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La scrittura per ragazzi e bambini: Nicoletta Bortolotti si racconta

14 marzo 2024

La scrittura per ragazzi e bambini: Nicoletta Bortolotti si racconta

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Il passato dà valore al futuro. Quante volte pensiamo al nostro passato prima di intraprendere un nuovo percorso o, semplicemente, per ricordarci da dove veniamo e cosa abbiamo passato per arrivare ad un traguardo della nostra vita. Proprio il passato è un elemento fondamentale della vita di Nicoletta Bortolotti, scrittrice di libri per bambini e ragazzi. Torna tra i banchi dell’Università Cattolica, dove ha conseguito la laurea in Pedagogia e dove ha iniziato a scrivere le prime poesie per Juvenilia, rivista fondata in quegli anni. Ritrova anche la sua vecchia compagna di corso: la professoressa Sabrina Maria Fava, moderatrice dell’incontro. All’inizio della lezione la docente ci tiene a mostrare proprio un numero di Juvenilia (nella foto in basso), meticolosamente conservato, in ricordo del tempo in cui gli universitari potevano avere uno spazio di scrittura creativa.

Dopo questa breve introduzione legata ai ricordi adolescenziali e universitari comincia il vero incontro: Bortolotti inizia elencando i punti cardini o le “stelle polari” della scrittura per bambini. Una di queste è una frase di Ernest Hemingway che recita “scrivi la frase più vera che sai” perché i bambini hanno una sensibilità del mondo differente rispetto agli adulti. Non solo: il miglior maestro di scrittura sarebbe il sogno, perché contiene tutti gli elementi della drammaturgia, dal protagonista, all’oggetto del desiderio fino alla creatura mostruosa. Per Bortolotti la scrittura per ragazzi e per adulti va sempre ad intrecciarsi nel suo processo creativo, perché nel primo tipo di scrittura devi accordare la voce narrante, camminare insieme a quest’ultima che attinge alla regione dell’infanzia, molto lontana quando siamo adulti. Attenzione: non bisogna essere pigri nel cercare questa voce, ma bisogna guardare oltre la prima parola che l’immaginario ti mostra. «I bambini sono come demiurghi - afferma -  percepiscono il mondo, lo ricreano e lo trasformano». A dimostrazione di come, a volte, narrare favole è il modo più realistico per narrare la realtà ad un piccolo.


Parla anche della sua produzione, dei suoi ultimi progetti e di quelli che arriveranno a breve. Nella stesura di Disegnavo pappagalli verdi alla fermata del metrò racconta dei suoi incontri con Ahmed Malis, giovane artista di origine egiziana. Non solo raccoglieva la storia di Ahmed, ma anche i rumori, gli odori e lo scorrere del tempo attorno ai loro incontri, proprio perché nel racconto devono essere toccati tutti e cinque i sensi, insieme ad un sesto che solo la scrittura può trasmettere: l’empatia. Se nella scrittura riesci a trasmettere empatia non fai breccia solo nel cuore degli adulti, ma anche in quello dei ragazzi.

Infine, Sulle onde della libertà libro pubblicato nel 2013 ma di strettissima attualità. Narra l’amicizia tra un bambino israeliano e un bambino palestinese nella striscia di Gaza. Per motivi culturali, imposti dai genitori non potevano parlarsi, ma condividevano una passione: il surf. Proprio quest’ultimo agisce da tramite per demolire la barriera sociale e porta i ragazzi alla scoperta dell’altro. Il 28 marzo uscirà nelle sale I bambini di Gaza, lungometraggio di Loris Lai ispirato dal libro proprio di Nicoletta Bortolotti. Chissà se questo film riuscirà a portare un’onda di pace e riflessioni, nonostante la drammatica situazione odierna.

Un articolo di

Matteo Bertolini

Scuola di Giornalismo

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