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«Le relazioni umane sono la chiave di ogni successo»

20 gennaio 2021

«Le relazioni umane sono la chiave di ogni successo»

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Pietro Galizzi è l’Head of Legal, Regulatory and Compliance Affairs di Eni gas e luce. Coordina pertanto le attività legali, regolatorie e di compliance della Società a cui sono state trasferite le attività retail nel mercato del gas e dell’energia elettrica di Eni. Classe 1967, piacentino d’origine, si è laureato in Giurisprudenza all’Università Cattolica, dove spesso ritorna per tenere lezioni di Contrattualistica internazionale, così come fa anche presso il master in Diritto di Impresa della Luiss di Roma, nonché a Dubai (UAE) per QuestontheFrontier.

Ci racconti un po’ di lei. Quando ha deciso di studiare Giurisprudenza?
«Ho deciso di studiare Giurisprudenza perché ero appassionato di esteri e in particolare di Comunità Europea, mi piaceva l’idea di fare qualcosa in quest’ambito. Poi studiando ho compreso poco a poco di cosa si trattasse, ho iniziato ad appassionarmi di diritto commerciale, quindi hoscelto l’indirizzo che al tempo era “Diritto Internazionale”, ma alla fine mi sono concentrato sulla parte commerciale e anche la mia tesi è stata svolta in un ambito di diritto internazionale commerciale».

Aver frequentato l’Università Cattolica le ha dato un valore aggiunto?
«Sì, senz’altro, per la qualità dell’insegnamento e dei professori. Ricordo, in particolare, il professor Alberto Mazzoni di Diritto del commercio internazionale, il professor Ugo Draetta di Diritto delle Comunità Europee e il professor Angelo Giarda di Diritto processuale penale. Avere studiato con loro mi ha portato ad appassionarmi a determinate materie che hanno condizionato quello che è stato il mio percorso e la mia carriera lavorativa».

Oltre che a rappresentare un luogo di formazione professionale, per lei la Cattolica è stata anche un ambiente di crescita a livello personale? Tra l’altro, si può dire, che l’Ateneo del Sacro Cuore sia, come dire, una passione di famiglia...
«I rapporti e le amicizie che un ambiente accogliente e caratterizzato da una forte componente umana, come quello della Cattolica, mi ha permesso di creare, sono in buona parte rimasti saldi negli anni e tuttora vivi. I miei migliori amici, quelli che frequento più assiduamente, sono ancora ora quelli che avevo conosciuto negli anni universitari. L’Ateneo è il luogo dove, tra l’altro, i miei genitori (che erano entrambi professori della Cattolica) si sono incontrati e hanno svolto la loro carriera, nonché quello dove anche le mie sorelle Alessandra e Monica hanno studiato e si sono laureate, prima di sviluppare il loro percorso professionale all’estero».

Quali sono gli step che ha compiuto dalla carriera universitaria a quella lavorativa?
«Una volta laureato ho subito cercato di capire come potesse essere praticare l’attività che rappresenta lo sbocco naturale di una laurea in Giurisprudenza, ossia l’attività di libero professionista, come avvocato. Ho però immediatamente avvertito che mi mancava il vivere l’attività operativa dall’interno di una Società; non volevo essere un avvocato che si limita a fornire pareri e poi non segue lo sviluppo concreto dei progetti. Mi sono quindi rivolto alle aziende e, una volta entrato, il fatto di essere protagonista di quello che veniva creato con la mia attività, vivendo sempre a fianco dei colleghi delle aree di business, è stato l’elemento che mi ha sempre appassionato e divertito. Posso partecipare in prima persona a ogni singolo progetto e vederne concretizzarsi il risultato finale».

Che ricordi ha dei suoi anni di studio trascorsi nell’Ateneo di Largo Gemelli?
«Ho ricordi di un inizio molto difficile, ma semplicemente perchè sono passato da un ambito protetto e con un rapporto diretto coi professori - come quello del liceo - a una situazione dove da una parte c’era una grande moltitudine di studenti e, in particolare nel primo anno, a una certa “distanza”, i docenti. La realtà è cambiata negli anni successivi: il numero degli studenti si restringeva e il rapporto diventava più personale, di conseguenza migliorava anche l’apprendimento e lo studio».

Considerata la sua esperienza, quale prospettive apre oggi la laurea in Giurisprudenza oltre all’attività forense?
«Innanzitutto le opportunità di una carriera nell’ambito aziendale, dove si possono svolgere attività differenti che vanno da quella dell’ufficio legale, in senso stretto, a quella della compliance - che oggi è nella maggior parte delle aziende separata dall’ufficio legale - fino alla gestione del personale. Direi che un nuovo e inesplorato settore – tra l’altro oggi fondamentale per le società - al quale possono dedicarsi i laureati in Giurisprudenza è quello della CSR - Corporate Social Responsability, ossia la Sostenibilità dal punto di viste delle aziende, un ambito molto interessante e in fase di continua evoluzione. In generale direi comunque che, anche nell’ambito forense, sono ancora pochi i professionisti italiani che abbiano realmente un’ottica e una dimensione internazionale; questo dovrà essere sempre più un punto di attenzione per la nostra Università, al fine di creare una formazione maggiormente attenta e focalizzata al riguardo».

Che cosa potrebbe suggerire e consigliare agli studenti che frequentano oggi i chiostri di largo Gemelli e i campus delle altre sedi della Cattolica?
«Appassionatevi a qualche tema, cercate di seguire le vostre passioni al fine di poter svolgere un lavoro che prima di tutto vi diverta. È una cosa che si può assolutamente ottenere. Il lavoro può essere divertimento, qualcosa che ti fa alzare col sorriso ogni mattino.
È importante coltivare anche attività non strettamente lavorative: nel mio caso, io suono il pianoforte e sono tornato negli ultimi anni a fare concerti. È sempre fondamentale darsi l’opportunità di coltivare e vivere le proprie passioni. Voglio anche sottolineare che in tutti i casi la capacità di intrattenere e gestire relazioni sociali è la chiave del successo. Bisogna essere pronti a coltivare e vivere le relazioni umane. Avere un’apertura di fronte a questo è l’unico elemento che ti aiuta a dare una mano ai tuoi colleghi, ai tuoi clienti, a tutte le persone che incontri nell’ambito dell’attività lavorativa, e pertanto a sviluppare seriamente la tua carriera. Le competenze che si acquisiscono studiando sono importantissime, ma il fatto di avere una reale passione per le relazioni umane è veramente la chiave di ogni successo».

Ritratto

Prima di assumere il ruolo di Head of Legal, Regulatory and Compliance Affairs di Eni gas e luce, Pietro Galizzi è stato Retail Market Gas & Power Legal Assistance Senior Vice President di Eni. In precedenza, dal 2002 al 2013, è stato General Counsel (direttore affari legali) di Saipem. In questi ruoli, Galizzi ha gestito un ampio spettro di materie legali, incluse tra le altre consumer e data protection, arbitrati internazionali, negoziazione di accordi commerciali e gestione dei contratti nella fase esecutiva dei progetti. Galizzi è stato componente del ristretto Unidroit Working Group on International Long-Term Contracts (che ha preparato la versione 2016 dei Principi Unidroit del Diritto del Commercio Internazionale, di recente pubblicazione), del Working Group on the Role of In-House Counsel in Dispute Resolution della Icc – International Chamber of Commerce Commission on Arbitration, nonché dello European Advisory Board del CPR – the International Institute for Conflict Prevention and Resolution.

Un articolo di

Graziana Gabbianelli

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