NEWS | Ateneo

LIBenter vigilerà sulla trasparenza del Pnrr

12 ottobre 2021

LIBenter vigilerà sulla trasparenza del Pnrr

Condividi su:

Costituirsi come cane da guardia della pubblica amministrazione. È l’obiettivo ambizioso di LIBenter che, con l’arrivo ad agosto del primo acconto da 25 miliardi dell’Unione europea all’Italia (il 13% dell’importo totale del Piano) e con l’avvio dei primi progetti, entra nel vivo delle sue attività di monitoraggio, reporting e advocacy del Pnrr. Lo scorso 23 settembre si è infatti insediato il Consiglio di indirizzo composto dai suoi promotori Università Cattolica, Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel), Fondazione Etica e Libera e dagli enti che ad essa si sono già associati: Openpolis, Agricoltori Solidarietà e Sviluppo (ASeS), Italian Institute of Science, Technology and Engineering of Architecture (ISTeA), Osservatorio civico Pnrr, Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti (ISFORT), Monithon e Gran Sasso Science Institute (GSSI).
 
LIBenter, acronimo di “L’Italia BEne comune Nuova Trasparente Europea Responsabile, (www.libenteritalia.eu), si propone di garantire la trasparenza nell’esecuzione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e di dare alla pubblica amministrazione la consapevolezza di un controllo sociale diffuso e collaborativo esercitato dai cittadini, nel quadro di un diritto di cittadinanza sostanziale, responsabile, fondata appunto sulla conoscenza. «Stiamo lavorando alla costruzione di un modello scientifico di monitoraggio, una sorta di piccolo “manuale di istruzioni” indirizzato a quanti vorranno partecipare a questo esercizio di cittadinanza attiva e consapevole», spiega Nicoletta Parisi, docente all’Università Cattolica e coordinatore dell’iniziativa. «Poiché il monitoraggio è un’attività difficile, che ha senso solo se realizzata da chi ne ha esperienza e competenza, il modello di valutazione è in corso di elaborazione ad opera di un gruppo di lavoro, insediatosi in Università Cattolica, coordinato dal professor Dino Rinoldi, composto da economisti, giuristi, sociologi ed esponenti della società civile, che potremmo anche chiamare i watch dogs della pubblica amministrazione».
 
Digitalizzazione e innovazione; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute: queste le missioni del Pnrr sostenute economicamente da 222,1 miliardi di euro, di cui 191,5 finanziati dall’Unione europea attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza. «La nostra presunzione è riuscire a monitorare almeno alcuni progetti delle sei missioni contenute nel Pnrr: uno sulle pari opportunità, uno sulla sanità, uno sulla scuola, uno sull’università, uno sulle infrastrutture e così via. Per raggiungere quest’obiettivo si lavorerà su tutto l’arco temporale (2021-2026 e oltre) di attuazione del Piano, affinché ciascun progetto scelto sia ben eseguito, accompagnandone l’esecuzione tramite il coinvolgimento della cittadinanza organizzata in équipes di esperti e in comunità monitoranti».
 
Al momento i progetti “adottati” sono quelli vicini alle competenze dei partner associati. Per esempio, ASeS si concentrerà su progetti che hanno impatto sulle comunità rurali e sull'agricoltura. Isfort si occuperà di quelli riguardanti la mobilità sostenibile. Libera effettuerà il monitoraggio di progetti sui beni confiscati alle mafie, per i quali c’è una particolare attenzione nel Pnrr. «Sono stati previsti, infatti, 300 milioni di investimento, un grande traguardo se si considera che è la stessa cifra destinata a questo stesso settore in 15 anni», osserva Parisi. «L’area ancora scoperta resta quella sulla sanità. Siamo alla ricerca di partner in grado di monitorare progetti sanitari. Sappiamo tutti che il Pnrr è nato dall’occasione di una pandemia, per questo il settore sanitario va particolarmente monitorato se è vero che tra gli obiettivi del Piano c’è quello di ammodernare la sanità per reagire meglio a una prossima, qualcuno dice inevitabile, pandemia».
 
LIBenter ha anche altre priorità. «Un’altra attività che ci sta particolarmente a cuore è quella di reporting, cioè spiegare a tutti i cittadini con un linguaggio semplice e comprensibile i risultati del monitoraggio. A ciò va ad aggiungersi quello che gli inglesi chiamano advocacy, vale a dire attività di pressione sul governo e sul parlamento affinché l’esecuzione del Pnrr risponda ad alcune esigenze di democraticità, la trasparenza appunto. Il nostro monitoraggio si “aggancerà” al sistema informatico che il Governo italiano, in base alla legge di bilancio 2021 (art. 1, comma 1043), si è impegnato a costruire per rendere trasparente l’esecuzione del Piano. Finora, però, questa piattaforma è ancora un oggetto sconosciuto: dovrebbe essere costruita e si auspica che il Governo riesca in tempi rapidi a metterla a disposizione dei cittadini». Pertanto, continua la docente, «la prima campagna di advocacy di LIBenter riguarda la preparazione di un documento da sottoporre a parlamentari e ministri per sostenere l’esigenza che questa piattaforma venga costruita. Un sistema democratico dovrebbe valorizzare gli strumenti con cui il cittadino s’informa: informazione e conoscenza sono fra le più importanti basi per garantire l’esercizio di una cittadinanza consapevole».  

 

Un articolo di

Katia Biondi

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti