Squilibri economici e finanziari nel nuovo quadro geopolitico, a partire dai dazi.
Tema di strettissima attualità, quello sul tavolo della XXI Lezione Arcelli, che da vent’anni mette a confronto con gli studenti di Economia e Giurisprudenza del campus di Piacenza professionisti, accademici e figure istituzionali di rilievo, protagonisti dello scenario nazionale capaci di fornire chiavi di lettura per approfondire e comprendere le tappe fondamentali della politica economica italiana degli ultimi decenni: dall’introduzione dell’euro nell’Unione Europea alla crisi finanziaria del 2008, dalla crisi del debito sovrano del 2011 alla pandemia da Covid e alla successiva fase di ripresa, fino agli impatti della guerra in Ucraina. L’ospite di quest’anno è stato Ignazio Visco, Governatore onorario di Banca d’Italia che ha guidato l’istituto dal 2011 al 2023.
Dopo i saluti del preside della Facoltà di Economia e Giurisprudenza professor Marco Allena e della Sindaca di Piacenza Katia Tarasconi, la Lezione è stata introdotta dal professor Francesco Timpano, direttore del Centro Studi di Politica Economica e Monetaria Mario Arcelli e dal Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore professoressa Elena Beccalli, che ha messo in evidenza come negli anni Novanta molti credessero «che il processo di globalizzazione fosse inarrestabile e che avrebbe diffuso i valori liberali e democratici in tutto il mondo».
E se l’opinione dominante presumeva che le istituzioni internazionali sarebbero state sufficienti a correggere le distorsioni derivanti dalla globalizzazione - in materia di clima, concorrenza e diritti di proprietà, ad esempio-, e che le istituzioni nazionali avrebbero limitato le disuguaglianze «con il passare del tempo sono emerse alcune criticità. Basti pensare all’aumento delle povertà e delle disuguaglianze all’interno dei paesi, anche in economie avanzate. La questione non si limita alla sfera economica» ha continuato la professoressa Beccalli, «ma si estende a quella sociale con ripercussioni, ad esempio, in termini di accesso all’acqua, al cibo, alle cure mediche e all’educazione. Non pare più possibile pensare che si tratti di semplici esternalità negative di un modello economico che ben funziona. Ecco l’urgenza di un impegno» ha concluso il Rettore «che orienti il cambio di paradigma non verso il conflitto, quanto piuttosto verso lo sviluppo inclusivo e sostenibile per fare in modo che l’economia globale prenda una direzione differente rispetto al recente passato».
Ricordando come sia innegabile che negli ultimi 35 anni «i cambiamenti intercorsi a livello globale sono stati eccezionali, portando ampi benefici, ma anche conseguenze negative non sufficientemente controbilanciate», il Governatore Onorario di Banca d’Italia Ignazio Visco ha esordito precisando che i miglioramenti delle condizioni di vita hanno interessato soprattutto le economie pienamente integrate nel commercio globale, mentre «una parte significativa del mondo è rimasta esclusa dai benefici dell’integrazione economica, prima fra tutte l’Africa subsahariana» dove si concentra oggi la maggior parte delle persone colpite da povertà, malattie e malnutrizione. «La sfida per il mondo avanzato è quella di aiutare queste aree del mondo a evitare un ulteriore, progressivo distacco, beneficiando di solide e stabili opportunità di sviluppo, così come avvenuto in altre aree del mondo a lungo e profondamente arretrate». Visco ha poi ricordato «gli effetti devastanti sul clima e sull’ambiente naturale di uno sviluppo ancora basato sullo sfruttamento intensivo delle risorse fossili», e l’“internalizzazione” delle disuguaglianze, con un aumento della concentrazione dei redditi in quote sempre più piccole di percettori «ne è risultato un crescente senso di insicurezza sulle prospettive di occupazione e di benessere economico della classe media».
Nell’immediato si ritiene che le idee, le proposte e le decisioni che si stanno affermando nella nuova amministrazione statunitense abbiano implicazioni rilevanti per la cooperazione internazionale. Queste idee si sostanziano, ha ribadito Visco, «da un lato nella protezione sostanziale del settore manifatturiero statunitense, con un aumento significativo delle tariffe e nuove barriere commerciali» e dall’altro in un tentativo di accordo per la svalutazione del dollaro simile a quello realizzato quarant’anni fa e noto come Plaza Accord (oggi qualcuno parla di “Mar-a-Lago Accord”), accompagnato dall’impegno o dall’obbligo per le banche centrali dei paesi in surplus di acquistare debito pubblico americano a 100 anni a tasso zero. Se questo approccio venisse implementato saremmo davanti, secondo Visco, al «caso di una sostituzione del debito in essere con un altro a scadenza extra lunga, se non indefinita, il che equivarrebbe sostanzialmente a una massiccia ristrutturazione del debito, e quindi a un default. Mi sembra che ci sarebbero inevitabili e gravissime conseguenze, anche se difficilmente quantificabili, sui mercati finanziari, con effetti recessivi sull’economia e sull’occupazione». Un aggiustamento (una riduzione) del valore del dollaro e delle azioni delle società americane può certamente essere necessario e andrebbe nella direzione di ridurre la posizione finanziaria esterna degli Stati Uniti, oggi altamente negativa; «ma questo dovrebbe avvenire nel modo più ordinato possibile, mentre ciò che viene proposto rischia di rendere tale aggiustamento estremamente incerto e costoso. Lo stesso status del dollaro come valuta di riserva ne risulterebbe compromesso».
La Lezione Mario Arcelli 2025 è stata «davvero una lezione magistrale sugli squilibri economici e finanziari, ma anche politici e tecnologici, del mondo di oggi» ha concluso il professor Timpano: «Ignazio Visco ha permesso agli studenti di comprendere la complessità della situazione attuale, che va oltre gli atteggiamenti estemporanei dell’amministrazione americana, la strutturale difficoltà della governance europea di elaborare posizioni unitarie e l’incertezza sulla solidità del gigante cinese. Le tecnologie legate all’intelligenza artificiale, la nuova globalizzazione, il cambiamento climatico e la riduzione delle disuguaglianze sono i temi su cui la politica impatta e da cui la politica è condizionata. Un ordinato processo di aggiustamento sarebbe auspicabile, ci suggerisce Visco. La realtà appare ben più incerta e disordinata».
Al termine della Lezione il professor Federico Arcelli, Presidente della Fondazione Mario Arcelli, ha consegnato insieme ai partecipanti all’evento il Premio di Laurea Mario Arcelli promosso in collaborazione con Intesa San Paolo al laureato del corso di laurea di Banking e consulting Lorenzo Paraboschi che ha sviluppato una tesi sul ruolo dell’intelligenza artificiale nel mercato del credito.