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Quando la scuola orienta

15 ottobre 2024

Quando la scuola orienta

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Sfida dell’autorità, ribellione, groviglio di emozioni che confonde sono tutti tratti distintivi dell’adolescenza, il tempo dello sviluppo dei ragazzi e dell’identità personale e sociale.

Si tratta del periodo in cui più che mai l’orientamento scolastico gioca un ruolo portante perché i ragazzi possano al tempo stesso confrontarsi con sé stessi e con il futuro che li attende per realizzare sogni e desideri. 

Sull’importanza di interrogarsi sui bisogni emergenti e sugli sviluppi dell’orientamento si sono confrontati diversi esperti venerdì 11 ottobre nel campus milanese dell’Università Cattolica in occasione del 30° anno di vita del CROSS, il Centro di ricerca per l’orientamento scolastico e professionale dell’Ateneo, fondato dalla psicologa Cristina Castelli che in apertura ha ricordato il valore della «ricerca che pone le basi scientifiche dell’orientamento». Una disciplina che «da sempre ha avuto una dimensione formativa nell’arco della vita di una persona, non solo nella scuola ma anche in momenti di cambiamento come, ad esempio, quello del lavoro» - ha dichiarato Emanuela Confalonieri, direttrice del CROSS che ha promosso e introdotto l’evento moderato dal giornalista di Avvenire Paolo Ferrario.

Formazione, ricerca e pubblicazioni, progetti e servizi sono le quattro aree di lavoro del CROSS di cui anche la direttrice del dipartimento di Psicologia Antonella Marchetti e il preside della Facoltà di Psicologia Alessandro Antonietti hanno riconosciuto il valore.

Ad aprire la prima parte del convegno dedicata alla ricerca Assunta Zanetti, psicologa dello sviluppo e dell’educazione all’Università di Pavia ha ricordato che «nelle linee guida sull’orientamento permanente del MIUR 2022, che hanno introdotto le 30 ore di orientamento con didattica laboratoriale, l’accento è stato sempre messo sulla persona perché potesse essere in grado un domani di realizzare in maniera autonoma e responsabile il suo progetto di vita». 

E ha aggiunto che «l’orientamento oggi si articola nelle funzioni informativa, educativa, di accompagnamento e tutorato e consulenza orientativa, con l’intento di favorire una maggiore affezione scolastica, riducendo la dispersione scolastica e l’abbandono, di implementare lo sviluppo delle competenze per l’occupabilità e di promuovere l’inclusione sociale in modo da contrastare i fenomeni di drop out, aggressione, depressione». 

Di fronte, poi, «alla complessità, instabilità e flessibilità del mondo del lavoro, occorre confrontarsi con la possibilità ridotta di effettuare progetti a lungo termine e la necessità di revisionare continuamente la propria professionalità» – ha dichiarato la ricercatrice del CROSS Deborah Pagani. Mentre «i ragazzi nella fase iniziale dell’adolescenza vivono un momento di confusione, non sanno chi sono e chi vogliono essere – ha spiegato il ricercatore del CROSS Alessandro Buffoli –. Per questo bisogna saperli accompagnare nel rispetto delle loro caratteristiche». Facendo anche i conti con un eventuale errore nella scelta e con la necessità talvolta di riorientarli senza che percepiscano l’esperienza fatta come un fallimento e la nuova scelta come un ripiego, piuttosto come una nuova opportunità.

È stata poi la sociologa Elisa Manzella dell’Università Bicocca a toccare il tema della distorsione nel consiglio orientativo da parte degli insegnanti che, secondo una ricerca realizzata con altri ricercatori del suo Ateneo, «ancora oggi consigliano mediamente a studenti di “classe borghese” un liceo classico o scientifico e a quelli della “classe operaia” un istituto tecnico o professionale». Tema affrontato nella tavola rotonda dove il dirigente scolastico del liceo “Paolo Giovio” di Como Nicola D’Antonio ha ammesso che «non sempre si ascolta lo studente e tutto è lasciato alla sensibilità dei docenti e dei dirigenti», mentre sarebbe molto più efficace credere che «il successo formativo non è dato dal massimo grado raggiunto ma dall’andare nel posto giusto al momento giusto».

L’orientamento nella scuola - ha detto la pedagogista dell’Università Cattolica Elena Zanfroni - «vive una stagione problematica perché sembra che ci sia maggiore attenzione alle 30 ore che alla progettazione autentica. Di fronte alla quantità di iniziative di orientamento i ragazzi e le famiglie sono disorientati e non hanno gli strumenti per scegliere. A chi ha una vulnerabilità nell’apprendimento di solito si consigliano indirizzi pratici, ma spesso si standardizza e alla fine si penalizzano troppo alcune scuole che assorbono tutti i ragazzi più in difficoltà».

Una lancia a favore della scuola l’ha spezzata Federica Terzaghi del Servizio Orientamento e Tutorato dell’Università Cattolica. «Oggi c’è un’attenzione maggiore e condivisa all’orientamento e sono aumentati i docenti e i tutor che si dedicano a questo». Certo occorrono più chiarezza e più consapevolezza. «I fondi del PNRR finanziano scuola e università (nel nostro caso il progetto “Smart road”) e a volte si sovrappongono. Inoltre, le università stressano di più le scuole, premono di più sull’orientamento come dimostrano i test d’ingresso già in quarta superiore…» - ha continuato Terzaghi. 

Per coinvolgere maggiormente le scuole cosa occorre? Servono coraggio e scelte radicali, secondo il professor D’Antonio: «Dobbiamo sconvolgere il ruolo della scuola, per esempio prolungare l’obbligo al biennio della scuola superiore dopo le medie, spostando a 16 anni l’idea di cosa fare dopo, e identificare figure di orientatori specifiche nella scuola».

Nella scelta della scuola un altro fattore da non sottovalutare sono i desiderata della famiglia.  «I figli cercano di corrispondere alle aspettative dei genitori e implicitamente ne sono condizionati – ha detto Zanfroni -. A volte poi c’è un orientamento esplicito dei genitori che nasce dalla frustrazione personale di non aver intrapreso una certa strada che si vorrebbe percorressero i figli. Infine, sarebbero utili sportelli per le famiglie con setting individuali per orientare anche chi non ha gli strumenti per scegliere in famiglia». 
 

Un articolo di

Emanuela Gazzotti

Emanuela Gazzotti

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