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Mondi distopici oltre lo storytelling

15 settembre 2022

Mondi distopici oltre lo storytelling

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Le narrazioni distopiche rappresentano un tratto distintivo del discorso pubblico e della produzione mediale del nuovo millennio: sono sempre più numerosi i contenuti - trasversali ai generi, ai linguaggi e alle origini geografiche - che affrontano il tema delle distopie contribuendo ad alimentare le riflessioni sulle paure, le contraddizioni e le fragilità delle società contemporanee.  

Il tema sarà al centro del convegno internazionale “Dystopian Worlds beyond Storytelling. Representations of Dehumanized Societies in Literature, Media and Political Discourses: Multidisciplinary Perspectives”, in programma il 15 e 16 settembre presso il campus milanese di largo Gemelli dell’Università Cattolica.  

Il convegno rientra nell’ambito del progetto d’interesse d’Ateneo 2020 “Lo scontro delle narrazioni. La rappresentazione del futuro nella cultura popolare e nei media tradizionali e il suo utilizzo politico”, di cui il professor Damiano Palano è il responsabile scientifico, e che coinvolge 24 università, di cui 5 internazionali. 
Al centro delle giornate di studio sarà la riflessione multidisciplinare sul tema delle distopie, argomento che appare oggi sempre più attuale, anche alla luce di conflitti ed emergenze su vasta scala che investono i campi della politica, della democrazia, dell’evoluzione tecnologica, dell’ambiente, dei processi migratori, delle nuove forme di cospirazionismo e disinformazione, della sanità.  

Parte del progetto di ricerca da cui il convegno prende vita è anche l’Atlante delle Distopie Mediali, di cui è responsabile il professor Massimo Scaglioni, un sito che intende raccogliere e mappare le produzioni mediali (film, serie tv, videogame) che dall’inizio del ventunesimo secolo hanno raccontato universi distopici. Attraverso la segnalazione di prodotti mediali emblematici (film, serie tv e videogame) appartenenti a sei aree geografiche (Nord America, America latina, Europa, Paesi nordici, Medioriente, Asia del Pacifico) l’Atlante racconta diversi ambiti distopici: catastrofi naturali, rapporto umano/ tecnologia, epidemie/ emergenze sanitarie, migrazioni, crisi delle società democratiche, teorie cospirazioniste.

Il convegno ospiterà un totale di 40 relazioni suddivise in 11 panel tematici che si snoderanno lungo due giornate di lavori. Tra questi, si segnala la presenza di Joseph Trotta (University of Gothenburg) come keynote speaker che terrà nella giornata introduttiva una relazione dal titolo “Loving the futures we hate: the ubiquity of dystopias in popular culture”, in cui affronterà in maniera sistematica la pervasività delle narrazioni distopiche nelle diverse forme ed espressioni culturali in una prospettiva storica e transmediale, con l’obiettivo di riflettere sulle motivazioni per cui tali contenuti e discorsi esercitino sul pubblico una fascinazione continua e diffusa.  

Il convegno, nato dalla collaborazione tra le facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere e Scienze politiche e sociali e dei centri di ricerca Polidemos - Centro per lo studio della democrazia e dei mutamenti politici e CeRTA - Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi dell’Università Cattolica, è organizzato da Valerio Alfonso Bruno, Antonio Campati, Paolo Carelli e Anna Sfardini
 
Al termine della prima giornata di convegno, alle ore 19 del 15 settembre, è in programma inoltre un seminario dal titolo “Dystopian soundtracks for cinema” curato dal professor Enrico Reggiani e Martino Tosi, in collaborazione con Studium musicale d’ateneo e Kawai Italia: una rilettura in chiave musicale delle soundtracks di alcuni tra i principali film distopici che hanno attraversato la storia del cinema.  
 

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Redazione

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