NEWS | Milano

OnDance, Roberto Bolle in Cattolica

22 maggio 2025

OnDance, Roberto Bolle in Cattolica

Condividi su:

credits: foto di Dennis Cursio


«Per me è molto importante parlare in un contesto universitario a giovani che possono recepire, capire e assimilare il valore dell'impegno quotidiano e dell'importanza di lavorare ogni giorno su sé stessi, a livello fisico e mentale, per creare qualcosa di solido e porre quelle basi necessarie per costruire una professionalità ma, anche a livello umano, per formare la persona. Se io non avessi avuto la formazione della scuola e un'educazione che mi ha impegnato giorno dopo giorno e che mi ha fatto capire il valore del sacrificio, oltre a quello della fatica e dell'impegno quotidiano, non sarei arrivato ai palcoscenici e a essere quello che sono».

Con queste parole l’étoile Roberto Bolle, ha introdotto DanceTalk, l’evento che lo ha visto protagonista, giovedì 22 maggio, nell’Aula Magna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Un’iniziativa compresa nell’ambito di OnDance, il progetto ideato dal ballerino - prodotto da Artedanza srl e la Fondazione Roberto Bolle - e dedicato agli amanti della danza e delle danze, che mira a trasformare la città di Milano in una dance hall all’aperto, accessibile a tutti. La giornata è stata anche l’occasione per lanciare l’edizione 2025 della manifestazione che si terrà dal 3 al 7 settembre all’Arco della Pace.

«La danza è, a tutti gli effetti, una forma d’arte – ha detto il Rettore Elena Beccalli nel suo intervento di saluto - ma non è solo movimento, non è solo tecnica o spettacolo: la danza è linguaggio. È una delle forme più antiche e universali di comunicazione umana, capace di raccontare storie, culture, sogni e identità. Eppure, è un’arte dove le parole sono superflue. Per questo la danza è molto di più di una semplice attività fisica, anche se la presuppone. È un percorso di crescita personale, un allenamento alla disciplina, alla concentrazione, all’autocontrollo. Ma è anche un atto creativo, libero e autentico, che stimola l'immaginazione, l’ascolto interiore, la capacità di relazionarsi con gli altri. È una forma di educazione che coinvolge le intelligenze multiple - la mente, il cuore e il corpo».

Un articolo di

Redazione

Redazione

Condividi su:


«Come docente, oltre che come Rettore – ha aggiunto la professoressa Beccalli - mi sento di poter dire che la danza, per molti versi, può essere paragonata allo studio. Nelle nostre aule, infatti, invitiamo costantemente le studentesse e gli studenti a vivere l’esperienza universitaria con forte e appassionata partecipazione. Significa non assimilare semplicemente concetti e nozioni, ma sviluppare pensiero critico, coltivare relazioni, affrontare la fatica e le sconfitte come parte essenziale del percorso. Significa, inoltre, comprendere il valore della costanza, come chiave per fare bene ciò che si sceglie di fare, dandogli un senso autentico e profondo. Questo presuppone un coinvolgimento attivo degli studenti, un loro reale protagonismo».

L’incontro è poi proseguito con il talk in cui Roberto Bolle ha dialogato con la popolare conduttrice tv Victoria Cabello. Un dialogo vivace in cui non sono mancate gag, battute ma anche riflessioni più profonde: «Il rapporto con la spiritualità – ha spiegato Bolle durante l’intervista - per me è molto legato a quello con la danza, fin da quando ero bambino. In quest’arte ho trovato il modo di rapportarmi con me stesso e con qualcosa di superiore. La danza è un mezzo di connessione con l'assoluto. Tutte le arti rappresentano un modo per dialogare con Dio perché ci portano bellezza, sensazioni alte. Personalmente mi sento spiritualmente più elevato quando finisco, inizio o sono in mezzo a una manifestazione artistica. Anche solo quando faccio le prove in un teatro. L’arte ci consente di dimenticarci delle brutture della realtà, dalle bassezze della nostra quotidianità. Per questo durante la pandemia, quando siamo stati costretti a farne a meno, ne abbiamo sentito così profondamente la mancanza nonostante la danza in Italia stia attraversando un momento difficile per la chiusura di numerose compagnie. Grazie alle arti – ha concluso Bolle –riusciamo a instaurare una connessione particolare con l'Universo, con il Creato, con Dio».


Non sono poi mancate le domande delle studentesse e degli studenti, raccolte direttamente in platea da Victoria Cabello, in cui all’étoile è stato chiesto di raccontare il suo rapporto con la critica e con i social media. «Le critiche oggi, soprattutto con i social, - ha ammesso Bolle - arrivano in modo molto diretto. Ognuno ha diritto di parola ma spesso le persone parlano senza conoscere a sufficienza tante cose e questi giudizi, indipendentemente dalla loro provenienza, possono ferire. Per quel che mi riguarda cerco sempre di agire nel modo migliore, per essere in pace con la mia coscienza e il mio percorso. Questo rappresenta uno scudo in grado di difenderti».

«Il social che utilizzo di più è Instagram – ha detto il ballerino rispondendo a un’altra domanda - perché è quello che più si adatta al mio ambiente. È molto interessante per vedere cosa fanno i giovani ballerini in giro per il mondo. Un artista che ha partecipato al tour del mio spettacolo dedicato a Caravaggio, che si è concluso ieri al Teatro degli Arcimboldi, l’ho reclutato proprio dopo averlo visto danzare sui social. In ogni caso li utilizzo solo a scopo professionale, rappresentano un ottimo strumento per promuovere la danza».

Il gran finale è tutto dedicato alla danza, declinata in tutte le sue forme, con l’esibizione, sul palco, di swing, hip-hop, latino-americano e danza classica. Performance applauditissime dal pubblico e dal Rettore Elena Beccalli che ha chiuso la giornata ringraziando Roberto Bolle «per aver portato per la prima volta la danza in Aula Magna».

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti