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La Facoltà di Psicologia compie 25 anni

06 novembre 2024

La Facoltà di Psicologia compie 25 anni

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«Venticinque anni non sono tanti ma tante cose sono cambiate dalla nascita della nostra Facoltà a oggi. È cambiato il mondo del lavoro e questo ha voluto dire modificare l’impianto formativo, guardare alle nuove professioni, capire da dove siamo partiti e dove stiamo andando. Oggi vogliamo rivolgere uno sguardo al passato per ricostruire le origini e gli sviluppi delle attività negli anni successivi, e al tempo stesso guardare al futuro attraverso le parole dei giovani che si sono formati in questa università».

Con queste parole il preside Alessandro Antonietti ha introdotto il momento celebrativo del venticinquesimo anniversario della Facoltà di Psicologia che martedì 5 novembre ha riunito ex presidi, professori, alumni e studenti.

Se la Facoltà è ancora giovane, la tradizione della psicologia in Università Cattolica è invece secolare e affonda le sue radici negli interessi del fondatore Padre Agostino Gemelli. Lavoro, famiglia, clinica, socialità, rapporto uomo-tecnologia sono gli ambiti che hanno caratterizzato una psicologia «incentrata sulla persona e attenta ai progressi della ricerca. Possiamo parlare di una visione olistica che fin dalle origini ha caratterizzato l’approccio dei fondatori – ha dichiarato il Rettore dell’Università Cattolica Elena Beccalli portando il suo saluto all’inizio dell’evento. La Facoltà coniuga l’attività scientifica con la formazione senza tralasciare la terza missione, interagendo con il territorio, ed essendo attenta al benessere delle persone e della collettività. Lo sguardo lungo e integrale e la visione educativa e di ricerca sanno rispondere alla complessità del nostro tempo».

Un successo annunciato, testimoniato dai 15004 studenti laureati in Psicologia dal 1999, dai premi a livello internazionale, dal collocamento internazionale della Facoltà tra le prime 150 al mondo secondo il QS World Ranking by subject 2023, grazie anche all’introduzione di un percorso di laurea in lingua inglese.

Le radici sono state fondamentali in questo percorso e a  tracciare la storia della Facoltà è stata la professoressa Eugenia Scabini, prima preside dal 1999 al 2011 che con altri colleghi ha raccolto l’eredità degli studi di Padre Gemelli e del Laboratorio di Psicologia coevo alla nascita dell’Ateneo, al quale sono seguite le attivazioni dell’Istituto di Psicologia, della scuola di specializzazione, del Dipartimento di Psicologia, dell’Alta Scuola in Psicologia “Agostino Gemelli”, del dottorato di ricerca. «Il punto di partenza è stata una posizione antropologica che vede la persona nella sua complessità e integrità – ha detto Scabini. Noi abbiamo cercato da una parte di mantenere un’ampiezza di orizzonti valorizzando le discipline non psicologiche (filosofia, biologia, pedagogia, sociologia) e dall’altra parte abbiamo mantenuto una predilezione per la ricerca rigorosa e applicata nel tentativo costante di mettere le scoperte scientifiche al servizio del benessere personale e sociale».

Un articolo di

Emanuela Gazzotti

Emanuela Gazzotti

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Tutto questo attraverso azioni concrete come l’avvio di centri di ricerca, del Centro di Ateneo Studi e ricerche sulla famiglia, master, summer school e corsi di formazione, e servizi agli studenti come le esperienze pratiche guidate e di tirocinio (EPG e EPT) e i tirocini. «Ho cominciato qualcosa di nuovo con altri, anche quelli che oggi non ci sono più, perché i progetti si fanno insieme. E grazie a questo senso di appartenenza della Cattolica la Facoltà ha potuto raggiungere i suoi obiettivi» – ha concluso commossa la professoressa.

