Il cosiddetto “bonus psicologo” sta diventando operativo. Grazie a questo provvedimento del Governo un sostegno finanziario è messo a disposizione di chi intende fruire di una prestazione di psicoterapia per problemi di salute mentale legati al periodo pandemico. Che dire al riguardo? Da un lato ci si può ritenere soddisfatti per il riconoscimento di una serie di problematiche di natura psicologica che, come attestano ormai numerosi studi, hanno colpito la popolazione, in Italia come in tanti altri Paesi, durante questi anni di diffusione del Covid e di relative restrizioni. Ci si può ritenere soddisfatti anche per il riconoscimento del ruolo che gli psicologi possono ricoprire per aiutare le persone in questo frangente. E poi, ovviamente, “a caval donato non si guarda in bocca”. Però… Però qualche domanda questo provvedimento la sollecita.
Per esempio, ci si può chiedere perché, almeno in questo periodo e per le finalità legate ai disagi e alle sofferenze dipendenti da Covid, gli interventi psicologici necessitino di supporti esterni “extra” per affermarsi e diffondersi. Così è stato per la possibilità di fruire di psicologi nelle scuole (possibilità peraltro sfruttata non completamente dagli istituti scolastici, e anche questo dovrebbe indurre a una riflessione) e ora è per l’accesso ai trattamenti psicoterapeutici. Tra l’altro, proprio per la psicoterapia, almeno secondo alcuni orientamenti teorici, una ferma motivazione interna a seguire il percorso di cura, che porti l’individuo ad anteporlo ad altre esigenze (anche con un sacrificio economico personale), è indispensabile per il successo di quest’ultimo. Ci si può chiedere se non vi saranno allora accessi a questa opportunità non dettati da una forte convinzione circa la sua necessità ed efficacia, cosa che produrrebbe un inutile dispendio di risorse.
In secondo luogo, questo provvedimento contribuisce a rimarcare un’idea diffusa, ossia che allo psicologo si ricorre per “metterci una pezza”, ossia quando c’è qualcosa da riparare, sanare, raddrizzare. Ciò che invece la psicologia può fare per prevenire i problemi e per promuovere le risorse di individui e comunità raramente cade sotto i riflettori dell’opinione pubblica e così si produce un’immagina parziale e distorta della disciplina e dei potenziali benefici che può arrecare alla collettività.