«L’incontro - ha sottolineato Anna Sfardini, direttore didattico del master Fare Tv. Management del broadcasting e dello streaming - ha voluto festeggiare con questi ospiti speciali gli allievi dell’XI edizione del Master dell’Alta Scuola in Media, comunicazione e spettacolo (Almed) dell’Università Cattolica, che hanno ricevuto il diploma al termine del dialogo con gli ospiti». Questo è un modo speciale «per ribadire l’obiettivo del Master di formare i giovani a quel mondo audiovisivo fatto di lavori e professionisti concreti, oltre che di immagini e immaginari».
Insieme ai saluti del direttore della sede di Milano dell’Ateneo Mario Gatti, Fausto Colombo, prorettore delegato alle attività di comunicazione dell’Ateneo, ha evidenziato tre punti di contatto tra l’Università e MasterChef: «Il cibo è convivialità come quella che si crea in università; è identità di un Paese fatto di diverse tradizioni culinarie e culturali; è portatore di valori come la solidarietà».
Di questi valori e delle novità introdotte dal programma hanno parlato anche i tre chef stellati che si sono confrontati davanti agli studenti. «MasterChef mi ha dato la possibilità di scoprire talenti e negli anni ho cercato di alzare l’asticella nel giudicare i concorrenti che sono cambiati nel tempo perché oggi le persone sanno cos’è la cucina» - ha detto Bruno Barbieri. «Per me MasterChef è un allenamento, poi vado in cucina a fare la partita» - ha aggiunto Antonino Cannavacciuolo, sottolineando la valenza culturale del programma che ha sempre valorizzato la tradizione del cibo e l’eccellenza dei prodotti italiani.
A parlare del mestiere dello chef è stato poi Giorgio Locatelli che ha evidenziato come «l’esposizione mediatica che la cucina ha ricevuto negli ultimi anni ha cambiato il nostro lavoro. Oggi cucinare è diventato un mestiere». Ma insieme al lavoro c’è anche la storia delle persone che cucinano, la sincerità con cui si presentano e la creatività che esprimono, e tutto questo è chiamato in causa nel momento in cui gli chef giudicano, insieme naturalmente al prodotto e alla sua presentazione.
MasterChef è cresciuto negli anni grazie anche ai social che l’hanno reso famoso nel mondo. Tutti ormai fotografiamo i piatti particolari che assaggiamo e, come ha detto Barbieri, «per sapere cosa succedeva dall’altra parte del mondo un tempo si doveva prendere un aereo, oggi si sa tutto attraverso i social» anche se, ha aggiunto Cannavacciuolo, «è vero che i social fanno conoscere tutto in fretta ma lo fanno anche sparire in fretta. Quello che crei oggi domani è già vecchio e su questo bisogna riflettere».
Certo è che, come ha sottolineato Locatelli, «l’impatto di tv e social sono fondamentali perchè hanno fatto diventare il nostro mestiere una professione che racconta il nostro cibo fatto di storia e società. Oggi il cibo è alla portata di tutti mentre prima era inaccessibile ed elitario. L’atto del mangiare ci mette tutti sullo stesso piano e mi piace pensare che le cucine nel mondo siano inclusive».
Le novità della nuova edizione del programma sono attese da tutti prima di Natale in quanto «MasterChef è uno dei formati più completi nel panorama televisivo perchè ha tante caratteristiche aderenti alla cultura del nostro Paese e delle nostre abitudini, racchiude l’eleganza, è al passo con le tendenze culinarie, attento alle abitudini , ai posti dove si va a mangiare, al cibo che viene portato a casa» - ha dichiarato Francesca De Martini, Original Productions Entertainment Pay & Free-To-Air Director Sky Italia. Inoltre, è un programma moderno. Come ha sottolineato Leonardo Pasquinelli, amministratore delegato di Endemol Shine Italy, «ogni anno inseriamo modifiche e diamo importanza alle storie delle persone e alle emozioni che si aggiungono ai meccanismi della competizione. Le persone portano con sè la tradizione, le ricette imparate in famiglia e questo diventa materia importantissima per gli chef che sono i “bravi” nel mondo, diventati star perché sanno empatizzare con i concorrenti».