Per il Direttore Wael Farouq, Docente di Lingua e letteratura araba all’Università Cattolica, «si tratta di un Istituto unico nel suo genere perché riunisce tre aspetti fondamentali: culturale, educativo, scientifico. La sua particolarità, poi, sta nel fatto che va al cuore della Terza missione dell’Università, in quanto si farà promotore del dialogo interculturale e interreligioso non solo in Italia ma anche a livello internazionale».
Attivo già da questo ottobre, «si occuperà di training per gli studenti sulla conoscenza della lingua, di workshop dedicati alla scrittura, di culture management, di dialoghi tra figure significative di entrambi i mondi, arabo e occidentale. Ma dedicherà spazio anche all’editoria, traducendo libri arabi importanti e aiutando le case editrici italiane a entrare nel mercato editoriale arabo», ha continuato il Professor Farouq. Nello specifico, il compito dell’Istituto sarà mettere a sistema tutte le iniziative che da oltre un decennio l’Università Cattolica realizza: a partire dal Festival di Lingua e Cultura Araba dall’istituzione nel 2016 del “Centro di ricerca di Lingua araba (CARA)”, il cui scopo consiste nella promozione di attività scientifiche nel settore dell’arabo moderno, alla nascita di un piccolo coro in lingua araba nel 2018.
Ecco perché, ha detto il Rettore Beccalli, «l’Istituto di Cultura Araba è proprio un segno concreto che l’Università Cattolica intende mettere a disposizione della città e del Paese per la reciproca conoscenza dei popoli, creando uno spazio di dialogo di particolare significato in questa delicata epoca assetata dal bisogno di speranza e convivenza pacifica».
Alla cerimonia – allietata da momenti musicali come il concerto del coro arabo composto da oltre 30 studenti di lingua araba iscritti all’Università Cattolica e la performance della Sharjah National Band – sono intervenuti Mohamed Safy Al-Mostaghanimi, Secretary General of the Arabic Language Academy in Sharjah, Ignacio Gutierrez de Terán, Professore all’Università Autonoma di Madrid. Il primo, nel suo contributo si è soffermato sul grande dizionario etimologico di lingua araba cui sta lavorando con oltre un centinaio di studiosi: 125 volumi che diventeranno un prezioso serbatoio per conoscere la lingua e la letteratura araba. Il secondo, invece, ha raccontato il forte legame tra arabo e spagnolo, riportando esempi concreti.
Fino al 5 settembre sarà visitabile negli spazi di via Lanzone 14 un’inedita mostra che raccoglie importanti reperti archeologici e preziosi manoscritti messi a disposizione dalla Sharjah Book Authority.