NEWS | Letteratura

Latino, una lingua ancora viva

08 aprile 2022

Latino, una lingua ancora viva

Condividi su:

In occasione della Giornata mondiale della lingua latina è tornato alla ribalta il dibattito su quale può essere ancora oggi il potenziale e il valore formativo di studiare i classici e perché, nell’era del digitale, una formazione umanistica può fare ancora la differenza nella preparazione dei giovani.

Per la professoressa Antonietta Porro, docente di Lingua e letteratura greca e direttore del Dipartimento di Filologia classica, Papirologia e Linguistica storica dell’Università Cattolica «studiare i classici – in particolare poterne conoscere l'opera nella lingua originale – significa entrare in relazione con testi alla base della riflessione e del metodo argomentativo della contemporaneità, almeno in Italia e in Europa: acquisire competenza consapevole in quest'ambito conduce a leggere criticamente il nostro presente, che su quel passato si è costruito per continuità o per discontinuità».

«Da uno studio non superficiale delle lingue e delle civiltà classiche, come da tutte le scienze che impongono metodo e rigore, - sottolinea in particolare la professoressa Porro - derivano l'affinamento delle capacità logiche e del senso critico, la costruzione di un orizzonte di conoscenze entro il quale anche le nuove tecnologie ricevono una sicura valorizzazione: non per caso professionisti di successo nei più vari settori riconoscono il ruolo insostituibile della loro formazione classica».

La cultura classica, a differenza di qualsiasi competenza tecnica e scientifica, insegna a non ridurre la complessità, ma ad affrontarla con metodo e con rigore. La tecnologia, per sua natura, tende invece a semplificare, come per esempio il linguaggio del computer e dei social. Ogni giorno la nostra realtà circostante introduce fattori e variabili differenti, una variegata complessità che bisogna gestire e affrontare facendo, per esempio, riferimento ai valori eterni del pensiero classico, da cui poter trarre preziosi insegnamenti per il futuro.

«Per chi si scopre quindi chiamato a studi umanistici – osserva sempre la professoressa Porro - si tratta dunque di una opportunità formativa unica, che porta con sé anche una responsabilità sociale non comune, poiché chi mantiene vivo il rapporto coi classici lo fa nell'interesse di tutti: la dimenticanza del proprio passato infatti impoverisce inesorabilmente l'intera società».

«Sarà la tecnologia a salvare il mondo?» si chiede a proposito il professor Luigi Galasso, docente di Letteratura latina dell’Ateneo del Sacro Cuore, che non ha dubbi nel rispondere affermando che «nessuno può pensare che il paziente sia salvato dal bisturi, e non dalla mano e dalla mente del chirurgo. Il pensiero critico, che è consapevole della complessità, nel latino si unisce alla coscienza della Storia. Gli errori si potranno rimediare se ci renderemo conto che noi siamo figli di millenni».  

«Affrontare un testo nella lingua in cui è stato composto, con una calma profonda e concentrata, senza fretta, dopo una lunga, disciplinata preparazione e una necessaria dose di intuizione è solo un ossequio a polverose persistenze arcaiche? È una fatica non immediatamente monetizzabile, che sottrae tempo all’apprendimento di excel?» si domanda inoltre, provocatoriamente, il professor Galasso per poi osservare come si stia parlando di veri e propri capolavori: «Virgilio ci insegna che la voce delle vittime è più forte di quella dei vincitori, e Ovidio ci insegna che il Poeta può resistere al Principe».

Nel campus di Brescia dell’Ateneo, proprio nel giorno della seconda edizione della Giornata mondiale della lingua latina, si terrà un convegno dedicato alla didattica del latino promosso dalla Facoltà di Lettere e filosofia e dal Dipartimento di Scienze storiche e filologiche. L’incontro approfondirà modalità e metodi di insegnamento della lingua latina che per il professor Gian Enrico Manzoni - che introdurrà i lavori del convegno – devono necessariamente avere un’impostazione storico-linguistica, finalizzata a spiegare l’evoluzione interna al latino e il suo passaggio all’italiano. Sullo sfondo del dibattito del convegno anche la crisi della traduzione scritta durante questi ultimi due anni segnati dalla pandemia e dalla conseguente didattica online, così come le resistenze allo svolgimento della seconda prova scritta nell’esame di maturità.

Un articolo di

Graziana Gabbianelli

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti