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Mos maiorum e innovazione nella società romana
La quarta Giornata bresciana di cultura latina ha richiamato nell’Aula Magna "Tovini" numerosi studenti arrivati anche dalla sede di Milano
| Leonardo Tagliabue
04 maggio 2024
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Alla fine è diventato un video, ma inizialmente è il risultato della ricerca e della traduzione dell’elegia De rosis nascentibus da parte del professor Massimo Rivoltella, docente di Letteratura latina all’Università Cattolica del Sacro Cuore, sedi di Milano e di Brescia.
L’opera è di datazione incerta in quanto mancano elementi utili per stabilirne con certezza la collocazione cronologica; anche se, analizzando gli aspetti linguistici e la presenza del simbolismo della rosa (elemento tipico dal II al VI secolo d.C.), probabilmente appartiene a un arco temporale compreso tra il IV e il VI secolo d.C. Il testo è di autore ignoto, anche se alcune ipotesi quattrocentesche lo attribuiscono ad Ausonio o a poeti di corte a lui vicini.
L’idea dell’interpretazione teatrale del testo è scaturita dalla volontà di dare concretezza e voce alle immagini della poesia per mostrane la profondità e per creare un dialogo diretto con gli studenti. A recitare l’elegia Silvia Pace, studentessa di Lettere moderne della sede di Brescia dell’Università Cattolica, attuale presidente di Fabulae Inversae, gruppo teatrale studentesco che si propone di riportare sulle scene opere del teatro latino rivisitate in chiave moderna.
A seguito della drammatizzazione avvenuta in aula, si è deciso di realizzare un video in modo tale da riuscire a mettere meglio in risalto i toni e gli elementi tipici dell’elegia, scegliendo l’ambientazione e il sottofondo musicale adatti. La melodia del flauto traverso, con l’esecuzione del brano Mercy di Max Richter da parte di Alessandra Chiarati, studentessa al Conservatorio Guido Cantelli di Novara, intende richiamare la melodia dell’aulos (strumento musicale aerofono), che veniva utilizzato come accompagnamento per la proclamazione di testi elegiaci classici. Inoltre, per sottolineare il tono mesto dell’opera, è stata realizzata una scenografia neutra, che ha permesso di mettere in risalto la protagonista e il simbolo che permea l’intera poesia: la rosa.
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