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Adulti onlife, come accompagnare educatori e genitori nell’era digitale

06 giugno 2024

Adulti onlife, come accompagnare educatori e genitori nell’era digitale

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Labzerosei è un progetto dell’Area Servizi all’Infanzia - Direzione Educazione del Comune di Milano che ha visto la realizzazione di uno spazio sperimentale di innovazione in ambito educativo, culturale e digitale dedicato alle bambine e ai bambini da 0 a 6 anni e loro famiglie, presso lo stabile comunale del Parco Trotter a Milano, con l’obiettivo di potenziare e arricchire l’offerta di occasioni educative, culturali e artistiche di qualità. Sono partner del progetto il MUBA Museo dei Bambini - Centro per lo sviluppo e la diffusione di progetti culturali dedicati all’infanzia, l’Università degli Studi di Milano – Bicocca tramite il Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione e l’Università Cattolica con il Cremit - Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media all’Innovazione e alla Tecnologia.

Il 21 maggio in Università Cattolica sono stati illustrati e commentati i report delle attività del 2023 contenenti una serie di progetti che hanno coinvolto 6.473 bambine e bambini in 933 laboratori, eventi e webinar.

A condurre il seminario è stata Simona Ferrari, docente di Didattica nella Facoltà di Scienze della formazione, che ha dato atto del grande lavoro compiuto insieme alle realtà coinvolte su pratiche educative e innovative nella città, in particolare in relazione al lavoro con gli adulti per far percepire il digitale come dimensione che attraversa la nostra vita: «Il digitale migra e contamina le nostre pratiche, e necessita di una comunità di adulti per affrontare le questioni che emergono, in particolare il ruolo in termini educativi dell’adulto verso bambine e bambini».

È evidente che oggi il digitale pone sfide e opportunità anche per i bambini. Lo ha confermato Marco Valdemi dell’Area Servizi all’Infanzia – Direzione Educazione del Comune di Milano, affermando che «digitale e educazione non rappresentano solo una questione tecnologica ma pedagogica ed educativa, e quindi impostano il lavoro in modo positivo in collaborazione con le famiglie, consapevoli che nell’era multimediale il bambino entra in contatto con una infinità di proposte. La relazione tra digitale e creatività sviluppa logiche multimodali più che multimediali e il gioco è un elemento chiave in questi contesti».

Nella sua relazione sui laboratori come spazio di accompagnamento educativo, Simona Ferrari si è soffermata sui concetti di apprendimento per modellamento e sulla circolarità (mai verticalità) che è il modo per generare piccole comunità di esperienza sulla progettazione per competenze. «In una società complessa e funzionalista i laboratori mettono in relazione con un ambiente aperto e sostengono l’apprendimento per scoperta, intendono l’errore come trasformazione e non come sanzione, considerano il rispetto del tempo lento e dell’attesa. Più che i bambini, abbiamo accompagnato gli adulti nel sostenere lo sviluppo dei bambini. La postura dell’educatore è quella di chi si pone verso il bambino come chi lo aiuta a interpretare il mondo con sguardo culturale. Questa postura sostiene e rinforza il bambino, lo aiuta a trovare le soluzioni e ad emanciparsi».

Sempre in tema di adulti, le modalità di cambio di rapporto tra età adulta e infanzia sono state illustrate da Susanna Mantovani, presidente Bambini Bicocca S.r.l., sulle tecnologie come insidia o opportunità. Particolare attenzione è stata data al cambiamento che si è verificato nella vita quotidiana durante il lockdown con la presenza dei genitori ma con la loro non accessibilità in quanto presi da altre attività. «Si è sviluppata una idea del tempo non magico ma come qualcosa in cui si devono trovare soluzioni che funzionano una volta per tutte. I genitori, inoltre, sono un modello per i bambini sull’uso del digitale e, quando i genitori sono troppo presi a chattare, a loro dà fastidio. Prima cercavano le caramelle nella borsetta della mamma, oggi cercano il cellulare. Occorre fare bene insieme, stando bene insieme: tra bambini e bambini, e bambini e genitori».

Sui laboratori svolti hanno anche relazionato Anita Mestriner e Laura Farinoni del Muba Musei dei Bambini – cooperativa COMIN, in particolare sulla presenza degli adulti nel Labzerosei e sulla contaminazione dei linguaggi.

Successivamente Michele Marangi, referente del progetto per l’Università Cattolica, ha illustrato gli impatti del Labzerosei sulle competenze degli adulti: «La presenza del digitale oggi è ovunque e occorre provare a naturalizzarlo con atteggiamento flessibile e consapevole dato che i bambini non sono un pianeta a parte».

Monica Guerra e Francesca Rota dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca hanno affrontato il tema della destrutturazione dei contesti e il ripensamento dei ruoli educativi con un’ampia casistica sulle fotografie per le quali si chiede l’autorizzazione ai genitori ma non ai bambini (anche se a loro si dice di non farle): «il rispetto reciproco scatta anche quando decidiamo di scattarci una foto».

Un articolo di

Agostino Picicco

Agostino Picicco

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