NEWS | Festival dello sviluppo sostenibile

Le donne in prima fila per una città attrattiva e delle opportunità

18 maggio 2023

Le donne in prima fila per una città attrattiva e delle opportunità

Condividi su:

La città diventa attrattiva quando si presenta come un laboratorio di innovazione e creatività finalizzato al progresso umano, culturale, sociale ed economico. Quando, cioè, diventa capace di raccogliere sfide e cambiamenti epocali, promuovere opportunità, valorizzare le diverse potenzialità territoriali dal punto di vista del paesaggio, del patrimonio artistico, delle economie locali. Importante risulta il contributo che le donne possono dare ai processi di promozione territoriale esplorando nuove forme di creatività artistiche, tecnologiche ed imprenditoriali.

È questo il messaggio che emerge dall’articolata discussione durante la tavola rotonda che si è svolta il 16 maggio in Università Cattolica, nell’ambito del Festival dello sviluppo sostenibile 2023 in corso a Milano, e che ha coinvolto Soroptimist International, ASVIS, ANCI, Ambiente Italia e il Recovery Lab dell’Università.

Tanti gli argomenti offerti dagli interventi dei numerosi relatori, abilmente moderati da Francesco Cerisano, giornalista di ItaliaOggi e alumnus Cattolica, il quale nella sua introduzione ha citato le manchevolezze del Pnrr circa le politiche di genere e la sostenibilità ambientale.

Sullo sfondo del dibattito il tema della città nelle sue diverse problematiche e prospettive di sviluppo. Per Roberto Zoboli, prorettore dell’Università Cattolica alla ricerca e alla sostenibilità, la città si presenta come un concentrato di problemi ma anche come luogo delle soluzioni «dato che vi nascono innovazione, creatività, generatività, per soddisfare necessità di varia natura». La città è anche luogo di ricomposizione sociale, secondo Gianpaolo Barbetta, coordinatore del corso di laurea magistrale in Politiche pubbliche- MOST, per il quale «è finito il tempo degli approcci spontanei, serve rigore, professionalità, pianificazione strategica e capacità gestionale».

Il contributo delle donne al benessere nella città è stato introdotto da Donatella Meucci, presidente Soroptimist Club Milano Scala, che ha presentato tale associazione mondiale di donne che opera concretamente per la promozione dei diritti umani, in particolare delle donne.

Nel merito del tema si è pronunciata Bruna Floreani di Soroptimist International Italia, la quale, sull’assunto che la città è di tutti e per tutti, ha invitato a unire le forze dei soggetti pubblici e privati grazie a ricerca di best practices, progettualità, alleanze, collaborazioni. «Se, come diceva Bauman, le città sono la discarica dei problemi della globalizzazione, il nostro impegno è di rendere le città sostenibili, cioè capaci di far stare bene le persone, l’ambiente, l’economia, la cultura e l’etica. Le città sono grandi protagoniste dei cambiamenti, producono ricchezza, idee, cultura, consumi ma anche danni ambientali e sociali. Le città saranno attrattive se faranno rete e se saranno capaci di cogliere le sfide della modernità valorizzandone le potenzialità. Di qui lo slogan: insieme possiamo far camminare i sassi».

A proposito di sassi o di mattoni, Gabriele Bisio, vicepresidente Edilizia e Territorio di Assimpredil Ance, ha portato il punto di vista degli imprenditori oggi angustiati da crisi energetica e inflazione. Di qui l’utilità di valorizzare i fondi del Pnrr avendo come obiettivo proprio la sostenibilità urbana, come ha affermato Vittorio Biondi, direttore generale di MUSA, consorzio di quattro atenei milanesi, in sintonia con quanto affermato da Alberto Mina, direttore Area Relazioni Istituzionali e internazionali e Comunicazione Arexpo, che ha assunto l’eredità positiva di un grande evento come Expo, in sinergia tra partnership di pubblico e privato.

La soluzione di tali problemi nell’ottica di una nuova progettualità non può essere affidata a singoli soggetti, ma va affrontata su scala più ampia, come ha dichiarato Elena Buscemi, presidente del Consiglio comunale di Milano, che ha portato il punto di vista della politica: «I problemi vanno affrontati nel perimetro di Città Metropolitana, non del singolo comune. Il decisore politico non può fare da solo, deve raccogliere le necessità dalla città e attivarsi perché la città sia luogo di opportunità per tutti, perché Milano in particolare non sia città per pochi e per ricchi ma – come è sempre stato - sia la città per tutti e di tutti».

In effetti, anche alla luce della cronaca di questi giorni circa il caro affitti e lo spropositato costo delle case, per cui in tanti abbandonano le città, Luca Pesenti, sociologo dell’Università Cattolica, ha offerto alcuni dati che dimostrano come Milano sia passata da città inclusiva a città che esclude: «C’è stato un forte calo della popolazione (al di là delle perdite da Covid) di giovani sotto i 18 anni e di persone tra i 35 e i 54 anni, in pratica ha perso le famiglie, il 4% della popolazione, e le proiezioni ci dicono che, se non si invertirà il trend, nel 2040 si perderanno 70mila persone, le periferie si spopoleranno». La ricetta che ha lanciato è “più società con lo Stato”. A tal proposito ha fatto presente l’importanza per gli studenti universitari di vivere in pieno la vita accademica comprensiva anche degli spazi di tempo libero. «Emblematici a tal proposito i chiostri dell’Università Cattolica – ha detto il professor Pesenti – segno tangibile degli studenti che si incontrano e che devono fondersi con la città».

È vero che la città deve rimettersi a correre come prima della pandemia considerando il potenziale inespresso delle donne, ha ribadito Elena Granata, docente di Urbanistica del Politecnico di Milano, ma ci sono anche delle contraddizioni pratiche: «Piantare alberi o costruire? Bisogna essere attenti alle contraddizioni, come la difficoltà di essere inclusivi, in particolare con giovani e donne che sono le più sensibili ai temi della sostenibilità e sono soggetto strategico capace di una visione sovversiva dello status quo».

Donne per le quali «la città deve essere il luogo della libertà», come ha detto Giordana Ferri, direttore esecutivo di Fondazione Housing sociale, rifacendosi ai dati di cronaca che vedono Milano oggi città insicura soprattutto per le donne. Donne per le quali, come ha affermato Martina Rogato di Steering Commitee W7 Italy, sul tema delle pari opportunità «bisogna lavorare in ottica strategica, ex ante, non solo per riparare i danni, e magari – nell’ambito della raccolta dei dati - avere dati disgregati per genere».

Tanti interventi, tante esigenze, un comune denominatore, quello dell’obbligo dell’ascolto partendo dal basso, secondo la felice intuizione di papa Francesco, come ha rilevato nella sua conclusione Barbara Boschetti, coordinatore di Recovery Lab dell’Università Cattolica, e come accaduto grazie alle numerose suggestioni emerse durante la tavola rotonda.

Un articolo di

Agostino Picicco

Agostino Picicco

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti