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Europa, i nodi da sciogliere

06 aprile 2022

Europa, i nodi da sciogliere

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È un periodo complicato per l’Europa. La guerra ha imposto un nuovo ritmo alle decisioni strategiche dell’Unione Europea, portando al centro del dibattito fondamentalmente due temi: la politica energetica, accelerando la necessità di dare attuazione all’European green deal, e soprattutto la politica di difesa ed estera dell’Unione.

La "Diciottesima Lezione Mario Arcelli" ha focalizzato la propria attenzione sui nodi da sciogliere nella costruzione europea anche alla luce della nuova evidenza fornita dalla crisi mondiale dei prezzi delle materie prime e della guerra nel cuore dell’Europa. È stata preziosa la presenza di Enzo Moavero Milanesi, docente della Luiss e già Ministro degli Affari Regionali e degli Esteri in tre governi diversi del decennio scorso. Con una lunga esperienza in Commissione Europea, Enzo Moavero ha fornito spunti utili agli studenti del Laboratorio Next Generation EU, promosso nell’ambito del corso di politica economica della laurea Magistrale in Gestione d’azienda nella sede di Piacenza dell’Università Cattolica.

Il relatore ha posto l’attenzione su alcuni temi centrali della costruzione europea, enfatizzando in primis il tema della rivisitazione delle politiche comuni. L’urgenza posta dalla crisi delle materie prime obbliga l’Europa a rivisitare sia politica energetica sia politica agricola, per fare fronte al nuovo quadro internazionale, ma anche la politica tributaria per ridurre i comportamenti opportunistici di alcuni paesi che utilizzano i vantaggi fiscali per creare una concorrenza sleale interna all’Unione.

Il quadro delle politiche deve accompagnarsi a una modifica dell’architettura istituzionale europea, ampliando lo spazio per il Parlamento Europeo, a cui dovrebbe essere assegnato il potere di proposta legislativa (oggi solo attribuito alla Commissione) anche solo promuovendo un accordo inter-istituzionale previsto dal Trattato.

Il programma Next Generation EU, inoltre, ha da un lato “sdoganato” il tema della creazione del debito comune, rendendo possibile, pur con diversi distinguo, ciò che nel passato non lo era. L’allargamento del bilancio europeo, anche attraverso la riproposizione di NGEU, secondo Moavero è  uno degli esiti auspicabili di questa fase. Insieme a queste considerazioni, Moavero auspica una riforma dell’Unione Economica e Monetaria per modificare le parti relative ai processi di rientro del debito, ai processi di sorveglianza sui deficit e sul debito e sugli squilibri macroeconomici.

Da questo momento in avanti, sarà chiaramente la politica della difesa e la politica estera la nuova frontiera dell’Unione Europea. Moavero ha ricordato come nel 1954 fu avviata la Comunità economica di difesa, un progetto simile alla Comunità economica del carbone e dell’acciaio perché si prefigurava un percorso politico che avrebbe potuto condurre agli Stati Uniti d’Europa.

Questo progetto, apparentemente difficile ed immaturo, rimane lo scenario di riferimento per rafforzare l’Unione in coerenza con gli ideali dei padri fondatori dell’Europa.

L’intervento di Enzo Moavero ha certamente chiarito in modo preciso e diffuso i temi sul tappeto dei paesi dell’Unione Europea. L’urgenza di ripensare il processo politico è forte. La nuova evidenza degli equilibri mondiali chiamano la politica europea ad un ruolo di alto profilo per rispondere alle gravi minacce che pesano sul sistema industriale europeo e sulla società tutta.

Un articolo di

Francesco Timpano

Francesco Timpano

Docente di Politica economica - Università Cattolica

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