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Progetto Genesi: la coraggiosa speranza dei diritti umani

22 settembre 2022

Progetto Genesi: la coraggiosa speranza dei diritti umani

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Fragili, evanescenti, fondamentali. I diritti umani non attendono le parole della legge per esistere e l’arte diventa così un mezzo privilegiato per raccontarli, mostrarli, educare le coscienze. Progetto Genesi è nato con questo scopo il 21 settembre 2021 dalla collaborazione tra Associazione Genesi, Università Cattolica del Sacro Cuore e Fondo per l’Ambiente Italiano. Ieri a Roma durante il convegno “Progetto Genesi. L’Arte di educare al valore dei Diritti Umani” oltre a ripercorrerne il primo anno di vita sono state definite anche le sue prossime tappe.

La mostra itinerante delle opere di Collezione Genesi curata da Ilaria Bernardi e Clarice Pecori Giraldi negli ultimi 12 mesi è stata ospitata a Varese, Assisi, Matera e Agrigento grazie alla collaborazione tra Associazione Genesi e FAI, rappresentato durante il convegno dal presidente Marco Magnifico, sarà esposta in Triennale a Milano nel 2023 come annunciato dallo stesso Stefano Boeri nel suo intervento: «La domanda che Progetto Genesi invita a porci è capire come i diritti umani e la loro fragilità possano essere affrontati attraverso l’arte. Essa ci aiuta generando in noi domande inaspettate e mostrandoci che i punti di vista sul mondo possono cambiare. In particolare, sul tema dei diritti la spinta trasgressiva dell’arte ci fa capire che essi non sono solo una questione di generosità o bontà ma di utilità sociale. Queste dimensioni di fragilità non riguardano solo gli altri ma tutti noi. Ecco il cuore di Progetto Genesi, iniziativa che sarò felice di ospitare in Triennale».

 

L’Università Cattolica è partner del progetto per il quale ha co-organizzato un ciclo di 12 conversazioni intitolato “Sfide per il futuro”. Durante i webinar i docenti dell’Ateneo si sono confrontati con esperti di livello internazionale riflettendo sulle numerose sfaccettature del tema dei diritti: «Accostarli all'arte non è solo una assonanza di contenuto -ha affermato il rettore Franco Anelli-. L’arte è in grado di aiutare a comprendere i diritti umani perché essi sono in realtà un concetto ineffabile. Sono così ovvi quanto evanescenti perché non sono formalizzati. Se aspettassero la norma per esistere sarebbero negati. L’opera d’arte è un modo per educare i giovani ai diritti umani. L’educazione può avvenire muovendo l’animo, facendo crescere coscienze. Citando Edgar Morin “Bisogna sperare ma non è più la speranza apocalittica della lotta finale. È la speranza coraggiosa della lotta iniziale”. Questa frase apre una sfida evidentissima. Aver potuto riflettere e stimolare le coscienze grazie all’arte è stata una grande emozione e un grande viaggio».

 

L’attenzione all’educazione dei giovani al tema dei diritti senza fermarsi alla denuncia è uno dei tratti caratteristici del progetto, come sottolineato dalla stessa presidente di Associazione Genesi Letizia Moratti: «In queste opere c’è un messaggio di denuncia ma anche di speranza. Oggi abbiamo bisogno di messaggi del genere e lo dico pensando soprattutto ai giovani. L'arte può essere un modo per arrivare alla mente e al cuore in modo più diretto perché è un linguaggio universale».

 

Come ha ribadito anche Gianni Letta, presidente di Associazione Civita e ospite del convegno, Progetto Genesi prova a spostare il compito dell’arte da arte-centrica a socio-centrica, avvicinandola alla comunità. Una funzione sociale, e di conseguenza politica, ripresa anche dal Ministro della Cultura Dario Franceschini, intervenuto in video durante i due panel moderati dal direttore di Chora Media Mario Calabresi: «Partire dalla cultura per incontrarsi, significa costruire ponti invece che alzare muri o scavare trincee, significa produrre speranza e visioni. È questo l’approccio che abbiamo provato a seguire in questi anni nel Ministero della Cultura e che ha permesso al nostro Paese di guidare il processo internazionale per rafforzare e dare centralità alle politiche culturali nelle scelte dei governi. Le quattro tappe della mostra itinerante, così ricca di artisti contemporanei e originali dei Paesi emergenti, e il ciclo di dodici conversazioni hanno registrato una grande partecipazione di pubblico, contribuendo ad alimentare il dibattito su tolleranza, libertà e uguaglianza e rispetto sia alle nuove che alle antiche minoranze. Un tema importantissimo».

 

L’Italia in questo campo ha molte carte da giocare. Lo ha confermato anche Pasquale Terraciano, Direttore generale per la diplomazia pubblica e culturale del MAECI-Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dialogando con Gabriele Nissim, Presidente Fondazione Gariwo, la foresta dei Giusti, durante il primo panel del convegno parlando di soft power culturale. «Si tratta della risposta più intelligente alle sfide internazionali e l’Italia può essere una super potenza in questo campo -ha concluso Terraciano- perché la nostra cultura è la punta di diamante della nostra proiezione internazionale. La promozione culturale è in grado di abbattere barriere ideologiche e mantenere aperto il dialogo internazionale anche davanti a scenari complessi come quelli che dobbiamo affrontare oggi. Promuovere il multiculturalismo deve essere al centro del nostro impegno quotidiano».

Un articolo di

Michele Nardi

Michele Nardi

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