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Sicurezza nei luoghi di lavoro, accordo tra Università Cattolica e Fondazione LHS di Saipem

21 ottobre 2025

Sicurezza nei luoghi di lavoro, accordo tra Università Cattolica e Fondazione LHS di Saipem

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L’Università Cattolica del Sacro Cuore, attraverso il Centro di ricerca sul Lavoro Carlo Dell’Aringa (Crilda), e Saipem, tramite la sua Fondazione LHS, hanno siglato un accordo per avviare un progetto di ricerca congiunto dedicato alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro. L’obiettivo è promuovere un profondo cambiamento culturale, anche grazie all’uso responsabile dell’intelligenza artificiale, per contribuire alla riduzione del numero degli incidenti.

L’accordo è stato firmato da Mario Gatti, Direttore della sede di Milano dell’Università Cattolica, e da Filippo Abbà, Presidente della Fondazione LHS, durante il seminario “Innovazione e sicurezza sul lavoro. Il modello partecipativo nel caso Saipem e le attività della Fondazione LHS”.

«Oggi la sicurezza sul lavoro deve essere il cuore di un’innovazione che metta la persona al centro. La nostra ricerca con la Fondazione LHS mira proprio a questo: studiare l’integrazione dell'intelligenza artificiale per trasformare i luoghi di lavoro, unendo rigore accademico ed esperienza sul campo per capire come l’IA possa prevenire gli infortuni e mitigare i rischi», ha detto Michele Faioli, docente di Diritto di lavoro all’Università Cattolica del Sacro Cuore, spiegando con il direttore del Crilda Claudio Lucifora i contenuti essenziali della Convenzione. «Utilizzando un approccio di AI for good, analizzeremo come questa tecnologia, attraverso l’analisi dei dati in tempo reale, possa aiutarci a creare ambienti di lavoro non solo più sicuri, ma anche più sani e sostenibili», ha aggiunto il professor Faioli.

 

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Secondo Filippo Abbà, Presidente della Fondazione LHS di Saipem. «Questo progetto è un investimento nel futuro della conoscenza e nella vita delle persone. Possiamo generare una cultura più profonda della sicurezza, a beneficio di tutta la società». Anche il Direttore HSEQ di Saipem e Vicepresidente della Fondazione LHS, Angelo Spingardi, ha sottolineato come la sicurezza non possa essere affidata solo a procedure e sistemi, ma occorra agire sui comportamenti, sulla leadership diffusa e sulla capacità di apprendere dagli errori. Per questo, ha continuato, «investire nella cultura della sicurezza e nell’innovazione tecnologica è una condizione indispensabile per evolvere verso un concetto di sicurezza proattiva, capace di anticipare i rischi e non solo di reagire agli eventi». 

Le nuove tecnologie - dall’intelligenza artificiale ai sistemi IoT, fino ai dispositivi indossabili intelligenti - rappresentano un alleato fondamentale per rafforzare i processi di prevenzione, ma il loro valore si esprime pienamente solo se integrate in una cultura organizzativa matura e partecipata. È questa sinergia tra persone e tecnologia che consentirà di avvicinarsi concretamente alla visione di zero incidenti gravi.

La collaborazione fra l’Università Cattolica e la Fondazione LHS intende offrire un quadro aggiornato della cultura della sicurezza in Italia; anticipare tendenze emergenti e nuove competenze richieste alla leadership; identificare buone pratiche nella gestione di salute e sicurezza, con particolare attenzione ai rischi psicosociali; fornire linee guida strategiche per istituzioni e aziende.

Il progetto adotta un approccio integrato, combinando analisi qualitativa (interviste, focus group, casi aziendali) e quantitativa (dati, indicatori, questionari) per misurare l’impatto della leadership e dell’innovazione tecnologica sul benessere e sulla sicurezza dei lavoratori.

Tra le evidenze già emerse, il ruolo trasformativo dell’intelligenza artificiale nella prevenzione. Strumenti come smart cameras, algoritmi predittivi e robot per attività ad alto rischio stanno già innalzando gli standard di sicurezza nelle grandi realtà industriali. La stessa Saipem, ad esempio, sta già introducendo nei suoi cantieri il sistema delle smart cameras con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza attraverso l’impiego dell’intelligenza artificiale, in linea con l’impegno verso una visione di “zero incidenti gravi” negli ambienti di lavoro.  

«L’intelligenza artificiale consente di passare da una prevenzione reattiva a una proattiva. Ma va governata con attenzione per non creare nuovi rischi. Il nostro obiettivo è usare la tecnologia per tutelare il benessere complessivo dei lavoratori», ha commentato Claudio Lucifora, direttore del Crilda.

La digitalizzazione porta anche nuove sfide, come l’emergere di rischi psicosociali legati al tecnostress, al sovraccarico cognitivo e all’adattamento a processi automatizzati. Il progetto intende affrontare anche questi aspetti analizzando in modo sistemico l’interazione tra persona e tecnologia, con l’obiettivo di sviluppare nuove mappe di rischio e linee guida pratiche.

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