza artificiale non è più confinata ai laboratori di ricerca ma si intreccia con la nostra quotidianità. Cosa rende un chatbot capace di generare risposte tanto articolate e naturali? Come interagire con queste entità influenza il nostro modo di pensare e apprendere?

Questi interrogativi, che toccano la filosofia, la tecnologia e le scienze cognitive, richiedono un’attenta riflessione. La filosofia, da sempre impegnata a indagare la natura dell’essere e della conoscenza, oggi trova in strumenti come ChatGPT un nuovo terreno per ridefinire il concetto di intelligenza, di creatività e persino di coscienza.

Fino a che punto possiamo delegare il pensiero e la decisione a un algoritmo? Che ruolo gioca l'intelligenza artificiale nell'ampliare o limitare la nostra libertà di pensiero? Lontano dall’essere solo strumenti tecnologici, entità come ChatGPT sono specchi che riflettono i nostri limiti e le nostre potenzialità, costringendoci a ridefinire ciò che significa essere umani in un mondo sempre più digitale.

L’interazione con un’entità come l’IA ci spinge a guardare dentro noi stessi. Se un algoritmo è in grado di simulare così bene il linguaggio e persino di imitare il nostro stile comunicativo, cosa ci distingue davvero da una macchina? Questa domanda non è nuova, ma mai come ora è diventata tangibile. L'intelligenza artificiale ci sfida a ridefinire i confini tra ciò che è umano e ciò che è artificiale, tra creatività e calcolo.

L’adozione massiccia di strumenti come ChatGPT segna un momento di svolta. Per la prima volta, l’intelligenza artificiale è entrata nelle case, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, influenzando non solo il modo in cui viviamo, ma anche il modo in cui pensiamo a noi stessi.

Un articolo di

Paola Muller

Paola Muller

Docente di Storia della filosofia medievale, Università Cattolica

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