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Perché è importante la tutela penale dei beni culturali

15 marzo 2022

Perché è importante la tutela penale dei beni culturali

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Vita difficile ai ladri d’arte. Il 3 marzo scorso, infatti, il Parlamento italiano ha approvato un disegno di legge che rivoluziona l’impianto normativo tradizionale, grazie all’inserimento nel Libro Secondo del Codice Penale di un nuovo Titolo VIII bis dedicato ai “delitti contro il patrimonio culturale”.

Questo impegno nella riforma del diritto penale dei beni culturali trova radice nella necessità del rafforzamento della protezione del patrimonio culturale, prevista dalla Costituzione all’articolo 9, e dalla ratifica, avvenuta con la legge n. 6 del 21 gennaio 2022, della Convenzione del Consiglio d’Europa sulle infrazioni relative ai beni culturali, adottata a Nicosia il 19 maggio 2017, sottoscritta dall’Italia (tra i promotori dell’iniziativa) nell’ottobre dello stesso anno.

Tra le principali novità di tale riforma vi è l’introduzione di fattispecie speciali di furto e appropriazione indebita di beni culturali, di devastazione e saccheggio di beni culturali e paesaggistici, di ricettazione, riciclaggio e autoriciclaggio di beni culturali, reati puniti con sanzioni più severe rispetto alle corrispondenti ipotesi comuni, con l’intento di reprimere con maggior efficacia l’offesa al patrimonio culturale, sempre più riconosciuto di rilievo collettivo sia per le generazioni presenti che per quelle future in chiave pedagogica. Tale normativa, peraltro, consente all’Italia una più intensa collaborazione internazionale nella tutela del patrimonio culturale appartenente all’intera umanità.

Questi temi, le conseguenti nuove prospettive della riforma e la condivisione di esperienze sono state alla base del convegno, programmato con grande tempismo e in modo pionieristico, organizzato il 10 marzo dalle facoltà di Economia e di Giurisprudenza dell’Università Cattolica, dal Dipartimento di Diritto privato e pubblico dell’economia, dal Centro Nazionale di prevenzione e difesa sociale, e dall’Alta Scuola “Federico Stella” sulla Giustizia Penale (Asgp).

«La prospettiva del convegno è sicuramente penalistica ma con apertura ad altre sensibilità per il cammino complessivo della riforma e per la tutela di beni culturali e del paesaggio», ha dichiarato Francesco D’Alessandro, coordinatore del Corso di laurea in Economia e gestione dei beni culturali, e moderatore del convegno. Inoltre, ha evidenziato che tale settore, di straordinaria attualità, deve impulso ad Arianna Visconti, docente di Diritto penale e attenta studiosa delle questioni in esame. In tema di interdisciplinarità erano presenti come relatori docenti di diritto penale sostanziale e processuale ma hanno portato il loro contributo anche Lorenzo Casini, Capo di Gabinetto del Ministero della Cultura, e il maggiore dei carabinieri Claudio Sanzò del Comando Tutela Patrimonio Culturale.

I presidi delle Facoltà di Economia, Antonella Occhino, e di Giurisprudenza, Stefano Solimano, hanno messo in luce come questo sia il primo convegno che si svolga in Italia su tale tema dopo l’approvazione della riforma circa la tutela del patrimonio artistico che non riguarda solo gli aspetti giuridici ed economici ma tocca anche quelli antropologici sulla bellezza in relazione al benessere personale. Peraltro, in un contesto multidisciplinare, l’Università Cattolica ha sempre dato il suo contributo di studio circa il reticolo di normative e convenzioni internazionali, per i quali spesso l’Italia è stata proattiva nel promuoverle, con particolare riguardo ai beni culturali ecclesiastici che stanno a cuore all’Università Cattolica. Gabrio Forti, direttore dell’Alta Scuola “Federico Stella”, ha ricordato come la tutela del patrimonio culturale serva per la comprensione delle dinamiche che sono all’inizio dei conflitti sociali nell’ottica riparativa dei conflitti stessi.

Photo by Jackie Hope on Unsplash

Un articolo di

Agostino Picicco

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