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Lo scetticismo e la continua ricerca della verità

13 maggio 2022

Lo scetticismo e la continua ricerca della verità

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«Lo scetticismo è una corrente filosofica antica importante, lo scetticismo politico è una cosa non così chiara nella definizione e il professor Pupo ha svolto un lavoro molto importante perché è andato a mettere insieme una serie di autori attraverso un’analisi rigorosa dei testi». Così Vittorio Emanuele Parsi, direttore dell’Alta Scuola in Economia e Relazioni Internazionali (ASERI), ha introdotto la presentazione del libro Lo scetticismo politico. Storia di una dottrina dagli antichi ai giorni nostri (ed. Mimesis) di Spartaco Pupo, professore di Storia delle dottrine politiche all’Università della Calabria che è stato il protagonista, lunedì 9 maggio, del nuovo appuntamento di AserIncontra organizzato nella sede milanese di via San Vittore.

«Lo scetticismo politico nasce dai miei studi sul pensiero politico di David Hume. Nel nostro Paese è stato studiato esclusivamente per essere una sorta di metafisico, un filosofo moralista. In realtà è stato un grande pensatore politico che ha fatto fatica a entrare nella storiografia italiana» ha esordito Pupo. Le motivazioni vanno ricercate proprio nel suo scetticismo di fondo che continua a vivere a partire dalla società ellenistica post-omerica, seppure senza una sistematicità perché troviamo delle individualità in questa corrente di pensiero, autori anche autorevoli che politicamente sono difficili da catalogare con i canonici criteri della storiografia.

«Lo scetticismo non ha mai smesso di criticare ogni dottrina, ogni teoria che abbia la pretesa della verità anche in sede politica – continua il professor Pupo – verità dogmatiche incommensurabili, quali pericolo per la società e non come soluzione per i problemi della società». Bisogna sottolineare che lo scetticismo non nega la verità, ma la certezza della verità e che esistano verità che non si possano sottoporre a discussione, a critiche. Dalla discussione emerge che siccome i nostri giudizi non possono dirsi mai veri o falsi, conviene sospendere il giudizio, ovvero praticare la atarassia, termine che deriva dal greco a significare una liberazione da qualunque fastidio, alla ricerca di una continua tranquillità.

All’incontro è intervenuto anche Damiano Palano, direttore del Dipartimento di Scienze politiche dell’Università Cattolica, che ha sottolineato come l’originalità del lavoro di Pupo consista proprio nell’eliminare la categoria di scetticismo politico che fino a questo momento nel panorama delle scienze sociali non ha ottenuto il riconoscimento dovuto. L’intervento del professor Palano si è concluso con una domanda da cui far partire uno spunto di riflessione: «Lo scettico è tale rispetto alla possibilità di conseguire delle verità assolute, ma che rapporto ha nei confronti dei valori condivisi dalla comunità in cui lo scettico vive?»

Infine, Nicola Pasini, docente di Scienze politiche dell’Università degli Studi di Milano, ha evidenziato l’importanza della tensione tra il normativo e il descrittivo. Secondo Pasini in tutto il libro di Pupo è presente una distinzione tra filosofia e scienza politica con la prima che ha la pretesa di dire come il mondo dovrebbe essere alla luce di come il mondo è, mentre la scienza politica si accontenta di descrivere - magari non in maniera oggettiva - il mondo.

Un articolo di

Christian Valla

Scuola di giornalismo

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