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Le sfide pedagogiche del futuro

18 ottobre 2023

Le sfide pedagogiche del futuro

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Le emergenze che ci interrogano oggi saranno le nuove domande educative del domani. 

Di fronte alle diverse fragilità lavorative, al mismatch di competenze, alle sempre maggiori richieste di green jobs in aree strategiche (dalla gestione delle risorse umane alla comunicazione alla ricerca-sviluppo) delle organizzazioni, le competenze rappresentano la chiave per affrontare efficacemente le sfide socio economiche odierne.

Chi saranno quindi i professionisti e le professioniste impegnati in ambito pedagogico? Di quali strumenti e competenze avranno bisogno? Quali gli interlocutori nei diversi ambiti e territori?

Tra certezza acquisite e sfide future del settore si è svolto l’evento “I pedagogisti del futuro. Competenze, riconoscimento, territori” che martedì 17 ottobre nell’Auditorium del Museo Santa Giulia ha dato ufficialmente avvio al corso di laurea magistrale in Progettazione pedagogica e formazione delle risorse umane dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ribadendo l’importanza del dialogo tra l’istituzione ed il territorio ove l’azione di questa si riverbera.

Se la forza di un territorio passa infatti attraverso le sue identità e riconoscibilità, è dalla storia e dalle tradizioni che hanno inizio i processi di cambiamento e di innovazione. 

«Per questo i pedagogisti del futuro saranno professionisti in grado di fare memoria del patrimonio passato per meglio declinare competenze relazionali e metodologie innovative attraverso una leadership partecipativa, capace di valorizzare le risorse umane. Chi educa, infatti, guarda al futuro e compie un’azione che coinvolge diversi attori della società, in modo da offrire agli studenti una formazione integrale, frutto delle esperienze e delle sensibilità di molti» ha notato Alessandra Vischi, docente ordinario in Pedagogia generale e sociale.

Uno scenario glocale in cui il territorio costituisce una variabile strategica dello sviluppo economico, entrando direttamente nei processi di crescita produttiva delle organizzazioni come sintesi di elementi materiali e immateriali.

Per questo il corso di laurea si inserisce nel contesto odierno, caratterizzato da una forte dinamicità nei cambiamenti socioeconomici, preparando figure professionali esperte nel coordinamento, nella progettazione e nella supervisione pedagogica, in grado di formare e gestire le risorse umane all’interno di organizzazioni profit, no profit, benefit ed enti pubblici.

Il professor Pierluigi Malavasi, direttore del Dipartimento di Pedagogia e presidente della Società Italiana di Pedagogia (SIPed) ha avviato i lavori con un excursus sul «profilo del pedagogista, tra innovazione ed empowerment, che oggi si definisce anche alla luce del percorso legislativo in atto per l’ordinamento delle professioni pedagogiche ed educative e l’istituzione del relativo albo professionali».

Sono seguiti i saluti di Francesca Bazoli - presidente di Fondazione Brescia Musei e Anna Frattini - assessora con delega alle Politiche educative, alle Pari opportunità, alle Politiche giovanili e alla Sostenibilità sociale del Comune di Brescia, a sostegno del dialogo tra Università e comunità locale, per lo sviluppo e in ascolto dei bisogni del territorio.

Gli interventi di Emilio Del Bono, vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia e docente del corso di laurea magistrale, e della dott.ssa Simona Tironi, assessora all’Istruzione, Formazione, Lavoro della Regione Lombardia, hanno riguardato il dibattito esistente circa la figura del progettista pedagogico tra riforme istituzionali e sistema formativo regionale.

Per Del Bono «da veterano delle istituzioni dico che nell’amministrazione, più ancora dei bilanci, a fare la differenza sono le risorse umane. Sono la vera ricchezza che permette di raggiungere gli obiettivi, nella Pubblica Amministrazione la qualità delle risorse umane determina il successo».

Quindi, secondo Frattini, «il comune deve supportare la formazione per tutto il ciclo della vita. Non solo contrastando e prevenendo le povertà educative ma anche accompagnando le persone con percorsi di valorizzazione di sé e di chi si prende cura di formare le persone».

Le conclusioni sono state affidate al professor Domenico Simeone, Preside della Facoltà di Scienze della Formazione, quale volontà di raccogliere il testimone del Festival Internazionale dell’Educazione, svoltosi a Brescia nei primi giorni di ottobre.

Un articolo di

Bianca Martinelli

Bianca Martinelli

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