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Milano, un ponte con la cultura araba

30 agosto 2024

Milano, un ponte con la cultura araba

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Promuovere il dialogo interculturale costruendo ponti tra mondo arabo e mondo occidentale. È quanto farà con le sue numerose attività, iniziative, seminari l’Istituto di Cultura Araba inaugurato oggi, venerdì 30 agosto, all’Università Cattolica del Sacro Cuore con una cerimonia ufficiale ospitata nell’Aula Magna dell’Ateneo e introdotta dagli interventi del Rettore dell’Università Cattolica Elena Beccalli e della Principessa Bodour Al Qasimi. Diverse le autorità che hanno preso parte all’inaugurazione, a partire da Sua Altezza Sultan Bin Muhammad Al-Qasimi, Emiro di Sharjah – che ha voluto partecipare a testimonianza della sua grande riconoscenza e piena soddisfazione per l’istituzione a Milano di un centro di questo tipo –, dal CEO della Sharjah Book Authority Ahmed Al Ameri, e da Monsignor Paolo Martinelli, Vicario Apostolico dell’Arabia meridionale.

Un’importanza ribadita dalle parole del Rettore Beccalli. «Il lungo percorso intrapreso in questo decennio dall’Università Cattolica con le sue tante iniziative – dall’organizzazione del Festival di Lingua e Cultura Araba all’insegnamento di lingua araba – porta oggi all’inaugurazione dell’Istituto, un polo culturale ed educativo che risponde pienamente alla mia ferma convinzione che la nostra Università debba essere una comunità aperta al mondo». Dunque, «un’occasione tangibile di dialogo tra mondi e culture che rappresenta un modo nuovo di intendere l’internazionalizzazione per il nostro Ateneo».

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Redazione

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Secondo la Principessa Bodour Al Qasimi «l’Istituto apre un nuovo capitolo per superare i confini e attraversare i continenti con la bandiera del libro e l’amore comune per la letteratura». Nello stesso tempo «costituisce una raffigurazione pratica della volontà sincera di rafforzare il dialogo tra Oriente e Occidente». Sarà, pertanto, «un luogo di diplomazia culturale, di meeting tra popoli e civiltà», poiché sempre più «oggi abbiamo bisogno di messaggi di pace per lasciare alle future generazioni il mondo in uno stato migliore». Di qui la necessità di custodire e proteggere qualsiasi cultura, come ha indicato l’Emiro di Sharjah che, parlando alla platea dell’Aula Magna, ha dato testimonianza della passione per la lingua araba, da anni oggetto di suoi studi approfonditi.

L’Istituto, con sede negli edifici di via Lanzone 14 e diretto dal Professor Wael Farouq, nasce a seguito di un accordo siglato nel mese di luglio tra la Sharjah Book Authority, importante organizzazione degli Emirati Arabi promotrice di iniziative culturali legate all’editoria con cui l’Università Cattolica collabora da alcuni anni, e l’Ateneo.

Una conferma, quindi, del forte interesse che da sempre l’Università Cattolica nutre nei confronti di questo mondo e in linea con i valori dell’Enciclica Fratelli tutti e dal documento pontificio sulla Fratellanza Umana per la pace mondiale e la convivenza comune, firmato durante il viaggio apostolico di Papa Francesco negli Emirati Arabi Uniti nel febbraio 2019. «L’Istituto esprime concretamente la vocazione dell’Ateneo al dialogo e alla costruzione del bene comune», ha osservato la professoressa Beccalli. Infatti, «promuove da tempo lo studio della lingua araba anche come fattore di reciproca conoscenza con la comunità araba locale, come forma di inclusione per gli studenti italiani di seconda generazione di origine araba per riconnetterli alle loro radici culturali e linguistiche».

 

Per il Direttore Wael Farouq, Docente di Lingua e letteratura araba all’Università Cattolica, «si tratta di un Istituto unico nel suo genere perché riunisce tre aspetti fondamentali: culturale, educativo, scientifico. La sua particolarità, poi, sta nel fatto che va al cuore della Terza missione dell’Università, in quanto si farà promotore del dialogo interculturale e interreligioso non solo in Italia ma anche a livello internazionale».

Attivo già da questo ottobre, «si occuperà di training per gli studenti sulla conoscenza della lingua, di workshop dedicati alla scrittura, di culture management, di dialoghi tra figure significative di entrambi i mondi, arabo e occidentale. Ma dedicherà spazio anche all’editoria, traducendo libri arabi importanti e aiutando le case editrici italiane a entrare nel mercato editoriale arabo», ha continuato il Professor Farouq. Nello specifico, il compito dell’Istituto sarà mettere a sistema tutte le iniziative che da oltre un decennio l’Università Cattolica realizza: a partire dal Festival di Lingua e Cultura Araba dall’istituzione nel 2016 del “Centro di ricerca di Lingua araba (CARA)”, il cui scopo consiste nella promozione di attività scientifiche nel settore dell’arabo moderno, alla nascita di un piccolo coro in lingua araba nel 2018.

Ecco perché, ha detto il Rettore Beccalli, «l’Istituto di Cultura Araba è proprio un segno concreto che l’Università Cattolica intende mettere a disposizione della città e del Paese per la reciproca conoscenza dei popoli, creando uno spazio di dialogo di particolare significato in questa delicata epoca assetata dal bisogno di speranza e convivenza pacifica».

Alla cerimonia – allietata da momenti musicali come il concerto del coro arabo composto da oltre 30 studenti di lingua araba iscritti all’Università Cattolica e la performance della Sharjah National Band – sono intervenuti Mohamed Safy Al-Mostaghanimi, Secretary General of the Arabic Language Academy in Sharjah, Ignacio Gutierrez de Terán, Professore all’Università Autonoma di Madrid. Il primo, nel suo contributo si è soffermato sul grande dizionario etimologico di lingua araba cui sta lavorando con oltre un centinaio di studiosi: 125 volumi che diventeranno un prezioso serbatoio per conoscere la lingua e la letteratura araba. Il secondo, invece, ha raccontato il forte legame tra arabo e spagnolo, riportando esempi concreti.

Fino al 5 settembre sarà visitabile negli spazi di via Lanzone 14 un’inedita mostra che raccoglie importanti reperti archeologici e preziosi manoscritti messi a disposizione dalla Sharjah Book Authority.

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