La parola è passata la professor Claudio Albino Bosio, preside dal 2011 al 2018. Una stagione decisamente nuova per la Psicologia, perché in quegli anni si stava concretizzando un impatto normativo e operativo di ispirazione governativa «che veniva a ridefinire e ridisegnare il modus operandi della Facoltà» – ha dichiarato il professore. «Con la riconfigurazione normativa nel 2011 è nata la Valutazione della Qualità della Ricerca dell’ANVUR, che ha portato con sé un’un’incertezza sulla formazione dei nuovi ricercatori. Inoltre, all’inizio del mio mandato tre pilastri della Facoltà terminavano il loro lavoro in Università (Eugenia Scabini, Cesare Kaneklin e Vittorio Cigoli), quindi un’ulteriore sfida cominciava insieme agli altri colleghi». Insomma, un inizio sfidante sempre permeato dall’idea del servizio formativo con un capitale umano da far crescere e che ha sempre dato grandi soddisfazioni: «Dal punto di vista della occupabilità avevamo risultati decisamente superiori rispetto al benchmark nazionale» – ha aggiunto Bosio. Oggi dobbiamo lavorare con diversi contesti professionali. Negli ultimi dieci anni c’è stato uno tsunami che sta riorientando gli psicologi alle libere professioni e noi dobbiamo assumerci il compito di accompagnarle in una evoluzione virtuosa».


Le nuove generazioni di psicologi hanno infatti aperto nuovi orizzonti, come testimoniato dagli alumni invitati a partecipare all’anniversario della Facoltà. A cominciare da Chiara Bacilieri, Head of Research & Innovation di Lifeed, che ha accolto la visione olistica della psicologia nominata dal Rettore Beccalli, che offre «un approccio multidisciplinare e ci rende capaci di collegare i punti tra ambiti diversi. Possiamo scegliere e anche cambiare idea, come è capitato a me». Laureata nel 2015, Bacilieri ha iniziato in un’azienda dove ha contribuito a creare una “tecnologia empatica” applicata al marketing e poi si è spostata in Lifeed dove si occupa di scoprire le competenze che si sviluppano fuori dal lavoro, come la genitorialità o il caregiving. Un monito: «I laureati in Psicologia si focalizzino non solo sullo strumento ma sull’uso che ne verrà fatto».

Davide Boniforti, oggi amministratore delegato di Metodi Asscom&Aleph, società che si occupa di formazione per operatori di comunità, si è laureato venti anni fa ed è riuscito a unire nella professione la sua propensione per la collettività e il desiderio di far fronte alla solitudine delle persone connettendole alle istituzioni. «Aprire spazi di narrazione è il mio desiderio per la professione dello psicologo del futuro. Ci si deve domandare se l’altro è un problema o un’opportunità e la psicologia può entrare nel racconto».

«La psicologia è centrata sui bisogni di chi abbiamo davanti senza dimenticare i propri. Io ho imparato la flessibilità, linguaggi diversi e la capacità di cambiare registro per parlare con tutti, medici, avvocati, assistenti sociali, pazienti. Ringrazio questa Facoltà perché mi ha donato il mio futuro». Le parole di Valeria Brazzoduro, laureata nel 2013 e ora dirigente psicologo, OBM Ospedale dei Bambini Milano – Buzzi Onlus, raccontano un’altra storia di successo per la Facoltà di Psicologia. Il suo desiderio per il futuro è che entrino in ospedale nuovi colleghi per lavorare sia sulle malattie sia sul maltrattamento.

Davide Inverni, Head of Human Resources di Hugo Boss, si è dichiarato onorato e orgoglioso di essersi laureato in Università Cattolica nel 2008. «Mi sono portato a casa un modo di pensare, una visione strategica, la capacità di rispondere a delle domande con risposte supportate da dati». Anche per lui saper parlare linguaggi diversi, essere flessibili e quindi “meno psicologi”, è un valore aggiunto appreso in università per poter influenzare il cambiamento. «Nella cassetta degli attrezzi porto padronanza multidisciplinare, pensiero strategico e visione d’insieme».

L’ultimo auspicio alla Facoltà è arrivato da Alessandro Quartiroli, professore di Psicologia e psicologo dello sport presso la University of Winsconsin – La Crosse e la University of Portsmouth. «Auguro alla psicologia di ricaricarsi per andare lontano, come le macchinine che usavamo da piccoli. Openess, awareness ed engagement sono le tre parole che dico sempre ai miei studenti. Non dimentichiamo mai dare loro la possibilità di essere curiosi per scoprire quello che possono e vogliono diventare».

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