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Reti familiari associative, una ricerca

15 novembre 2023

Reti familiari associative, una ricerca

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L’associazionismo familiare cattolico in Europa è stato analizzato da una ricerca promossa dal Centro di Ateneo Studi e ricerche sulla famiglia in collaborazione con l’Associazione Nonni 2.0 e la Federazione delle Associazioni familiari cattoliche in Europa (FAFCE). 

L’indagine ha coinvolto 17 associazioni aderenti alla Fafce e i risultati, pubblicati nel volume a cura di Giovanna Rossi e Sara Nanetti, L’associazionismo familiare cattolico in Europa (Quaderni del Centro Famiglia 34, Vita e Pensiero, Milano), saranno presentati venerdì 17 novembre nel campus milanese dell’Università Cattolica alle ore 15 durante l’evento “La rete delle associazioni per le famiglie in Europa”.

Il Quaderno, con una prefazione curata da Lucia Boccacin e i contributi di Elisabetta Carrà, Simona BerettaFrancesco Belletti, Nicola Speranza, racconta le qualità, l’organizzazione strutturale e semantica proprie dell’associazionismo familiare cattolico in Europa che intreccia le politiche, la dottrina sociale della chiesa, la prospettiva antropologica e sociologica.

Dall’analisi sulle reti associative di carattere familiare analizzate emerge come le relazioni improntate alla reciprocità, alla solidarietà e alla gratuità che le caratterizzano siano oggi al centro della sfera pubblica europea. 

Le associazioni sono sorte in gran parte al fine di sostenere i diritti socio-politici della famiglia, ma alcune sono nate per rispondere ai bisogni delle famiglie associate. Aspetti più specifici, come la promozione di progetti particolari o la formalizzazione di studi e/o ricerche sembrano avere avuto un’incidenza minore, così come le ragioni più generali di risposta a bisogni diffusi tra i membri, o verso altre persone e la protezione dei diritti. 

Tra le attività delle associazioni quelle di informazione e formazione sono le più praticate e comprendono la promozione di eventi, conferenze, attività socio-educative, progetti editoriali, azioni di formazione e supporto, attività di sensibilizzazione sulle questioni di genere e sulle pari opportunità per uomini e donne e incontri e corsi per giovani sulla vita e la sessualità responsabile. 

Inoltre, vengono promosse azioni di promozione che includono la collaborazione con altri enti e associazioni, attività politica apartitica che denuncia malfunzionamenti alle autorità e consultazioni con esperti e specialisti. 
Appare significativa l’attenzione verso giovani e minori che si realizza attraverso attività nelle scuole, promuovendo azioni di prevenzione per i minori a rischio e attraverso l’inclusione dei giovani e/o l’integrazione dei disabili. 
Infine, le azioni di sostegno, sebbene risultino le meno praticate, rilevano un forte impegno verso le famiglie attraverso il supporto familiare, in particolare alle madri, ai bambini alle donne in gravidanza bisognose.

La spinta verso l’appartenenza associativa è data dalla condivisione di progetti e prospettive, dal desiderio di essere informati, da uno spiccato orientamento alla solidarietà, dalla volontà di difendere i propri diritti, la partecipazione e l’impegno. 

Il modello familiare sostenuto dalle realtà associative, secondo la ricerca è orientato in prima battuta all’agency familiare, ovvero alle capacità creative e di azione dell’organizzazione familiare all’interno del contesto sociale. Le famiglie, di cui le associazioni coinvolte sono espressione, si dispongono alla generazione di un diverso spazio pubblico. In controtendenza rispetto al modello privato del familiare tipicamente moderno, le organizzazioni fanno proprio un approccio improntato alla familiarizzazione del contesto sociale, inserendosi, al pari di altri attori pubblici o privati, in uno spazio aperto all’interazione e alla cooperazione per la realizzazione di un bene comune. 

Da un punto di vista operativo, l’apertura alla sfera pubblica viene esplicitata mediante l’organizzazione della rappresentanza politico-sociale degli associati, che si coniuga all’interesse, ai bisogni e all’esperienza dei membri familiari dell’organizzazione, determinando la stretta incidenza tra gli aspetti pro-sociali e l’apertura civico-politica delle organizzazioni di terzo settore al contesto pubblico. Lo stato di bisogno, di cui le famiglie che compongono le diverse organizzazioni sono portatrici, si traduce, nella dimensione associativa, in una volontà di agire collettivamente per trovare una risposta a più livelli. 
 

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Redazione

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