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Intelligenza artificiale, una sfida educativa

18 agosto 2025

Intelligenza artificiale, una sfida educativa

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L’intelligenza artificiale avrà un grande impatto su molti aspetti della nostra vita, sia personale, sia collettiva. Cambierà il nostro modo di lavorare, di studiare, di apprendere.

Forte di questa consapevolezza, maturata in anni di ricerca e dal confronto con esperienze internazionali, l’’Università Cattolica del Sacro Cuore è stata tra i primi atenei in Italia a proporre percorsi formativi specificamente pensati per introdurre gli studenti al mondo dell’intelligenza artificiale, con un approccio multidisciplinare che coniuga competenze tecnologiche, riflessioni etiche e visione pedagogica.

Corsi come “IA: I primi passi nel mondo dell’Intelligenza Artificiale” e “Menti curiose” o “CyberOrizzonti” hanno offerto agli studenti strumenti concreti per comprendere, utilizzare e valutare criticamente l’IA, integrandola nella propria formazione personale e professionale.

Il successo di queste iniziative è il frutto della collaborazione tra due laboratori strategici dell’Ateneo: l’Humane Technology Lab (HTLab), diretto da Giuseppe Riva, e il Teaching and Learning Lab (TeLeLab), guidato da Giovanni Marseguerra. Il primo indaga il rapporto tra tecnologie e dimensione umana attraverso un approccio interdisciplinare; il secondo promuove l’innovazione didattica, portando l’intelligenza artificiale al servizio della qualità dell’insegnamento universitario. Insieme, HTLab e TeLeLab hanno esteso le proposte formative anche ai docenti, con corsi dedicati all’utilizzo pedagogico dell’IA e alle sue implicazioni etiche.

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Redazione

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Elena Beccalli

Questo impegno è stato richiamato e rilanciato dal Rettore Elena Beccalli quando il 17 gennaio a Milano nel suo primo discorso inaugurale ha proposto un “Patto educativo per le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale”, basato sull’idea che l’innovazione tecnologica debba essere al servizio della persona, della formazione integrale e della giustizia sociale. Tre le priorità indicate: ripensare i metodi didattici senza snaturare l’identità epistemologica dell’università; promuovere una ricerca sull’IA capace di integrare sapere tecnico e scienze umane; ridurre il divario digitale per evitare nuove forme di esclusione.

L'Università Cattolica e l'Intelligenza artificiale ► Guarda la playlist su Nunc 

Coerentemente con questo approccio l’offerta formativa dell’Ateneo si è arricchita dal 2025-2026, con il corso di laurea in “Filosofia dell’era digitale e dell’intelligenza artificiale”, segno della volontà di interpretare il cambiamento in atto con strumenti culturali profondi e trasversali.

Sul piano della ricerca, l’Università Cattolica è protagonista a livello internazionale. L’Ateneo collabora con il Massachusetts Institute of Technology (MIT) per la realizzazione di progetti congiunti sull’IA. Un gruppo multidisciplinare di scienziati, coordinati dal professore Giuseppe Riva ha realizzato diversi studi. Tra questi uno degli ultimi pubblicato su Nature Human Behaviour – The case for human–AI interaction as system 0 thinking– propone un’innovativa teoria cognitiva sull’interazione uomo-macchina. A livello nazionale, l’Ateneo partecipa al Dottorato nazionale in Intelligenza Artificiale – area “AI for Society” – cofinanziando borse di studio dedicate al potenziale dell’IA come “tecnologia positiva”.

Giuseppe Riva

L’Università Cattolica è anche all’avanguardia sul fronte della sperimentazione educativa. Con il progetto Metaversity, HTLab, TeLeLab e il Centro Studi di Psicologia della Comunicazione (PsiCom) stanno esplorando l’integrazione tra intelligenza artificiale e mondi virtuali, sviluppando soluzioni didattiche accessibili e inclusive. Il prototipo più avanzato è ALeC – Augmented Learning Companion, un assistente virtuale basato su IA che interagisce con gli studenti in linguaggio naturale, personalizzando l’apprendimento senza sostituire il docente. Come spiega il professor Andrea Gaggioli, «ALeC è un esempio concreto di come l’intelligenza artificiale possa amplificare l’esperienza formativa, senza snaturarne la dimensione umana».

Hiroshi Ishiguro

La relazione tra uomini e robot è uno degli ambiti di indagine dell’Unità di Ricerca sulla Teoria della Mente (UniToM) diretta da Antonella Marchetti, professore ordinario di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione e direttore del Dipartimento di Psicologia.

Grazie alla collaborazione con scienziati celebri a livello internazionale, questo centro di ricerca è una delle punte più avanzate in Italia della riflessione sul complesso rapporto uomo-macchina. 

Docenti come Gabriele Della Morte, giurista, e Ivana Pais, sociologa, ricordano come l’IA stia già trasformando tanto i diritti quanto il lavoro, imponendo una riflessione critica sui suoi effetti politici e occupazionali.

Gabriele Della Morte

L’Università Cattolica, forte delle sue radici culturali e della propria vocazione interdisciplinare, si propone come spazio privilegiato per questo dialogo.

«In questa fase storica è molto importante il dialogo tra giuristi e tecnici sugli effetti di questa rivoluzione dirompente che probabilmente impatterà in maniera inevitabile sulla nostra vita individuale e collettiva, condizionando anche i processi politici», sostiene Gabriele della Morte.

«Si parla tanto di disoccupazione tecnologica, ma in prospettiva le proiezioni che vengo fatte non ci preoccupano tanto rispetto alla perdita di posti di lavoro ma rispetto all’aggiornamento costante delle persone che già stanno lavorando. E questo su cui bisogna intervenire per permettere al mercato del lavoro di reagire in modo positivo e cogliere le grandi opportunità, in primis la possibilità di aumentare la produttività che è uno dei grandi vulnus del nostro Paese», sottolinea Ivana Pais.

Ivana Pais

Come sostiene Giuseppe Riva, «L’intelligenza artificiale è uno strumento, non un fine. Solo competenze solide, multidisciplinari e radicate in una visione umanistica possono guidarne l’utilizzo in modo responsabile e generativo».

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