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Sanità, istruzione, lavoro: le tre priorità per la ricostruzione del Paese

23 settembre 2021

Sanità, istruzione, lavoro: le tre priorità per la ricostruzione del Paese

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Povertà delle famiglie in crescita, un anno di istruzione rubata con conseguenze già visibili nei livelli di apprendimento misurati con gli Invalsi, disoccupazione in crescita, specie tra i giovani, aumento delle disuguaglianze sociali e di salute e delle cronicità e difficoltà di gestione sanitaria dei pazienti non-Covid: sono i frantumi lasciati da quasi due anni di pandemia che si è abbattuta come uno tsunami sul sistema paese, e che è urgente ricomporre al più presto con scelte coraggiose a 360 gradi, a cominciare dalla sanità.

Tanti i passi da fare subito: rafforzare il ruolo del Ministero della salute e delle Agenzie nazionali, per sviluppare le capacità di programmazione e di monitoraggio, di health technology assessment, integrando i flussi di informazione alla base del processo di digitalizzazione per le regioni e gli enti centrali ; l’assistenza domiciliare e sul territorio diventano chiave come pure il ruolo dei medici di MMG e lo sviluppo le capabilities per la ricerca e l’innovazione per vaccini, farmaci e dispositivi medici.

È, in estrema sintesi, quanto propone con urgenza un think tank riunita di due giorni di lavori durante la prima edizione dell’Institutional Health Forum 2021 “Covid – 19: Lesson learned and Policy implication”, organizzato dall’Università Cattolica su iniziativa dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari (ALTEMS), Facoltà di Economia e in media partnership con Fortune Italia.

L’evento si è svolto a porte chiuse presso il Rome Marriott Grand Hotel Flora in phigital edition con relatori e partecipanti sia in presenza, sia in remoto.

“Dobbiamo avere presente lo scenario demografico e orientare i servizi in questo senso – afferma il professor Americo Cicchetti, direttore dell'ALTEMS - ad esempio predisponendo risposte diverse per anziani e polipatologici. L’anno passato è stato terribile oltre che per la salute anche per il lavoro, nonostante tutti gli ammortizzatori sociali utilizzati. La ripresa deve necessariamente portare lavoro, non solo però a breve termine e/o a termine, l’Europa in questo ci sollecita, siamo molto lontani dagli obiettivi europei. Bisogna creare lavori verdi (ecosostenibili) e bianchi (assistenza, medici, paramedici e di assistenza alle persone)”.

Tantissimi i punti cruciali toccati durante i lavori; ad esempio in tema di farmaci, dispositivi e tecnologie si è stressata molto la necessità di avere in Italia alcuni assett vaccini e tecnologia per sviluppare, diagnostica e tecnologia, farmaci e vaccini, trasferendo la ricerca anche a livello produttivo. Inoltre l’emergenza ha fatto emergere chiaramente la necessità da parte delle autorità regolatorie (AIFA per l’Italia) di basarsi anche sulla Real World Evidence come si è fatto con i vaccini Covid, per approvare nuovi prodotti.

Tra i temi dibattuti il delicato equilibrio tra competenze centrali e regionali sul tema della salute. L’analisi delle evidenze ha confermato l’estrema eterogeneità delle risposte offerte da parte delle Regioni per la gestione della pandemia. Se queste differenze possono essere in parte giustificabili (es. diversa intensità dei contagi), per altri versi derivano da impreparazione o “assetti organizzativi ed istituzionali” poco agili e inadatti a rispondere ad una tale emergenza; c’è stata una piena convergenza nel considerare come una responsabilità collettiva quella di capire se ci sono stati modelli virtuosi per condividerli e diffonderli, in un atteggiamento non inquisitorio ma costruttivo.

Un’altra priorità è integrare e rendere disponibili i dati, puntando alla creazione di un fascicolo sanitario, e a registrare il percorso del paziente sin dal primo momento d’interazione con la rete di assistenza, applicando criteri per omogeneizzare e standardizzare la raccolta e il trattamento dei dati sanitari”. 

È emersa poi l’urgenza di investire in telemedicina: qualunque prestazione che non richieda un contatto diretto con il paziente può trasformarsi con le giuste accortezze in una prestazione di telemedicina. Una televisita ha la stessa dignità di una visita tradizionale, sia dal punto di vista medico che da quello del paziente, spiegano gli esperti riuniti.

Bisogna evitare la “frammentazione dei dati” tra cartella clinica fisica del paziente e cartella digitale, spesso formata da più piattaforme che raccolgono dati e non si parlano tra loro.

La telemedicina può raggiungere anche i pazienti anziani e creare dei risparmi, per esempio si stima che una televisita faccia risparmiare al paziente in media 100 euro.

Gli effetti del Covid vanno ben oltre la salute, tangibili sono le conseguenze della pandemia a livello demografico e sociale, di istruzione e occupazione. Il Covid ha amplificato il fenomeno delle culle vuote e anche la povertà delle famiglie. Le nascite annue hanno avuto un record negativo di 404 mila nel 2020 e resta una grande incognita sul dopo. La povertà tra le famiglie italiane con figli è aumentata dal 2019 al 2020: ad esempio è passata dal 5,3% delle coppie con un figlio nel 2019 al 7,2% nel 2020; per le coppie con due figli dall’8,8% del 2019 al 10,5% del 2020. Anche a livello occupazionale il Covid ha rappresentato uno tsunami per la società. Più colpiti naturalmente sono i lavoratori con contratti a tempo determinato e autonomi, dove maggiore è la presenza di giovani. Sono cresciute difficoltà a trovare lavoro per chi era alla ricerca del primo o di un nuovo impiego. Su base annua, tutte le classi di età registrano la diminuzione del tasso di occupazione e l’aumento dei tassi di inattività e disoccupazione; tale dinamica risulta più intensa tra i minori di 35 anni. Il Covid rischia di lasciare ferite profonde anche sul fronte dell’istruzione: basti pensare che solo nella scuola secondaria sono peggiorati i risultati delle prove di Italiano e Matematica, con ampliamento dei divari sociali e territoriali.

“Il forum ha permesso di raccogliere una pluralità ricca e competente di voci offrendo una fotografia realistica dello stato del Paese – ha dichiarato la professoressa Antonella Occhino, preside della Facoltà di Economia dell’Università Cattolica - Soprattutto sono emerse dai diversi interventi molte chiavi di lettura 'scientifica' di fenomeni che il Covid ha accentuato ma che già da tempo richiedono azioni e politiche strutturali. Penso alle politiche del lavoro e della formazione professionale, che sono essenziali per garantire a tutti e tutte le 'pari opportunità' di accesso all'occupazione. Un sistema di istruzione universitaria efficace e attento alla persona umana ne è certamente la premessa essenziale”

“ALTEMS e con essa la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha preso molto sul serio - dice Americo Cicchetti – “la sollecitazione arrivata da Papa Francesco che dice che, ‘peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla’. Infatti, l’ondata emotiva che ha caratterizzato la fine del lockdown e che aveva spinto molti a parlare di necessità di profondi cambiamenti nel sistema sanitario, nella a società e nell’economica, sembra un po' in esaurimento. Il think thank realizzato con l’Istitututional Health Form, nasce proprio con l’intento di offrire una piattaforma di discussione tra scienza, politica e stakeholder (cittadini, pazienti e industria) per analizzare gli eventi per trarre lezioni per le riforme di cui il Paese ha bisogno nel dopo Covid-19”.

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Redazione

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