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Piano infanzia e adolescenza. Rosnati: «Ripensare in modo generativo alle modalità educative»

31 gennaio 2022

Piano infanzia e adolescenza. Rosnati: «Ripensare in modo generativo alle modalità educative»

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“Educazione, equità, empowerment”: sono le tre aree d’intervento in cui è strutturato il 5° Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva, il cui testo definitivo è stato deliberato dal Consiglio dei ministri, nella seduta del 21 gennaio. Ora sarà adottato con decreto del presidente della Repubblica. Del Piano parliamo con Rosa Rosnati, ordinario di Psicologia sociale all’Università Cattolica, membro del Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla famiglia, direttore del master “Affido e adozione e nuove sfide dell’accoglienza famigliare: aspetti clinici, sociali e giuridici” dell’Ateneo, membro esperto dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza.

Professoressa, perché è importante questo Piano?
«Perché finalmente si potranno accendere i riflettori sui bambini e sui ragazzi avendo delle proposte concrete in mano. Sappiamo bene che, durante le prime fasi della pandemia, i bambini e i ragazzi sono stati del tutto invisibili. L’attenzione era stata posta giustamente su quelle fasce della popolazione maggiormente a rischio, soprattutto sugli anziani. Solo successivamente sono emersi gli effetti a lungo termine, a volte davvero deleteri, che la pandemia ha avuto sui minori: aumento di disturbi d’ansia, disturbi alimentari, aumento degli accessi al pronto soccorso psichiatrico, autolesionismo e più frequentemente ritiro emotivo, abbandono scolastico, aumento dei Neet e così via. E questa onda d’urto non accenna a diminuire».

Di che cosa parla questo disagio diffuso?
«Parla del corpo. Mi ha colpito molto un’espressione usata da Alberto Pellai durante un incontro dell’Osservatorio che definiva gli adolescenti di oggi “decorporeizzati”: sono a scuola ma sono a casa, sono qui e sono altrove, chattano e non incontrano, costantemente connessi e raramente in relazione con l’altro, i confini del corpo sono diventati labili eterei evanescenti; davanti al video aumenta la preoccupazione per l’aspetto corporeo. E poi parla della mancanza di futuro, come se fosse stato tolto loro l’ossigeno».

La situazione è stata aggravata dal Covid?
«La pandemia è stata una cartina tornasole: se in Italia in generale si era investito davvero poco sulle giovani generazioni, questo si è reso ulteriormente visibile durante l’emergenza. A maggior ragione è urgente intervenire e il Piano d’azione rappresenta “una scatola degli attrezzi” estremamente utile per chi è nel ruolo di progettare politiche sociali e realizzare interventi, perché non si limita a fornire generiche “linee guida”, ma delinea anche nel dettaglio gli interventi, come strutturarli, da chi devono essere promossi, chi sono i destinatari, i tempi di attuazione, le risorse da impegnare e gli esiti attesi, con una scansione piuttosto particolareggiata».


L'intervista completa sul sito del SIR
 

Un articolo di

Gigliola Alfaro

Gigliola Alfaro

AgenSIR

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