NEWS | Brescia

Olmi, un maestro di valori a cavallo di due secoli

13 maggio 2025

Olmi, un maestro di valori a cavallo di due secoli

Condividi su:

«Olmi, venendo dal ‘900, ha saputo portare i suoi valori negli anni 2000», dando peso al cinema come luogo in cui parlare di qualcosa di importante.

Per Massimo Locatelli, docente di Storia del cinema al Dams dell’Università Cattolica a Brescia, sta qui la forza del grande regista italiano scomparso nel 2018.

Un cinema, il suo, in cui riecheggia la speranza. Anche per questo l’attualità di Ermanno Olmi - l’autore di L’albero degli zoccoli, Lunga vita alla signora, La leggenda del santo bevitore, tanto per citare alcune delle sue opere più famose - è stata oggetto dell’Iniziativa d’Ateneo sulla speranza nell’anno giubilare promossa da Facoltà di Lettere e Filosofia e corso di laurea del DAMS, alla ricerca di “segni tangibili”, come chiede la Bolla d’indizione.

E la figura di Olmi si è rivelata efficace, «non solo in quanto grande cineasta, ma anche come maestro di valori umani, con una profonda fede nella vita, da “aspirante cristiano”» come si definiva lui stesso, e come ricorda Marco Manzoni, scrittore e documentarista, autore di un docu-film sul regista bergamasco.

Diversi i temi che, nel corso della lezione aperta dell’8 maggio scorso, si dipanano nell’intervista di Manzoni a Olmi e nelle pellicole del regista. A partire dall’umiltà, che ha fatto degli umili uno dei perni della sua cinematografia, passando per il tema del lavoro e del lavoro della terra.

Umiltà cui fa da compendio la sacralità, della quotidianità e della vita. Altro tema, quello della pace e della ricchezza, dove nel 2009, con una certa dose di profezia, il cineasta sembrava evocare il mondo in subbuglio dei nostri giorni.

Nella sfida di ritrovare la centralità del senso della vita, Olmi afferma che “un uomo in ginocchio è più grande di un uomo in piedi”, a indicare l’atto di forza interiore di chi sa chiedere perdono o sa piegarsi di fronte a un potente se questo serve a fargli cambiare idea.

La speranza nel pensiero e nell’opera di Ermanno Olmi si declina nel tema del sapere e della conoscenza che non possono fare a meno di cuore ed emozioni. In questo senso il poeta è la figura emblematica della esplicitazione dei sentimenti più veri.

E, per finire, uno dei temi più attuali di tutta la cinematografia del regista bergamasco: il lavoro. È un invito, il suo, a ripensare il rapporto con le cose e con gli oggetti, sia per scoprire che quelli che hanno valore sono quelli cui ci affezioniamo, sia nella distinzione tra l’oggetto industriale e quello artigianale, fatto con le mani, metafora del corpo e sono dotate di una grande intelligenza.

Una filosofia che Olmi, ancora pienamente dentro il dibattito culturale a 80 anni, applicava al suo lavoro, perché l’approccio artigianale permetteva di creare prodotti più ricchi.

Un articolo di

Paolo Ferrari

Paolo Ferrari

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti