Oltre 250 ricercatori di università, ospedali, aziende sanitarie, enti di ricerca e imprese del settore privato insieme per produrre conoscenze e soluzioni multidisciplinari necessarie e per affermare l'Italia come Paese leader nella prevenzione digitale: è il cuore del Progetto DARE (DigitAl lifelong pRevEntion), di durata quadriennale e finanziato dal Piano complementare al PNRR del Ministero dell'Università e della Ricerca e coordinato dall’Università di Bologna.
L’Università Cattolica e la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS contribuiscono al progetto con il coordinamento rispettivamente della professoressa Stefania Boccia, responsabile della sezione di Igiene generale e applicata del Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica della Facoltà di Medicina e chirurgia e Vicedirettrice dell’IRCCS Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli (al centro nella foto), e dell’Ingegner Roberta Pastorino del Dipartimento di Scienze della Salute della Donna e del Bambino e di Sanità Pubblica della Fondazione Gemelli IRCCS.
L’obiettivo di DARE è creare e sviluppare una comunità di conoscenza, connessa e distribuita, che favorisca l’affermarsi di modelli e soluzioni tecnologicamente avanzate per la sorveglianza, la prevenzione, la promozione della salute e la sicurezza sanitaria. DARE si propone di applicare strumenti innovativi di natura digitale, sia nella popolazione generale sia in categorie a rischio, contribuendo a colmare le disparità sociali e territoriali nell’offerta di servizi integrati socio-sanitari.
L’Università Cattolica, in particolare, opera principalmente all’interno dello Spoke 1, dove coordina il Work Package 1 (WP1), dal titolo "Enabling Factors and Technologies for a Lifelong Digital Prevention”, che agirà come “Solution Provider”. Il WP1 rappresenta di fatto la struttura di coordinamento del primo spoke e ha l’obiettivo generale di coordinare lo sviluppo tecnologico, promuovere approcci partecipativi aumentare la consapevolezza digitale tra i professionisti sanitari.
Assieme alla professoressa Boccia, il team della Sezione di Igiene rappresentato anche dai professori Gianfranco Damiani e Maria Lucia Specchia, dalla dottoressa Giovanna Elisa Calabrò, ricercatori, dottorandi e medici in formazione specialistica in Igiene e Medicina preventiva, chiamati ad identificare i criteri più rilevanti per misurare l’utilità e l’implementabilità degli interventi di prevenzione digitale e individuare sinergie con stakeholders e progetti a livello nazionale, comunitario ed internazionale. Altra attività di rilievo che la sezione di Igiene condurrà, in collaborazione con la professoressa Giovanna Liuzzo e il dottor Tommaso Sanna dell’Unità Operativa Complessa di Terapia Intensiva Cardiologica della Fondazione Gemelli, è testare in un progetto pilota l’efficacia degli strumenti di prevenzione digitale (App e Smart watch) in combinazione con la profilazione genetica del rischio cardiovascolare, nel migliorare gli stili di vita in soggetti sani.
La Fondazione Gemelli IRCCS opera all’interno dello Spoke 2 (“Community-based Digital Primary Prevention”, centro di competenza sulle applicazioni di salute digitale nella prevenzione primaria rivolto alla popolazione generale), e dello Spoke 3 (“Digitally-enabled secondary and tertiary prevention”, centro di competenza per la prevenzione secondaria e terziaria).
Lo Spoke 2 ha lo scopo di sviluppare ed implementare funzioni digitali avanzate per la prevenzione primaria ed innovativi sistemi di sorveglianza della comunità. In questo senso la Fondazione Gemelli IRCCS con il lavoro della professoressa Patrizia Laurenti, direttrice dell’Unità Operativa Complessa di Igiene ospedaliera della Fondazione Gemelli, implementerà strumenti digitali per la prevenzione primaria che possano supportare l'integrazione e l'efficacia tra l'assistenza sanitaria primaria e l'assistenza ospedaliera. Inoltre, l’Unità Operativa di Allergologia condurrà un progetto pilota, coordinato dalla dottoressa Eleonora Nucera e dalla dottoressa Angela Rizzi, finalizzato a valutare, attraverso tecnologie specifiche avanzate, gli effetti sulla salute umana dell’esposizione ad inquinanti emergenti (soprattutto metalli pesanti) di derivazione ambientale.
Nello Spoke 3, il dottor Luca Miele e la dottoressa Francesca Ponziani, dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Interna e di Trapianti del fegato e del CEMAD (Centro Malattie Apparato Digerente) della Fondazione Gemelli, si occuperanno di implementare tecniche di diagnostica non invasiva e tecniche multiomiche e innovative digitali per meglio ottimizzare la prevenzione secondaria e terziaria delle complicanze della steatosi epatica non alcolica.