NEWS | Brescia

Lucilla Giagnoni invita a fare anima nel mondo

22 novembre 2021

Lucilla Giagnoni invita a fare anima nel mondo

Condividi su:

Il mondo ha bisogno di poesia perché serve un cambio di paradigma verbale. Fin dalle origini il ruolo del poeta è stato fondamentale – e ad affermarlo è l’attrice Lucilla Giagnoni, che rievoca racconti primitivi davanti alla folta platea della Cattolica, accorsa per il terzo appuntamento del ciclo di incontri Letteratura&teatro.

«Sogno da sempre una scuola che per prima cosa educhi alla poesia: poesia dal greco Poièo che significa fare, produrre, generare. Educare alla capacità di incanto, di trasformazione e generazione. Insegnare ad accorgersi».

Il poeta fa luce sulle parole e subito il pensiero di Lucia Mor, docente di letteratura tedesca e coordinatrice dell’incontro, va ai versi di Rilke e di Goethe che fanno luce sul significato delle parole e le fanno rivivere.

Lucilla Giagnoni presenta il suo nuovo ed emozionante spettacolo che apre la “Trilogia della Generatività”. Dopo la Trilogia della Spiritualità e quella dedicata all’Umanità, l’autrice e interprete - tra le più grandi del teatro di narrazione - torna in scena con Anima mundi, uno spettacolo prodotto dal Centro teatrale bresciano interamente dedicato a Giacomo Leopardi, che continua il suo oramai ventennale percorso di scoperta e riflessione sui grandi temi del presente.

«Le cose parlano. Si annunciano, testimoniano della loro presenza. E ci guardano, indipendentemente da come le guardiamo noi. Questa richiesta d’attenzione è il segno di un mondo infuso d’anima».
 
Chiuso il ciclo dedicato a Dante – durante la pandemia ha letto per cento giorni i versi della Divina Commedia nel teatro di Novara, la Giagnoni ora con Anima Mundi si è dedicata a Leopardi, il poeta che più intensamente ha sofferto il rapporto con la Natura e partecipato all’Anima del Mondo.

«Non c’è più tempo da perdere. Servono grandi azioni politiche, ma soprattutto piccoli atti quotidiani: a partire dal notare le cose, da uno sguardo capace di vedere in ogni cosa la sua anima, uguale alla nostra, che sappia essere strumento per agire».

Leopardi poco prima di morire vede il Vesuvio eruttare ma la sua attenzione va su un fiore: la ginestra. La piccola pianta gli indica con estrema semplicità cosa si può davvero fare. Ancora giovanissimo, fu una siepe a espandere il suo sguardo verso interminati spazi e sovrumani silenzi.

«Così anche noi potremo uscire dal labirinto con i nostri ormai sviluppatissimi saperi settoriali ma con la capacità quotidiana di allargare lo sguardo, partecipando consapevolmente a fare anima nel mondo».

Un articolo di

Antonella Olivari

Antonella Olivari

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti